domenica 26 aprile 2020

Che fecero l’Italia! #25aprile2020








Da dove veniamo? Chissà forse è solo un pensiero sentimentale. Di mancanza.
Quei riverberi che ti portano indietro, al bisogno di avere degli eroi. Un “epopea” dietro le spalle.
La saga della Storia dove attaccarti per poter interpretare un presente non più interpretabile.
Ci rimangono le narrazioni per ritrovarli gli eroi.
Eroi semplici, guerrieri per necessità, per desiderio di ritrovare e dare senso a ciò che non ne aveva più! La ricerca di questo senso è stata la Lotta di Liberazione.
Scegliamo dei frammenti che ci raccontano l’ordinario, l’attesa, il quotidiano di quei lontani giorni che fecero l’Italia! (M.M.)

Quattro frammenti di narrazioni ispirate e vissute dagli autori negli anni della Resistenza al nazi-fascismo. 


https://soundcloud.com/user-388325014/da-il-sentiero-dei-nidi-di-ragno-di-italo-calvino
Su soundcloud un frammento da “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, romanzo pubblicato nel 1947 da Einaudi, ambientato in Liguria all'epoca della seconda guerra mondiale.


https://soundcloud.com/…/da-lagnese-va-a-morire-di-renata-v…
Su soundcloud un frammento da "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò edito nel 1949, romanzo tra i più intensi tra quelli dedicati alla Resistenza.

https://soundcloud.com/…/da-polenta-e-sassi-di-emilio-sarzi…
Su Soundcloud un frammento da "Polenta e sassi" di Emilio Sarzi Amadè.

https://soundcloud.com/…/da-uomini-boschi-e-api-di-mario-ro…
Su soundcloud un frammento da “Uomini, boschi e api” di Mario Rigoni Stern, pubblicato nel 1980 da Einaudi.



 




mercoledì 22 aprile 2020

Per #iorestoacasa #radioFondoVerri presenta "Danilo Dolci Poema Umano"



Per #iorestoacasa, #radioFondoVerri propone l’ascolto
di “Danilo Dolci Aus ‘Poema Umano’ | 1974

https://soundcloud.com/user-388325014/danilo-dolci-poema-umano-traccia-1

Un prezioso cofanetto donato al Fondo Verri da Antonella Agnoli in occasione di un incontro dedicato al poeta e maieuta nonviolento, anteprima dello spettacolo di Giuseppe Semeraro “Digiunando davanti al mare” (Principio Attivo Teatro, regia di Fabrizio Saccomanno, testo di Fabrizio Niccolini).

Con Theresia Bothe, canto, chitarra
Claudia Avila, canto
Katharina Heutjer, violino e registratore
Peter Croton, chitarra
Michelangelo Rinaldi, piano e friscalettu
Daniela Dolci, recitazione

***

Se l’occhio non si esercita, non vede,
se la pelle non tocca, non sa,
se l’uomo non immagina, si spegne.
Quasi ho pudore a scrivere poesia
come fosse un lusso proibito
ormai, alla mia vita.
Ma ancora in me
un ragazzino canta
seppure esperto di fatiche e lotte,
meravigliato dei capelli bianchi
d’essere ancora vivo,
necessitato d’essenzializzarsi:
e al varco d’un malanno scrive versi
come una volta
quando il silenzio diventava colmo
futuro, chiarore che bruciava
la fatica del fare successivo.
Nel mio bisogno di poesia, gli uomini,
la terra, l’acqua, sono diventati
le mie parole.
Non importano i versi
ma in quanto non riesco a illimpidirmi
e allimpidire, prima di dissolvermi,
invece di volare come un canto
l’impegno mi si muta in un dovere.



Per #iorestoacasa #radioFondoVerri presenta "Il circo capovolto" di Milena Magnani



Ecco, per #iorestoacasa, #radioFondoVerri vi propone l'ascolto del recital tratto dal romanzo di Milena Magnani, "Il circo capovolto" che ricorda l'olocausto di Rom, Sinti e Camminanti, il libro è stato recentemente pubblicato in una nuova edizione da Kurumuny.

