giovedì 31 maggio 2018

Lo scrittore Stefano Bonazzi al FV


Lo scrittore Stefano Bonazzi al Fondo Verri
venerdì 1 giugno 2018, alle 20.00
presentato da Graziano Gala



“E, comunque sia, si trema sempre”: verrebbe voglia di scomodare le lettere di Kafka, il suo impetuoso soffrire e dolersi, la sua paura per ciò che è stato e per ciò che può inesorabilmente essere nel raccontare la storia del Davide Miriani di Stefano Bonazzi, una storia fatta di convulsioni, panico e paura – tanta – di non essere mai all’altezza del caso di specie.
Stefano Bonazzi, autore de “L’abbandonatrice”, romanzo edito da Fernandel e fresco di ristampa, sarà in Puglia per due presentazioni delle vicende che riguardano il protagonista Davide Miriani e i suoi compagni di sventura: l’1 giugno a Lecce, presso il Fondo Verri dalle 20,00, accompagnato dallo scrittore Graziano Gala, in compagnia della voce di Pasquale Santoro e della chitarra di Marco Garofalo e il 2 giugno, alle 19,00, a Tricase presso la Libreria “Marescritto”. Sarà questa l’occasione per fruire di un romanzo definito da Amneris di Cesare in “Babette Brown” come “corale, capace di raccontare il dolore attraverso gesti, parole e suggestioni, esaminare sentimenti e sensazioni con precisione chirurgica e sezionarli, analizzandoli, con meticolosità da autopsia.”

Il testo inizia con un crollo, uno svenimento quasi provvidenziale, che consente al Miriani la conoscenza di Sofia, figura totale e duratura negli anni a venire: i due personaggi – anzi, vorremmo dire i tre, giacché subentra nella narrazione la figura di Oscar, giovane pianista dall’umore vacillante – concretizzeranno un rapporto di forte dipendenza e mutua assistenza in una Bologna universitaria fatta di cenere, silenzi ed alcoliche distese di vetro. Passato scomodo, quello dei tre, e futuro da decifrare mediante aspirazioni e professioni nelle quali arte e bravura devono, talvolta, accompagnarsi ad una massiccia dose di fede laica e strenua resistenza: Davide scatta, sviluppa e custodisce negativi, Sofia lascia ogni sofferenza sul legno marchiandolo col fuoco e pirografandolo e Oscar accarezza tasti bianchi e neri affidando a melodie tristi un’inquietudine interna. Tre esistenze complesse, macchiate, che vanno ramificandosi, con un sentimento – quello tra i due uomini – che coinvolge puntualmente, e scivolosamente, la figura di Sofia: non basterà il suo abbandono e la sua scomparsa a risolvere delle vite intricate dalla nascita.

Frate Giuseppe da Copertino al FV


Giovedì 31 maggio al Fondo Verri, alle 20.00
URA Teatro presenta
Per Obbedienza, dell’incanto di frate Giuseppe
con Fabrizio Pugliese



drammaturgia Francesco Niccolini e Fabrizio Pugliese
regia Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese
coprodotto da I Teatri del Sacro 2015
grazie a Enrico Messina (Armamaxa)

