lunedì 30 dicembre 2013

Di storie scritte e cantate


Francesca Romana Perrotta

Quarto appuntamento per Le Mani e l’Ascolto. Il 2013 del Fondo Verri si chiuderà oggi lunedì 30 dicembre con due i libri: la controversa storia d'amore raccontata ne “Le ali del gabbiano” opera prima di Vincenzo Pisanò, Edizioni Segno e con la raccolta di racconti “Una matinée al Santalucia”, di Rocco Boccadamo, AGM edizioni.

La copertina del libro di Rocco Boccadamo
la copertina del libro di Vincenzo Pisanò

Due diversi percorsi nel sentimento, nel sentire l'altro e i luoghi che accolgono la vita, le sue attese e le sue emozioni. Le canzoni saranno quelle di Luigi Mariano e Francesca Romana Perrotta, due amici, due chitarre acustiche all'unisono, due cantautori salentini, pluri-premiati in vari concorsi nazionali e con dischi ("Asincrono" di Luigi, "Vermiglio" e "Lo specchio" di Francesca). Suonano assieme dando in parte spazio alle loro canzoni, ma nel loro repertorio non mancano i più famosi e grandi "classici" della canzone italiana d'ogni tempo, da quella più raffinata a quella più popolare, da Gaber a De André a Dalla a Fossati a Conte a Battisti, senza trascurare anche puntatine negli anni '60, per intrattenere gli ospiti con musica raffinata e di qualità.

Le Mani e l'Ascolto torneranno giovedì 2 gennaio con due libri di Maurizio Nocera, due vere e proprie “opere editoriali” il  “Profilo di don Pablo”, poema edito dalla prestigiosa casa editrice Tallone e “La pietra àzulum, nel cuore delle Ande" di Maurizio Nocera “ edito dall'altrettanto straordinaria  "léndaro G. càmiless &dizioni clandestine”. Il libro inteso come oggetto “unico”, pregiato, da accudire nel suo farsi e nel suo destino, nella consegna al lettore. Questo il messaggio nella serata che apre il 2014, che vedrà la partecipazione del pittore Antonio Massari in qualità di lettore.
Il contrappunto musicale sarà a Rocco Causo che si esibirà in “Clarinettisticamente parlando”

domenica 29 dicembre 2013

Con i "raccattastorie"

Terzo appuntamento per Le Mani e l’Ascolto rassegna realizzata dall'Associazione Culturale Fondo Verri Presidio del Libro di Lecce con l’Amministrazione Comunale di Lecce.


La copertina de L'isola sulla terra di Edoardo Micati per Città Futura edizioni

Domenica 29 dicembre un esordio letterario quello di Edoardo Micati che presenta “L'isola sulla terra”, Citta Futura edizioni. L'autore, leccese, ha per oltre quarant’anni lavorato come rappresentante di abbigliamento in Puglia e Basilicata. Spesso gli è capitato di ascoltare fatti, avvenimenti riguardanti passato. Storie piccanti, sarcastiche, di spasso, di sdegno, divertenti, il repertorio umano, come sappiamo, è infinito e la cronaca diventa cuntu, racconto... tutte le volte che ne ascoltava una nuova, mentre era nell'auto solo con se stesso, Micati si diceva: "quando smetterò con questo lavoro scriverò un libro.....", così è stato.


Max Vigneri

La musica della serata sarà quella del  “Raccattastorie” Max Vigneri accompagnato da Josh Chiriatti al piano e da Maurizio Cianfano alla chitarra.

sabato 28 dicembre 2013

Tre per una sera

Raffaele Vasquez ritratto da Marco Perulli
Secondo appuntamento, sabato 28 dicembre, dalle 19.30, con Le Mani e l’Ascolto consuetudine - dell'Associazione Culturale Fondo Verri Presidio del Libro di Lecce -  nel cartellone che l’Amministrazione Comunale di Lecce stila e promuove per le festività del Natale e del Capodanno.  L'edizione 2013-2014 guarda in particolare alla scena degli autori e dei catautautori salentini, alla canzone, nuova frontiera della prolifica scena musicale nostrana - senza escludere la musica classica e la ricerca. Il primo cantautore ospite sarà il “curioso, eclettico, romantico, elegante” Raffaele Vasquez che presenta “Me”.

