sabato 3 ottobre 2015

Una storia a sud esemplare: Danilo Dolci poeta e agitatore pacifista



 
Danilo Dolci nei giorni dello sciopero della fame per la diga dello Iato nel 1962


Domenica 4 ottobre, dalle 19.30, nel giardino del Conservatorio di Sant’Anna, Storie a Sud rende omaggio alla poesia e alla militanza di Danilo Dolci, nella serata la performance “Voci da scirocco” di Franco Ferramosca, le immagini di Gianfranco Mingozzi, i suoni di Marco Leone Bartolo, le voci di Giuseppe Semeraro, Simone Franco e Piero G. Rapanà.

 
Danilo Dolci nel 1992
Una storia a Sud esemplare quella di Danilo Dolci, nato a Sesana, in provincia di Trieste, ora territorio sloveno il 28 giugno del 1924 scompare a Trappeto, nella Sicilia sud-occidentale, il 30 dicembre del 1997. Durante la sua vita, Danilo Dolci ha lavorato a strettissimo contatto con la gente e le fasce più disagiate ed oppresse al fine di studiare possibili leve al cambiamento e le potenzialità per un democratico riscatto sociale. La Sicilia dove si reca giovanissimo nel 1952 è la sua terra d’elezione e di lotta. Nelle terre del bandito Giuliano promuove lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti ed il lavoro: siffatto impegno sociale gli varrà il soprannome - rivolto in quegli anni anche ad Aldo Capitini - di "Gandhi italiano". Attivista nonviolento, educatore, sociologo e poeta italiano che per tutta la vita ha cercato connessioni e comunicazioni possibili per liberare quella creatività nascosta in ogni persona e ha chiamato questa ricerca maieutica, prendendo il termine dalle strutture filosofiche per incorporarlo in una pratica sociale, educativa e civile.