La grande storia di un piccolo uomo fuori dall'ordinario: Giuseppe da Copertino, santo.Una storia picaresca, comica, commovente, una vocazione sublime, l'amore bellissimo eassoluto di un giovanetto al limite dell'autismo che si innamora perdutamente de la mamma sua: la Madonna.
La storia di un ragazzo semplice, anzi “semplice e idiota”, così ne parlava C. Bene, una delle fonti d’ispirazione per questo lavoro, ma un idiota capace di strapparsi da dosso tutte le zavorre, capace di staccarsi da terra perchè capace di svuotarsi dal pensiero, incantato, a ‘vuccaperta’ metafora di un sud azzoppato a cui non resta che volare. Nell’estasi, più che vedere, il soggetto diventa lui stesso madonna, divinità, demone, a seconda; così di San Giuseppe: è il divino che muove verso di lui, non il contrario. Giuseppe va in estasi con una facilità incredibile: l’unica differenza rispetto ad altre estasi, dove lo spirito abbandona un corpo immobile, sta nel fatto che lui il corpo se lo porta con se, in volo; quel corpo martoriato da digiuni e flagellazioni diventa una pagina dove è disegnato tutto il suo amore verso la Madonna , tutta la sofferenza di quel mondo che lui non comprende, non da sveglio, certo, e non secondo un pensare quotidiano, ma che sente dentro di se; non basta lo spirito: Giuseppe ha bisogno di portare con se, in volo, le prove di questa sofferenza.
Senza saperlo, quel santo “idiota” mostra la nostra di inadeguatezza, il nostro bisogno di dare sempre un ordine razionale alle cose, l’incapacità, o paura, di perderci magari davanti ad un affresco, riconducendo alla “potenza simbolica del figurativo” le emozioni che il racconto segreto di quelle immagini ci suscita...
Tutto il lavoro di ricerca, di fonti storiche, di leggende popolari porta nel nostro lavoro all’elaborazione di un testo per attore unico; un narratore e uno sgabello malfermo su cui siede, in bilico anche lui, in procinto di cadere, o di volare, forse.

Video-promo realizzato durante il festival Teatri del Sacro, Lucca, giugno 2015
https://www.youtube.com/watch?t=286&v=LTDTpcDs0Xg

lunedì 28 maggio 2018

La ricerca di Maria Grazia Carriero


Martedì 29 maggio 2018, alle 19.00
la presentazione del libro
“Arte e ricerca etnografica – Il laùru: i luoghi, gli incontri, le testimonianze”
di Maria Grazia Carriero (Progedit)

La copertina del libro edito da Progedit


Martedì 29 maggio 2018, alle 19.00, al Fondo Verri, la presentazione del libro “Arte e ricerca etnografica – Il laùru: i luoghi, gli incontri, le testimonianze” di Maria Grazia Carriero edito da Progedit nella collana: Antropologia e mediterraneo.

I fenomeni legati alla realtà dell’uomo, alla memoria, alle relazioni tra soggetto/oggetto/simbolo e potere evocativo, comunicativo, magico e apotropaico sono punto di partenza e ispirazione per la ricerca artistica di Maria Grazia Carriero. L’esplorazione di antiche credenze e le forme in cui si manifestano, trovano spazio in un percorso caratterizzato dalla ricerca della narrazione. Una figura particolarmente emblematica pervade alcuni luoghi ed è il soggetto principale di antichi racconti: Il laùru. Si narra di oggetti che inspiegabilmente cadono al suolo durante la notte, sensazione di soffocamento, lividi sul corpo, crini di cavallo intrecciati,  di donne o bambine con ciocche di capelli tagliate. L’indagine prende forma attraverso la trascrizione di 38 videointerviste, svolte in diversi comuni pugliesi, ma il fenomeno è noto con altri nomi a seconda delle aree geografiche, delle relative culture e dialetti.

Intervengono:
Arch. Maria Piccarreta (Dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto).

Alessandro D’Amato (Funzionario Demoetnoantropologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto).

Eugenio Imbriani (Direttore scientifico della collana Antropologia e Mediterraneo della casa editrice Progedit, insegna Antropologia culturale e Storia delle tradizioni popolari nell’Università del Salento.

Lorenzo Madaro (Curatore e docente di storia e metodologia della critica d’arte all'ABA di Lecce, ha curato la prefazione del libro).

Maria Letizia Paiato (Storico e critico dell’arte, insegna Storia dell'arte contemporanea ­all'ABA di Lecce).

Coordina il prof. Antonio Basile (Docente di Antropologia culturale all’ABA di Lecce, direttore scientifico del Museo Etnografico “Alfredo Majorano” di Taranto, autore della postfazione del libro).
Reading teatrale di Francesca Greco (performer) accompagnata dalle musiche originali di Gianfranco Rongo (organettista).

Sarà presente l'editore Gino Dato.