https://soundcloud.com/user-388325014/il-circo-capovolto-di-milena-magnani
Il recital è stato proposto dal Fondo Verri, lo scorso 27 gennaio, negli spazi del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, in occasione della Giornata della Memoria 2020, in collaborazione con l'Associazione Presidi del Libro e il Polo Biblio Museale di Lecce.
La voce è di Piero G. Rapanà i suoni di Donatello Pisanello.
“Il circo capovolto” è un romanzo che attraverso la storia di Branko, discendente di una famiglia di circensi ungheresi, ci racconta un olocausto “dimenticato” che è l’olocausto rom e di tante famiglie dello spettacolo viaggiante. Attraverso due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno, il capo circo Nap Apò, si dipanano le vicende di due generazioni di rom, la prima è finita nei campi di sterminio mentre la successiva è finita nei campi rom alle periferie delle grandi città in mezzo agli scarti della globalizzazione.
È un canto che parte dall’Ungheria, da quella Budapest invernale dove Branko, poeta e sognatore, è cresciuto guardando passare l’acqua lenta della Duna, svolgendo il mestiere umile di montatore di impalcature, un percorso di vita normale dentro al quale, solo a un certo punto, gli viene offerta dal padre Sándor l’opportunità di aprire uno spiraglio su una memoria rimossa, e di ritrovare le tracce di quel piccolo patrimonio di famiglia, il Kék Circusz, che lungo il suo percorso assoldava artisti pieni di talento e pareva carico di promessa prima di scomparire ad Auschwitz Birkenau ed essere scaraventato nell’oblio della memoria.
Un passato che riemerge imprevedibilmente e porta Branko a cercare in un vecchio fienile dieci scatoloni che contengono i materiali del circo di famiglia nascosti dal nonno prima di tentare la fuga fallimentare che lo avrebbe portato inesorabilmente al campo di sterminio.
È con quei dieci scatoloni che Branko lascia la sua vita regolare a Budapest e approda in un campo baracche alla periferia di una grande città europea dove trova come interlocutori un gruppo di bambini rom insieme ai quali tenta di ricostruire la trama di un discorso interrotto e, insieme a quel discorso, cerca di ritrasmettere la passione per quell’arte circense che sonnecchia muta nel suo cuore.


Per #iorestoacasa da #radioFondoVerri presenta "La Mirabile Visione - Frammenti dalla Vita Nova di Dante Alighieri



La Mirabile Visione – Frammenti dalla Vita Nuova
#iorestoacasa #radioFondoVerri #simonegiorgino #dantealighieri

https://soundcloud.com/user-388325014/la-mirabile-visione-traccia-1

La Mirabile Visione (Bottega Libraria 2009) è una lettura antologica – introdotta e commentata da Luigi Scorrano e interpretata da Simone Giorgino – del primo lavoro letterario attribuito con certezza a Dante Alighieri, la Vita Nova, opera in versi e prosa che il poeta scrisse prima dei trent’anni, fra il 1292 e il 1293. La vicenda si incentra intorno a un’esperienza d’amore idealizzata, quella del poeta per Beatrice, ripercorsa in un avvincente diario intimo che alcuni fra i più autorevoli critici considerano preludere alla Divina Commedia. La Mirabile Visione si sofferma su alcuni frammenti scelti dell’opera: il primo incontro, avvenuto a soli nove anni, fra Dante e Beatrice; il saluto di lei, di nove anni successivo, che incoraggia il poeta, turbato e confuso, a descrivere il proprio amore per la donna amata; il sogno/profezia della morte di Beatrice; e, infine, l’anticipazione del “poema sacro”.

Selezione antologica, regia e voce recitante: Simone Giorgino
Collaborazione alla selezione antologica: Luigi Scorrano
Registrazione in studio: Claudio Prima

Musiche non originali:
Jan Garbareck, Officium, ECM 1994
Sequentia, Ensemble fur musik des mittelalters, Dante and the troubadours BGM 2004
Millenarium, Chanson de troubadours, Outhere 2005

sabato 11 aprile 2020

Per #iorestoacasa VERRI Antonio Leonardo, uno spettacolo di scrittura



VERRI Antonio Leonardo // Spettacolo di scrittura
Quello che #radioFondoVerri vi propone per #iorestoacasa è uno “Spettacolo di scrittura”, quella di Antonio Leonardo Verri interpretata dalle voci di Simone Giorgino e di Piero Rapanà e dai suoni di Claudio Prima e Fabrizio Piepoli. I brani letti a voce alta sono tratti da “Il pane sotto la neve” (1983) nell’edizione curata per Kurumuny da Maurizio Nocera (2003), da “Antonio Galateo – Fabbricante d’Armonia” edito da Erreci Edizioni nel 1985,
Le musiche che ascolterete sono “Marie Merci”, “Ferma Zitella” cantata da Claudio Prima e “Snoshti Minav Niz Kozhuv Planina” cantata da Fabrizio Piepoli tratte dall’album di Tabulè “Marie merci” del 2003 e “Favole” cantata da Maria Mazzotta tratta da “Penelope” disco degli Adria del 2010.

https://soundcloud.com/user-388325014/verri-antonio-leonardo-uno-spettacolo-di-scrittura-traccia-1

