sabato 26 novembre 2016

I poeti Claudia Di Palma e Federico Rossignoli al Fondo Verri


Una serata tutta di poesia al Fondo Verri  


Martedì 29 novembre 2016, alle 20.00, al FondoVerri di Lecce (in Via Santa Maria del Paradiso, 8)
la prima presentazione della raccolta “Altissima Miseria” (Musicaos Editore) di Claudia Di Palma.
E di “Spolia vol. I” (Samuele Editore) di Federico Rossignoli.
Presentano e dialogano con gli autori: Alessandro Canzian (Samuele Editore) e Luciano Pagano (Musicaos Editore)

Martedì 29 Novembre 2016, alle ore 20, presso il Fondo Verri a Lecce, si terrà una serata dedicata alla poesia, con la presentazione e reading di due voci poetiche, edite da altrettanti editori. Claudia Di Palma, giovane autrice salentina al suo esordio poetico, presenterà per la prima volta la sua raccolta, “Altissima miseria”, appena pubblicata per Musicaos Editore. Dialogheranno con lei Alessandro Canzian, autore dell'introduzione del testo, oltre che editore per la casa editrice “Samuele Editore” e Luciano Pagano (Musicaos Editore). Il secondo autore al quale è dedicato l'incontro è Federico Rossignoli, autore di “Spolia vol. I”, volume pubblicato proprio da Samuele Editore. Durante la presentazione, gli autori leggeranno brani dalle loro raccolte. Ingresso libero.

Claudia Di Palma in una fotografia di Massimiliano Spedicato
- Su Claudia Di Palma
“La poesia come testimonianza ed invenzione è in qualche modo anche il miglior modo di introdurre e spiegare i versi dell’opera d’esordio di Claudia Di Palma. Un verso misurato, centellinato nella pagina tanto da non apparire mai eccessivo, che sgorga da un particolarissimo tipo di accoglienza quale è la resa. […] Il dolore d’essere in questo mondo scarnificato, ribaltato eppure vero diviene in Claudia Di Palma talmente profondo da esprimere il bisogno di proiettarlo perfino verso Dio, ombra assente di una ricerca che prescinde da Dio stesso ma inevitabilmente se ne nutre.”(dall’introduzione di Alessandro Canzian a “Altissima miseria”, di Claudia Di Palma)

Claudia Di Palma, nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con“Astragali Teatro” (2005) e “Asfalto Teatro” (2006/2012).
La passione per il canto l’ha portata a seguire inizialmente lezioni private e, attualmente,le lezioni della “World Music Academy” di San Vito dei Normanni, con il maestro Fabrizio Piepoli.
Ha seguito il laboratorio poetico “Trasmissione orale della poesia e uso del microfono tenuto da Mariangela Gualtieri (2013) e, nel 2016, il “Ritiro Poetico”della casa editrice Samuele Editore.


Federico Rossignoli in una fotografia di Antonio Lillo

- Su Federico Rossignoli
“Solo dieci poesie in questo primo volume, intitolato Spolia, di una più nutrita serie di poesie che rivisitano e rivisiteranno il mondo dei miti per recuperare le esperienze di viaggi esterni e interiori, non solo dell’antica Grecia, ma anche del mondo vichingo, polinesiano e celtico. Miti che Federico Rossignoli ha riacceso in sé attraverso la fascinazione delle riscritture rinascimentali e barocche, Christopher Marlowe e Luis de Góngora da una parte, Domenico Freschi e Claudio Monteverdi dall’altra, per citare qualche nome nella poesia e nella musica. Queste dieci poesie sono quindi riletture e riscritture di miti celati nella contemporaneità con un linguaggio che dosa sapientemente canoni e lentezze narrative classiche con l’irruzione inaspettata della velocità di discorsi diretti affannati, non immediatamente percepibili se non nell’accelerarsi del ritmo dei versi. Versi chiusi con dei precisi limiti che Federico si è autoimposto dove la sintesi tra le due dimensioni mitiche e storiche lontanissime trovano un mirabile equilibrio.” (dalla prefazione di Sandro Pecchiari a “Spolia vol. I” di Federico Rossignoli, edito da Samuele Editore)

martedì 22 novembre 2016

Una serata per Giulio Cesare Vanini



Venerdì 25 novembre, alle 19.30 al Fondo Verri, la presentazione del libro “Cronache vaniniane. Una lucciola fra splendidi pianeti - Dialogo tra un Clericaletto ed un Vaniniano di don Salvatore Casto” di Gigi Montonato, edizioni di Presenza. Con l’autore interverrà lo scrittore Maurizio Nocera.


La copertina del libro delle Edizioni di Presenza

Il 1876 è anno emblematico nelle vicende della storia editoriale che riguarda il pensiero di Giulio Cesare Vanini - flosofo nato a Taurisano nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1585 e morto sul rogo a Tolosa il 9 febbraio 1619 - in quell’anno, Giovanni Bovio, filosofo e politico di Trani che tanto seguito ebbe nella nostra provincia, compose il testo di una lapide commemorativa che fu oggetto di una fiera contesa, tra sostenitori e detrattori del pensiero vaniniano. Da Cosimo De Giorgi a Pietro Marti, da Pietro Palumbo a Francesco Rubichi, le voci a favore furono tante, nel versante opposto “protagonista indiscusso fu un sacerdote salentino arguto e saccente, don Salvatore Casto, parroco a Taurisano “invischiato fino al collo nelle beghe di campanile, che si sentiva difensore dei benpensanti, giudice delegato, giustiziere e persino vendicatore contro chi aveva osato “consacrare” il nome di Vanini”.
Questa vicenda ricostruisce Gigi Montonato, nel suo “Cronache vaniniane. Una lucciola fra splendidi pianeti” partendo da un pamphlet in forma di dialogo apparso a Lecce nel 1908 e firmato Nescius, fortunatamente non naufragato, come sicuramente tanti altri documenti vaniniani dati al fuoco perché motivo di scandalo e oggi opportunamente rimesso in circolazione in moderna e pratica veste grafica dalle Edizioni di Presenza.
“Don Salvatore Casto ed il “partito” taurisanese che faceva capo al sindaco ed alle famiglie che in loro si riconoscevano, vinse quella che Montonato definisce la “prima guerra vaniniana” e che non fu in realtà più di una scaramuccia nella lunga prospettiva degli studi vaniniani. Il “mistero” Vanini non a tutti allora accessibile aveva forse due soli modi, più sicuri e più facilmente percorribili, per essere affrontato: fare ricorso alla satira ed all'ironia o peggio al vilipendio ed al dileggio. Don Salvatore scelse il primo ed evitò il secondo manifestando la sua coerenza e la fedeltà al conformismo del natio loco, non ci si poteva aspettare altro”.

venerdì 4 novembre 2016

Le canzoni di Gianfranco Riccelli



La copertina del disco
Indietro non ci torno - tour"
a Lecce, sabato 5 novembre, alle 21.00, al Fondo Verri

Gianfranco Riccelli
Gianfranco Riccelli - fondatore nel 2005 del gruppo Arangara sulla scia dell'esperienza bolognese del collettivo Emirati Calabri Uniti - continua il suo viaggio per l’Italia il suo ultimo cd, uscito meno di un anno fa per la Artis Cramps by Sony e la produzione associata DiscOvery, con la direzione artistica del maestro Claudio Corradini; sabato 5 novembre alle 21:00, sarà il Fondo Verri di Lecce (via Santa Maria del Paradiso, 8) ad ospitare il concerto, su iniziativa dell’associazione “Civilia”, la stessa che organizza ogni anno il Premio alla canzone d’autore del Salento.
Con Riccelli voce, chitarra, mandolino e armonica, il chitarrista Febo Nuzzarello e il giovane e talentuoso Christian Buffa al basso elettrico. Special guest Marcello Barillà, nome nuovo, da poco affacciatosi sulla scena del cantautorato, che con lo stesso Riccelli ha firmato tre dei brani di Indietro non ci torno.

Nella serata una scaletta composita nella quale troveranno posto anche i brani più noti della produzione meno recente di Riccelli (Siltango, I nostri padri, il sogno di volare, Grazia in punta di piedi), quasi a voler disegnare idealmente il suo percorso artistico: dai primi lavori di ricerca sui testi tradizionali in dialetto, realizzati con il gruppo Arangara, fino all’approdo definitivo alla canzone d’autore in lingua. Un percorso comunque coerente nella poetica e nei temi cantati, arricchito peraltro dalle frequenti e riuscite contaminazioni tra canoni musicali diversi.

Ancora in buona parte da scoprire, invece, la produzione artistica di Marcello Barillà, il cui esordio discografico risale alla primavera scorsa con l’ep Vie Traverse, che comunque ha già fatto registrare un buon successo di pubblico durante la prima tournée nel corso dell’estate.Anche nel suo caso, il “marchio” è quello della canzone d’autore di scuola europea, con la tradizionale attenzione rivolta ai testi ma insieme con il tentativo di vestire le parole di soluzioni musicali originali.

giovedì 3 novembre 2016

"Conversazioni sul futuro" al Fondo Verri



Venerdì 4 novembre (ore 19) al Fondo Verri le “Conversazioni sul futuro” ospitano una doppia presentazione moderata dalla scrittrice Elisabetta Liguori. Appuntamento con i nuovi romanzi di Simona Cleopazzo (Irene e Frida –  Musicaos) e Livio Romano (Per troppa luce – Fernandel).

PER TROPPA LUCE
Un professore universitario, il proprietario di una tv locale e un ricco medico ingaggiano l’architetto portoghese Francis Arrangiau perché progetti nel Salento un colossale parco tematico finanziato per intero da fondi pubblici. C’è da abbattere la masseria in cui vivono centinaia di immigrati e imbastire una ragnatela di carte false.
Antonio è un ispettore del lavoro e Simona un avvocato. Si incontrano, si innamorano, si lasciano. Entrambi, però, e per vie diverse, si ritrovano coinvolti nella battaglia contro il comitato d’affari. Attorno a loro si muove una folla variopinta di personaggi: una principessa araba, un ricercatore precario gigolò per sopravvivere, l’ex consigliera del dittatore Ceaușescu, un pm geniale, uno psicologo arraffone, scrittorini oscuri quanto vanitosissimi e un gran numero di trentenni plurilaureati che accettano miseri lavori nella comunicazione pur di non emigrare.
Sullo sfondo di una provincia italiana sfrenatamente libertina, Per troppa luce è una commedia grottesca con un colpo di scena drammatico, in cui l’impegno civile è un modo per dare un senso duraturo alla propria esistenza e lasciare una traccia di sé.


IRENE E FRIDA
Irene e Frida, due “donne parallele”, quelle raccontate da Simona Cleopazzo, con una scrittura di precisione che mescola dubbi e moti dell’animo, dove l’esattezza geometrica delle passioni e il disincanto svelano il cambiamento. L’esistenza di Irene è nel suo diario, scandita dalle incombenze quotidiane, il lavoro in banca, la vicinanza al marito, imprenditore a capo dell’azienda di famiglia, l’amore per il figlio Nicola. Quando Paolo sarà coinvolto in uno scandalo di corruzione, tra i due si aprirà un precipizio. Nel suo diario la donna acquisisce la consapevolezza di una vita al margine, una costruzione fatta di menzogne che vengono alla luce. La reazione non si fa attendere, e se lo scandalo non turberà la routine sociale di Paolo, l’uomo non potrà nulla di fronte a una rivoluzione silenziosa e profonda, quella di Irene.
Frida Mite è una studentessa, trentenne, che attraversa la vita ‘scoprendola’ ogni giorno; inviata di un quotidiano locale, conoscerà Lorenzo, avvocato di un ragazzo che è stato arrestato e del quale dovrà raccontare la storia. Annota su un diario ciò che le accade, la vita con le amiche e coinquiline, gli incontri casuali, le emozioni rubate.