Maria Grazia Carriero (Gioia del Colle, BA, 1980), arista e docente di Discipline pittoriche, si forma in Arti visive e discipline per lo spettacolo, indirizzo pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Protagonista di numerose mostre personali e collettive, vanta importanti partecipazioni a rassegne di video d’artista alla Fabbrica del Vapore (DOCVA) di Milano e alla Fondazione Merz di Torino; nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia espone al Rathaus di Stoccarda. Finalista nel 2012 del Premio Zingarelli Rocca delle Macìe, ha esposto in prestigiose istituzioni pubbliche e private, dalla galleria Pall Mall di Londra ai Kantieri Teatrali Koreja di Lecce e alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare.

lunedì 21 maggio 2018

Compianto per i bambini siriani

L’appuntamento:
Lecce, 23 maggio 2018 – ore 19.30

FONDO VERRI
Via Santa Maria del Paradiso, 8 – Lecce

COMPIANTO PER I BAMBINI SIRIANI
Iniziativa culturale e umanitaria promossa da: Osservatorio Torre di Belloluogo e Fondo Verri
In Memoria di Annamaria Massari e Antonio Leonardo Verri nel 25° anniversario della scomparsa
Interventi: Maria Luisa Piemontese (in rappresentanza di Carla De Nunzio)
Mauro Marino, Maurizio Nocera , Piero Rapanà
Interventi musicali: Francesco Porpora (oboe), Beniamino Piemontese (tromba)
La Cittadinanza è invitata a partecipare

L’incontro ha il patrocinio
 dell’Amministrazione Comunale della Città di Lecce
e dell’Ammnistrazione Comunale di Caprarica di Lecce
***
La  “Nenia funebre per i Bambini siriani” di Beniamino Piemontese
di Costantino Piemontese
Premetto che non è facile commentare un’opera frutto di una persona conosciuta, soprattutto quando ben si conosce il carattere e lo stato d’animo dell’Autore, il mio gemello Beniamino.
Comincerei col dire che quest’Opera è una composizione straziante, una musica che ti trascina in uno stato di dolorosa prostrazione.
La successione del motivo, di quello che sembra un grido singhiozzato, che perdura in tutti i 4 Movimenti, ti riporta alle immagini strazianti delle città dei campi siriani puntellati da corpi di bambini feriti spezzati mutilati dilaniati.
E se la musica è la voce della coscienza, il grido straziante emesso dalla tromba di Beniamino è l’urlo di disperazione di Dio per il sangue dei Bambini siriani che gli uomini hanno versato come un fiume sulla terra, per colpa della loro stramaledetta voglia di potere.
Se il mio parere da appassionato ascoltatore di musica, vale qualcosa, poi, è che quasi sempre il Compositore non è il migliore Esecutore di un suo pezzo.
Ma in questo caso, conoscendo il percorso musicale del mio gemello Beniamino, che parte da quei lontani anni ’60 e che continua fino all’oggi, si capisce ascoltando questa sua Opera che egli esprime ed interpreta il Pentagramma con lo strumento a fiato in una singolare fusione tra tecnica esecutiva e approccio emotivo, ogni volta in modo irripetibile.
Beniamino hai portato a compimento, con quest’Opera, una parte importante del suo percorso di Compositore.
La strada che egli ha ancora davanti, come Esecutore, potrebbe indurre a soffermarsi su alcuni discordanze tra ciò che si intuisce che fosse espresso e quanto espresso “in diretta”.
Comunque, tutto ciò è solo il modesto parere di una persona che conoscendo fin troppo bene il Compositore non può restare freddo, distaccato e razionale nella critica.
Che dire di più? Complimenti.
Con l’Augurio che questa dolente voce di Tromba sia ascoltata!!!
Costantino Piemontese

venerdì 18 maggio 2018

Nicola Vacca e Mario Pugliese al Fondo Verri

"Dal tratto alle parole" di Mario Pugliese e Nicola Vacca
(I quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
domenica 20 maggio 2018 sarà presentato ufficialmente per la prima volta in Puglia al Fondo Verri di Lecce in via Santa Maria del Paradiso 8 da Alessandro Vergari e Giuseppe Scaglione (critici letterari) e l’editore Stefano Donno che dialogheranno con gli autori. Si comincia alle 19,00.

L’incontro è organizzato da I Quaderni del Bardo Edizioni, I Libri di Icaro, Fondo Verri e Associazione Thorah. 
 