Piccola storia di Antonio Leonardo Verri

Ehi, guarda! C'è una 126 blu, una scatoletta che porta in giro un gigante, su e giù per il Salento, per cose di Cultura. Una faccenda di "affaccenda-menti", cultura militante, pura, emotiva, istintiva; per niente accademica! Per niente proprio, perché Antonio Leonardo Verri - il poeta nato a Caprarica di Lecce il 22 febbraio del 1949, figlio della terra, di mamma Filomena e di papà Raffaele - non s'era voluto laureare, tanto era preso dalle parole...
«Che il tempo è poco», si diceva, «è inutile sprecarlo per il "titolo", meglio mettere le mani al fare». E via ad "affaccendar menti", a dar da fare, progetti di fogli, di riviste, di libri sempre più azzardati...
Osare, osare solo così si poteva tentare di dare visibilità alla "stupenda generazione" che Verri, il poeta, da poeta, percepì e costruì negli anni Ottanta, memore di quegli altri che prima, per tutto il Novecento, s'erano dati da fare per dare lustro, dignità e forma al Salento, alla sua identità culturale. L'esempio massimo Antonio Leonardo Verri lo trovava in Girolamo Comi, il barone di Lucugnano, che, giù giù, a Finibus Terrae, nel 1948, dopo essere stato a Parigi, a Milano, a Roma, diede vita, con una bella compagine di sodali, all'Accademia Salentina, una comunità letteraria, un cenacolo, un convivio che si mise a pensare a come la cultura, il far rivista, L'Albero, si chiamava quella che s'inventarono, poteva muovere e far più ricca l'identità salentina. Così fece Verri con il suo Pensionante de’Saraceni , negli anni Ottanta, partendo da via Milite Ignoto, a Caprarica. Pensate, nella terra del "mamma li turchi", dei Martiri d'Otranto, Verri, s'era fatto, "Pensionate de' Saraceni" colui che accoglie lo straniero, il diverso, il nemico... il saraceno, il turco... E via su e giù per il Salento con la scatoletta blu... A concertare sogni! Ah quei sogni... Premonizioni proprio, veggenze... Quante nella sua scrittura... Poeta, da poeta, vedeva chiaro, e ciò che scriveva diventava realtà, o faceva in modo che lo diventasse... "Fate fogli di poesia poeti", recita il suo manifesto, prendetevi un teatro per farci dentro una rivista, amate i poeti beoni… ah il suo Edoardo, il suo Salvatore Toma, quanta passione, quanta cura per le loro disperate vite! Poi, venne un sabato, e le sua grida... E fu subito domenica, una domenica di pianto, per molti che da tutta la puglia giunsero qui, orfani del fabbricante d’armonia… Chissà se quel grido ha avuto il tempo di concertarlo, volando, con la scatoletta blu come un proiettile incontro alla morte, era il 9 maggio 1993.
Un aristocratico è un contadino, Comi e Verri, innamorati della propria terra, senza se e senza ma, a lavoro per dar lustro a una cultura antica di millenni, aperta al mare. Come la prora d'una nave Verri s’immaginava il Salento, la Nave Castro, che imbarca generi diversi, lingue, esperienze creative andando incontro all'altro, coinvolgendolo nell'avventura del Fare.

Mauro Marino

Per #iorestoacasa Trobar leu di Simone Giorgino


Ecco la nuova proposta di #radioFondoVerri per #iorestoacasa il Torbar leu di Simone Giorgino, con il poeta la voce di Ilaria Seclì e il flauto di Gianluca Milanese.

https://soundcloud.com/user-388325014/simone-giorgino-trobar-leu-traccia-1
Trobar leu: il titolo è fuorviante. Non c’è leggerezza nelle poesie che seguono, semmai volatilità (angeli, pulviscoli, celicole). Volatile è anche la scrittura, che non è un precipitato di una mia esperienza delle cose, ma un precipitare – o meglio un vorticare: non c’è alto e basso in questa ‘mappa’ – dietro alcuni indizi di senso. La poesia non è mai sufficiente alla vita. Per questo m’interessano i progetti che non pretendono di fissarle, l’una o l’altra, in una forma stabile: ai testi conclusi, definitivi, preferisco la precarietà degli appunti, oppure l’incoerente volontà (finzionale e no) di cancellarli. Il libro raccoglie alcune poesie che non sono ancora finite, ma che forse possono ‘bastare’ e ‘funzionare’ anche così. È la storia di un taccuino e del suo proprietario, un tizio che abbozza due tre versi, cerca come può le sue ragioni, s’illude persino di trascriverle; e poi, immancabilmente, ritratta tutto e si scervella su un’ipotesi di stralcio. Infine, estenuato, dirotta tutto il suo agonismo sull’esercizio di una vocalità sempre più afona, sul brio di una ‘musica’ ormai rarefatta, volatile.

S.G.