Domenica 4
ottobre, dalle 19.30, nel giardino del Conservatorio di Sant’Anna, Storie a
Sud rende omaggio alla poesia e alla
militanza di Danilo Dolci, nella serata la performance “Voci da scirocco”
di Franco Ferramosca, le immagini di
Gianfranco Mingozzi, i suoni di Marco Leone Bartolo, le voci di Giuseppe
Semeraro, Simone Franco e Piero G. Rapanà.
Una storia a Sud esemplare quella di Danilo
Dolci, nato a Sesana, in provincia di Trieste,
ora territorio sloveno il 28 giugno del 1924 scompare a Trappeto, nella Sicilia
sud-occidentale, il 30 dicembre del 1997. Durante la sua vita, Danilo Dolci ha
lavorato a strettissimo contatto con la gente e le fasce più disagiate ed
oppresse al fine di studiare possibili leve al cambiamento e le potenzialità
per un democratico riscatto sociale. La Sicilia dove si reca
giovanissimo nel 1952 è la sua terra d’elezione e di lotta. Nelle terre del
bandito Giuliano promuove lotte nonviolente contro la mafia
e il sottosviluppo, per i diritti ed il lavoro: siffatto impegno sociale gli
varrà il soprannome - rivolto in quegli anni anche ad Aldo Capitini - di "Gandhi italiano". Attivista
nonviolento, educatore, sociologo e poeta italiano che per tutta la vita ha cercato
connessioni e comunicazioni possibili per liberare quella creatività nascosta
in ogni persona e ha chiamato questa ricerca maieutica, prendendo il termine
dalle strutture filosofiche per incorporarlo in una pratica sociale, educativa
e civile.