 

Mario Pugliese ha preso in mano la matita e ha reso omaggio ad alcuni grandi della letteratura." È un viaggio rapido e incisivo tra i ritratti di scrittori e poeti che si sono opposti all'imperativo massificante del quieto vivere e si sono donati al demone della scrittura,spillando inchiostro dalle proprie vene". (Dalla prefazione di Alessandro Vergari)
"Per entrambi a tenere le fila concettuali di questo progetto, al contempo limpido e complesso, si pone il sentimento stesso del Novecento. Lavorando a questo libro sia Vacca che Pugliese hanno scandagliato non solo quanto di iconico ha espresso il secolo breve, ma ne hanno ricercato le verità più profonde, a volte le più nascoste". (Dalla postfazione di Giuseppe Scaglione)

Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. Svolge, inoltre, un’intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia contemporanea.

Mario Pugliese, classe 1964, figlio d’arte diplomato al liceo artistico di Bari,successivamente si specializza a Udine in grafica pubblicitaria. Partecipa a numerose mostre e fiere in Italia e all’estero. Collabora con diversi artisti e musicisti alla divulgazione dell’arte e della musica come strumento di comunicazione. Le sue opere sono presenti in edifici pubblici e privati.

mercoledì 16 maggio 2018

La ricerca di Maria Grazia Carriero


Martedì 29 maggio 2018, alle 19.00, al Fondo Verri, la presentazione del libro “Arte e ricerca etnografica – Il laùru: i luoghi, gli incontri, le testimonianze” di Maria Grazia Carriero edito da Progedit nella collana: Antropologia e mediterraneo.




I fenomeni legati alla realtà dell’uomo, alla memoria, alle relazioni tra soggetto/oggetto/simbolo e potere evocativo, comunicativo, magico e apotropaico sono punto di partenza e ispirazione per la ricerca artistica di Maria Grazia Carriero. L’esplorazione di antiche credenze e le forme in cui si manifestano, trovano spazio in un percorso caratterizzato dalla ricerca della narrazione. Una figura particolarmente emblematica pervade alcuni luoghi ed è il soggetto principale di antichi racconti: Il laùru. Si narra di oggetti che inspiegabilmente cadono al suolo durante la notte, sensazione di soffocamento, lividi sul corpo, crini di cavallo intrecciati,  di donne o bambine con ciocche di capelli tagliate. L’indagine prende forma attraverso la trascrizione di 38 videointerviste, svolte in diversi comuni pugliesi, ma il fenomeno è noto con altri nomi a seconda delle aree geografiche, delle relative culture e dialetti.

Intervengono:
Arch. Maria Piccarreta (Dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto).

Alessandro D’Amato (Funzionario Demoetnoantropologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto).

Eugenio Imbriani (Direttore scientifico della collana Antropologia e Mediterraneo della casa editrice Progedit, insegna Antropologia culturale e Storia delle tradizioni popolari nell’Università del Salento.

Lorenzo Madaro (Curatore e docente di storia e metodologia della critica d’arte all'ABA di Lecce, ha curato la prefazione del libro).

Maria Letizia Paiato (Storico e critico dell’arte, insegna Storia dell'arte contemporanea ­all'ABA di Lecce).

Coordina il prof. Antonio Basile (Docente di Antropologia culturale all’ABA di Lecce, direttore scientifico del Museo Etnografico “Alfredo Majorano” di Taranto, autore della postfazione del libro).
Reading teatrale di Francesca Greco (performer) accompagnata dalle musiche originali di Gianfranco Rongo (organettista).

Sarà presente l'editore Gino Dato.


Maria Grazia Carriero (Gioia del Colle, BA, 1980), arista e docente di Discipline pittoriche, si forma in Arti visive e discipline per lo spettacolo, indirizzo pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Protagonista di numerose mostre personali e collettive, vanta importanti partecipazioni a rassegne di video d’artista alla Fabbrica del Vapore (DOCVA) di Milano e alla Fondazione Merz di Torino; nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia espone al Rathaus di Stoccarda. Finalista nel 2012 del Premio Zingarelli Rocca delle Macìe, ha esposto in prestigiose istituzioni pubbliche e private, dalla galleria Pall Mall di Londra ai Kantieri Teatrali Koreja di Lecce e alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare.