martedì 21 febbraio 2017

Incontro con Vittorino Curci


Vittorino Curci
Giovedì 23 febbraio, dalle 18.30, al Fondo Verri – Presidio del libro di Lecce per la rassegna “Incontri e Latitudini” l’incontro con l’opera del poeta, musicista e pittore Vittorino Curci con il vernissage della mostra #Stookatzart e la presentazione della raccolta di versi “Liturgie del Silenzio” edito da “La vita felice”.

Un opera #Stookatzart

Scrive Bruno Di Martino critico e studioso di cinema sperimentale e videoarte: “Poeta, musicista, performer, pittore, disegnatore, Vittorino Curci è una figura versatile nel panorama della sperimentazione. Verrebbe da dire: peccato che non si sia dedicato anche alle immagini in movimento, poiché avrebbe ulteriormente arricchito il suo immaginario, peraltro già ricco visivamente. Basta scorrere le sue opere grafico-pittoriche per comprendere la rete complessa di influenze: Art Brut, espressionismo e surrealismo in primis, con sconfinamenti, citazioni, prelievi dal mondo del fumetto e un gusto per l’impaginazione decisamente da graphic designer, il tutto condito con un profondo senso dell’ironia. Dietro il suo stile, ostinatamente primitivista e “brut” ma anche terribilmente attuale, contemporaneo, si cela in realtà una straordinaria capacità di equilibrare campiture cromatiche, segni, lettering, creando una vera e propria jam-session totalmente ritmica e musicale. In questo senso il segno pittorico di Curci – dove il colore e il bianco e nero si alternano o si sposano felicemente, in alcuni casi declinando verso il monocromo – sembra essere un prolungamento della sua attività di sassofonista. E, viceversa, le improvvisazioni musicali estendono il suono verso altre dimensioni: lo spazio della pagina, il luogo della performance. Si avverte fortissima la sua adesione alla poesia visiva e sonora, aggiornata e ripensata, tuttavia, nell’era della post-modernità. 
La fusione di tutto ciò è un patchwork, un collage (tecnica che ritorna anche in alcune sue composizioni pittoriche) solo apparentemente caotico, in realtà molto calcolato. Singolare ed efficace nell’arte di Curci, il continuo bilanciamento tra astrazione e figurazione, pennellata e segno stilizzato. Vedere esposte tutte insieme le sue composizioni, amplifica ancor più questa architettura visiva fatta di pesi e contrappesi, vuoti e pieni: anche se – a pensarci bene – il vuoto davvero non esiste nel suo universo, anzi sembrerebbe che Curci sia affetto da horror vacui. Ma rappresenta anche una sfida percettiva agli occhi dello spettatore, risucchiato in un unico flusso continuo di segni e parole, combinate in un sistema polifonico sospeso tra l’avanguardia futurista e l’immediatezza della Street Art. Alcune opere, del resto, acquistano senso e assumono la forma di un dialogo musicale, solo se “montate” grazie a un sapiente allestimento.
Così, dopo aver divorato e bevuto le creazioni di Curci, si ha la sensazione netta che il movimento non manchi affatto nel suo immaginario. Un immaginario squisitamente audio-visivo”.

Poeta e sassofonista di musica improvvisata, Vittorino Curci vive a Noci, in provincia di Bari, dove è nato nel 1952. Collabora alle pagine culturali di diversi quotidiani pugliesi e alla rivista «Nuovi Argomenti». Nel ’99 ha vinto il Premio Montale di poesia per la sezione “Inediti”. Numerose le pubblicazione di poesia e prosa: La stanchezza della specie (LietoColle, 2005), Un cielo senza repliche (LietoColle, 2008), Il frutteto (LietoColle, 2009), Il pane degli addii (La Vita Felice, 2012). Ha anche pubblicato un libro di poetica, La ferita e l’obbedienza (I libri di Icaro, 2008) e uno di racconti ispirati da luoghi e personaggi della sua terra, Era notte a Sud (Besa, 2007). Fra le sue recenti pubblicazioni, con La Vita Felice: Il pane degli addii (2012), Verso i sette anni anch’io volevo un cane (2015).


giovedì 16 febbraio 2017

I corti di teatro di Giuse Alemanno al Fondo Verri


La copertina del libro edito da Città Futura

Sabato 18 febbraio, alle 19.30, al Fondo Verri lo scrittore Giuse Alemanno presenta e interpreta il suo "Tre dialoghi ed una comica finale" (Edizioni Città Futura – I libri di Icaro) una raccolta di brevi drammaturgie pensate come dei “corti di teatro.
“Testi sui quali potrebbero esercitarsi o divertirsi gli attori. La prima è una intervista immaginaria, semiseria ad Alessandro Manzoni, la seconda una sorta di colloquio tra Silvio Berlusconi in decadenza e un attore che dovrebbe impersonare Dudù, il cane di Berlusconi. Un altro pezzo riguarda la cronaca di una coppia che sta crollando: ‘Chi e chi’ e l’ultima è una comica finale che ha, quali protagonisti, due cowboy che si affrontano in un duello immaginario. E’ molto breve, ma spero anche divertente. In questa comica viene fuori l’inutilità dell’idea di vendetta”.

Giuse Alemanno

Giuse Alemanno è nato a Copertino nel 1962, si sente manduriano e lavora nell’acciaieria Ilva di Taranto. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi scritti, ha collaborato con numerose testate giornalistiche ed è stato vicedirettore della Voce del Popolo. I suoi romanzi e i suoi libri sull’Ilva hanno incontrato interesse e consensi. Ricordiamo alcuni titoli della sua produzione: “Racconti Lupi”, “Solitari”, “Terra Nera”; i due romanzi con Don Fefè e Ciccillo ambientati nell’immaginario Cipìernola; “Invisibili”, firmato con Fulvio Colucci; “io e l’Ilva”. “Affari Italiani” ha inserito Giuse Alemanno nell’elenco pugliese della “meglio gioventù” della nuova letteratura italiana”.

martedì 14 febbraio 2017

La filosofia di Remo Cantoni in un saggio di Marta Toraldo



 
La copertina del libro edito da Pellegrini

Venerdì 17 febbraio alle 18.30 al Fondo Verri sarà presentato dalla professoressa Ada Manfreda il saggio “Remo Cantoni tra filosofia e antropologia” di Marta Toraldo, pubblicato da Luigi Pellegrini Editore nella collana Thesaurus scientifica – filosofia con la prefazione del professore Mauro F. Minervini.

Remo Cantoni (1914-1978)

Nell’ancora oggi irrisolta interrogazione aperta in Italia dal complesso e multiforme lavoro di Remo Cantoni (Milano 14 ottobre 1914 – Milano 3 febbraio 1978) e nell’ambito di un rinnovato interesse per i nuclei filosofici e culturali proposti dall’opera del filosofo milanese, si inserisce, l’agile e puntuale compendio “Remo Cantoni tra filosofia e antropologia” scritto da Marta Toraldo.
Un lavoro dedicato ad una ampia e panoramica revisione del fondamentale rapporto esistente nella teoresi cantoniana tra la messa a fuoco delle nuove antropologie dell’uomo che sorgono dalla nascita delle scienze etnografiche nel Novecento e la crisi del pensiero filosofico classico, coinvolto nei fuochi divampanti e negli orrori ideologici e nelle prassi antiumane del secondo conflitto mondiale. I punti affrontati dall’autrice, mettono in rilievo una ricostruzione del percorso di teorico e filosofo di Remo Cantoni nelle sue trasformazioni teoretiche, nelle sue principali figurazioni ermeneutiche, esistenzialistiche, antropologiche e spirituali.


Marta Toraldo è nata nel 1991,vive e studia a Lecce; ha conseguito nel 2015 la laurea Magistrale in Scienze Filosofiche presso l’ Università del Salento. Nel 2009 ha pubblicato per I Voli nei Libri di Icaro la raccolta di versi  “Vie Fuggitive” con traduzione in inglese; del 2013 è “El vacio” pubblicato da Lupo con traduzione in spagnolo. Ha pubblicato Psychological Disorders and Social Distress Affecting Today’s Youth in Italy: The New Face of Adolescent Problems”in J Psychol Abnorm Child 2014;3: 114.
Per il Magazzino di Poesia di Spagine ha pubblicato nel 2015 “Rebus” e il saggio “Stare nell’assenza. Le derive sociali e il nichilismo dei giovani”.
Marta Toraldo con l’opera “Smarrimento” ha ottenuto a Spoleto, nel 2015, il secondo premio nella sezione giovani dell’ottava edizione del “Premio Wilde” Concorso Letterario Europeo bandito dalla Dreams Entertainment Associazione Culturale Ricreativa Italiana, confacente al progetto Cultura Europa, in collaborazione con l'OPE Osservatorio Parlamentare Europeo e del Consiglio d'Europa.

domenica 12 febbraio 2017

"Parole per un futuro possibile"



La copertina del libro di Diego Dantes

Mercoledì 15 febbraio, dalle 19.30, al Fondo Verri la presentazione
del saggio “Parole per un futuro possibile di Diego Dantes (iQdB Edizioni di Stefano Donno) interverranno il Consigliere regionale Saverio Congedo e il sindaco di Martano Fabio Tarantino. Modererà l’incontro Giorgio Pala presidente dell'associazione Carpe Diem.

Scrive nell’introduzione Ivan StomeoIl libro offre uno spaccato reale della Politica italiana: una Politica chiusa in se stessa, implosa per certi versi, in linea con una società "viziata", che non si riconosce più nel modello di Politica tradizionale. La “Democrazia partecipata” è il tema chiave del libro, lo strumento che permette alla Politica di uscire dalla chiusura, di smettere di essere autoreferenziale e di invertire la tendenza ponendo al centro, dello sviluppo di un paese la persona, il cittadino. Per fare questo bisogna ripensare al ruolo dei partiti ad oggi ridotti a soli comitati elettorali. Diego Dantes non si limita a fotografare lo stato in cui vivono le nostre comunità, ma scrive di come affrontare tali tematiche. Non basta porsi la domanda, bisogna osare provando a dare delle risposte, con i fatti, con le azioni, con il coinvolgimento degli attori principali delle nostre comunità, i cittadini. Proviamo ad interpretare le parole di don Tonino Bello pensando alla Politica non come una “costrizione alla logica dei partiti” ma come la valorizzazione della “irripetibilità della persona”. Persone che hanno a cuore le nostre comunità, persone che amano l'ambiente, persone capaci di coinvolgere i cittadini nelle decisioni governative. Persone alle quali viene chiesto un ulteriore sacrificio, non quello economico delle tasse come spesso accade, ma quello di diventare nei fatti i protagonisti dello sviluppo. Cittadini responsabili, persone attive da coinvolgere nella politica del “bene comune”, capaci di interpretare al meglio il cambiamento di questo straordinario Paese. Solo in questa logica ritorna centrale il ruolo dei partiti, chiamati ad uscire dalla loro chiusura strutturale e ad aprirsi come spazio attivo e condiviso alla società civile, ritornando alla “radice” stessa che lega i termini, Politica, città, molti. Il compito della Politica è fare in modo che l’Italia ritorni ad essere il Paese dell’accoglienza, della solidarietà, della cultura, del paesaggio, dei beni comuni e soprattutto delle persone attive”.

*Sindaco di Melpignano, Presidente dell’Unione della Grecìa Salentina, Presidente nazionale dell'associazione Borghi Autentici d'Italia.

Diego Dantes vive e lavora a Lecce. Nel 2006 ha conseguito la Laurea Triennale in Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano e nel 2008, sempre presso la stessa Università, la laurea magistrale in Istituzioni e Governo delle Autonomie Territoriali. Nel 2010 ha frequentato il Centro di Formazione Politica, a Milano, presieduto dal filosofo Massimo Cacciari, diretto dal prof. Nicola Pasini (Unimi), che sin da subito intendeva fornire un contributo di carattere culturale e politico alle ragioni autenticamente riformiste del Paese. Da sempre impegnato politicamente è un appassionato lettore di saggi storico/politici.

giovedì 9 febbraio 2017

"Indovina chi?" di Giulio Schirosi e Veronica La Greca



Sabato 11 febbraio, dalle 19.30, al Fondo Verri il vernissage di “Indovina chi?” mostra di Giulio Schirosi e Veronica La Greca.



“Nessuno è il mio nome.
Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni.”
Odissea libro IX

Gli spazi di ricerca sull’identità, mitica domanda esistenziale dell’uomo sull’uomo stesso, possono avere molteplici sviluppi, direzioni, “ambienti”. Vivono anzi di soluzioni infinite ed infinitesimali.
E se dovessimo far camminare a braccetto la ricerca sull’identità, con la ricerca di identità nello spazio? Quale Identità? Quale Spazio? Le Identità si trovano nello spazio o sono Identità spaziali?
Esistono spazi nelle Identità o è necessario far spazio alle Identità?

A proposito di Spatium, agevoliamoci l’ingresso nel guazzabuglio ludico proposto considerandolo come:
-       Porzione di terra;
-       Distanza fisica tra due punti;
-       Intervallo di tempo tra due avvenimenti;
-       Luogo in cui vivere e dimorare *dimorare <DEMORARI: tardare, indugiare, attendere, fermarsi.

Il percorso espositivo, quindi, viaggia e indugia, tra illustrazione, pittura, e fotografia, con l’intento effettivo ed unico di giocare a collocare la persona nello spazio o lo spazio nella persona.
Tralasciando, secoli di letteratura e speculazione filosofica e quantica, in tal senso, la proposta di questa esposizione non attende né risultati scientifici, né un conseguimento gnoseologico di tipo esistenziale, né, tantomeno raccolte di dati istat, in base alle vostre immaginazioni, fantasiose o meno.
Si configura, semmai, come proposta di gioco interattivo, di input ludico, più abile a generare una esondazione di dubbi e scetticismi arguti, che a fornire risposte sapienziali.
Sono le figure antropomorfe di La Greca, primeve di tratto, come di fisionomia, che subendo nel tempo un’identità per lo più di genere, vanno incontro alla gradualità d’affollamento ,di paesaggi e ambienti fotografati da Schirosi, o sono gli spazi ad impossessarsi delle figure?
Soluzioni di identikit, soliti ignoti, inediti noti,  collassi di spazio- tempo fagocitati da espressioni e mimiche facciali, personalità  più o meno affollate di una stanza piena, o più deserte di una landa desolata,luoghi aperti e menti chiuse, o dimensioni opprimenti con soffritto di corpi commisti?

Provate ad indugiare a demorari, attardandovi, o anche sbrigandovi, purché proviate a tentare INDOVINA CHI, il gioco possibilista, scevro di soluzione definitiva.

Lara Gigante