La copertina del libro di Walter Spennato edito da Besa

Con lui due autori. Walter Spennato con il suo libro “Quanto mi dai se ti uccido?” edito da Besa una beffarda immersione nella “banalità della cronaca che ripete assassini e crimini efferati, e te li racconta come si parlasse della lista della spesa. Il libro è corredato da illustrazioni a colori realizzati appositamente da Laurina Paperina, la prefazione è stata affidata alla nota attrice Anna Mazzamauro. 


La copertina di Filastre edito da Lupo
L'altro ospite è il regista Gianni De Blasi al suo esordio letterario con “Filastre”, cantilene e parolacce scritte in bianco e nero dall'autore ed illustrate a colori “per un libro che si gira leggendolo” dall'artista Francesco Cuna. A Martano si presenta "Filastre" esordio letterario del regista Gianni De Blasi
"Scrivo filastre - racconta Gianni De Blasi - da circa dieci anni, ce ne sono molte infatti che ho scelto di tenere fuori. Le scrivo da quando in una situazione di smarrimento interiore ho iniziato a pensare ad alcune situazioni negative in rima. Fare questo mi faceva star meglio, mi rendeva tutto un po’ più chiaro e più lieve".

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venerdì 27 dicembre 2013

Si apre oggi - venerdì 27 dicembre - le Mani e l'Ascolto


Un'immagine di Vittorio Pagano in un disegno di Santa Scioscio

La dedica che apre e titola la rassegna – oggi venerdì 27 dicembre - è a Vittorio Pagano, “l'altro Vittorio”, l'irregolare. Intellettuale e poeta leccese Vittorio Pagano - nato a Lecce nel 1919 e qui scomparso nel 1979 - è “una di quelle autentiche figure di intellettuali avide di cultura che si trovano a volte con stupore in provincia” così lo ricordava Maria Corti. Pagano con il coetaneo Bodini soprattutto e con Girolamo Comi, Vittore Fiore, Michele Pierri, il più giovane Ercole Ugo D’Andrea ed altri ancora, appartiene a quei letterati e poeti della Puglia del Sud che il dibattito del secondo dopoguerra arrivò a differenziare su ipotesi diverse, in quella che il critico e ispanista Oreste Macrì ebbe a definire “la diaspora salentina”. 
Nel corso della serata di apertura le letture dei testi del poeta a cura di Simone Giorgino, un contributo in video di Rina Durante che racconta Vittorio Pagano (a cura di Caterina Gerardi) e l'intervento di chi ha conosciuto e collaborato con il poeta. 

La copertina del libro di Alessandra Nicita edito da Besa

A seguire Ippolito Chiarello presenterà “Arrivò l'amore e non è colpa mia”, raccolta di versi di Alessandra Nicita, Besa editrice, un libro che racconta “un bellissimo, rocambolesco e garbato viaggio attraverso tutto quello che sappiamo, ma non sappiamo di sapere”. I suoni della serata saranno quelli di Chiara Rucco al flauto e di Andrea Rucco al pianoforte.

La poesia di Vittorio Pagano
Scrive in un saggio ultimamente pubblicato su Spagine Silverio Tomeo:
"(...) Nei versi di Vittorio Pagano, come in quelli di Vittorio Bodini e di Tommaso Fiore, lampeggiano visioni numinose e vivide del Sud. Per Pagano l’incertezza frattale del paesaggio salentino sta nella forma che “una nuvola ripete”, e il mistero “è quello della luce/che splende e non esiste”, la luce meridiana. Nella percezione quasi tellurica, quasi contigua con la catastrofe, di una secolarizzazione infinita del Sud in cui giocano più libere e disincarnate le figure del sacro, non c’è tanto una linea di resistenza alla modernità, come sembra credere Franco Cassano per Pasolini, ma solo alla modernità reale, o meglio ancora alla modernità senza modernizzazione e democratizzazione.
Nella poesia di Pagano si transita dalle invettive e dallo scompiglio di un mauditisme mimato e agito come voce del dissidio, quasi una variante esistenziale del tragico, a veri e propri canti di preghiera. Le figure, che nei versi si incontrano, della grecità e della cristianità, sono quelle ormai disincantate di questa secolarizzazione che non finisce mai, come un’analisi ininterrotta, come un’aporia temporale, come un metabolismo sotterraneo. L’addio infinito ai miti del Sud, la partenza e la fuga sognate e sempre differite, il sogno di un ritorno (nostos) senza partenze, il senso di una generazione accomunata da slanci ed entusiasmi prima, poi da delusioni e ricadute, e che la diaspora del dopoguerra arriva a dividere. Il senso di un’oscura responsabilità verso la città e la terra salentina, le “impressioni di città” rintracciate nello smarrimento urbano, sono altrettante tonalità della ricerca poetica di Pagano. Da segnalare al riguardo i Reportages di città e altre prose (Conte editore, 1996), una raccolta di narrazioni e articoli di Vittorio Pagano.
In Bodini come in Pagano c’è la citazione sottintesa e colta dei poeti tradotti. Nei versi di Vittorio Pagano agisce talvolta un Poe ormai baudelariano, molto spesso Villon, persino l’elegante Verlaine, quindi Mallarmé e l’ombra più notturna di Baudelaire, in una sorta di citazionismo che non esclude Valéry e i paradossi di Apollinaire. In Bodini, naturalmente, agiscono stilemi di García Lorca e soprattutto di Rafael Alberti. C’è da aggiungere che questo avviene, in Pagano, in un esplicito omaggio al fiore della lirica italiana, sin nello spazio della sua molteplice tradizione metrica e formale, ma in un rapportarsi alle “cellule orfiche” ben presenti nel moderno. I versi inediti di Pagano, le sue ultime poesie, si indirizzano verso forme metriche più libere e l’abbandono della rima. Della produzione poetica di Vittorio Pagano possiamo accedere ben poco, oltre la breve raccolta che appare nell’antologia di Ennio Bonea, e solo in introvabili pubblicazioni o in fotocopie amatoriali.
Si attende a tutt’oggi, ma ancora inutilmente, un’iniziativa editoriale degna che ripubblichi le plaquettes dove il poeta, in poche centinaia di copie numerate, ebbe a pubblicare Calligrafia astronautica (1958), I Privilegi del povero,  in quattro volumetti con testi dal 1939 al 1959, il poemetto Morte per mistero (1963), Zoogrammi (1964). A questi libricini in copie numerate c'è da aggiungere una ulteriore produzione del tutto inedita che arriva sino alla fine degli anni ’70.

venerdì 20 dicembre 2013

L'altro Vittorio. Pagano l'irregolare

Vittorio Pagano in un disegno di Santa Scioscio tratto da una fotografia del poeta
L'edizione numero tredici de le Mani e l'Ascolto è dedicata a
 "L'altro Vittorio. Pagano l'irregolare"

"Oreste Macrì parla dei “due Vittorio gitani” (il pitagorico ispanico Bodini e il leccese-barocco Pagano) nella sua prefazione a L’ora di tutti di Maria Corti (Bompiani, 1997). 
(...) Nel secondo dopoguerra, nella città dove ha scelto dolorosamente di restare, Vittorio Pagano avverte presto l’ombra del disincanto dopo gli anni delle speranze di rinascita civile e intellettuale. Il riformismo senza riforme, le ricadute, soprattutto al Sud, del cosiddetto miracolo economico. In un quadro sociale angusto e in un sistema politico bloccato, agli intellettuali si richiedono o conformismo o appartenenze. In un tempo di povertà, in cui cresce il deserto, la poesia non riesce più a essere un linguaggio di redenzione, si rifugia in un esercizio calligrafico privato, è poesia d’occasione, poemetto conviviale, traccia personale di comunicazione elettiva.
Pagano rende clandestina la sua poesia e sono ancora ignote le sue carte inedite, tranne qualche lirica. La sua attività di critico d’arte, di francesista colto e autodidatta, di organizzatore editoriale e culturale, è estranea al formarsi di un’ università a forte ipoteca patrimonialistica. Pagano si impegna poi come educatore nel Centro di rieducazione per minorenni.
La consapevolezza del tragico, l’addio ai miti del Sud, l’impossibilità e la necessità della redenzione, la percezione del moderno e dello spaesamento urbano. Vittorio Pagano non si presta facilmente all’interpretazione di epigono di un ermetismo barocco e meridionale, poeta di devozioni domestiche, virtuoso artefice di mimesi simboliste, maudit di provincia. Siamo piuttosto di fronte a un simbolismo tragico e secolarizzato, consapevole del moderno. Alfonso Gatto, Libero de Libero, Giorgio Caproni, Leonardo Sinisgalli, Vittore Fiore, lo stesso Vittorio Bodini , rappresentano una costellazione fraterna e rammemorante in cui Pagano attende di essere meglio situato. Macrì ricorda Pagano nel 1980, nel 1986 e infine nella prefazione all’ultima edizione del romanzo L’ora di tutti di Maria Corti, una delle ultime cose che ha scritto, sempre in una concezione benevola ma riduttiva di ermetismo barocco-meridionale. Lo stesso Macrì raccoglie e pubblica con una prefazione via via rimaneggiata le poesie di Bodini, ma ne fraintende volentieri lo spirito sovversivo e moderno, annegandolo in riferimenti archetipi e simbolici della terra-madre, idealizzando una provincia letteraria come “piccola patria” in una colta retorica della territorialità. Poi la chiacchiera accademica localistica si è sempre mossa parassitariamente sulle vecchie interpretazioni di Macrì, spesso aggravandole di moralismo e bigottismo, nel solco dell’incomprensione, del fraintendimento, dell’addomesticamento.
Per Vittorio Pagano la fine delle speranze e del dibattito del dopoguerra, la fine dello spazio autonomo di organizzazione culturale, coincide con il suo silenzio, con la sommersione del suo lavoro letterario, in parte con la solitudine e l’appartarsi. Il trauma dell’invasione dell’Ungheria del  1956 è sottotraccia, ma presente, in Pagano e in Bodini. I fermenti e le insorgenze collettive della fine degli anni sessanta, che molti leggono come un’accelerazione del processo di modernizzazione del paese  e insieme di rinnovamento delle culture, contribuiranno ad aprire quelle porte che apparivano chiuse quando – ed era il maggio del 1945! – Pagano scriveva nel Lamento del “Provinciale”: “non abbiamo che finestre a cui affacciarci da tormentose altezze, senza porte da schiudere al mondo, stancamente pensosi d’una scala di seta che consenta l’ascesa di rinnegate presenze, col senso di una mirabolata avventura” (...)". 

Silverio Tomeo

mercoledì 18 dicembre 2013

Le Mani e l'Ascolto 2013-2014 - Il programma

La copertina del numero monografico del Pensionante de' Saraceni dedicato a Vittorio Pagano

Fondo Verri - Presidio del Libro Lecce
Iniziativa promossa da Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo
Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce
Friends of “Lecce 2019” Reinventare Utopia

Le Mani e l’Ascolto XIII edizione
Incontri con il pianoforte tra parole e suoni

Per l'altro Vittorio. Pagano, l'irregolare
27, 28, 29, 30 dicembre 2013 / 2,3,4,5,6 gennaio 2014

Inizio delle serate ore 19.30

Le Mani e l’Ascolto ritorna, una consuetudine dell'Associazione Culturale Fondo Verri Presidio del Libro di Lecce per le festività del Capodanno.
Una rassegna di parole e di suoni, “intorno” al pianoforte, giunta alla tredicesima edizione.
L'edizione 2013-2014 sarà dedicata a Vittorio Pagano, “l'altro Vittorio”, con Bodini. Intellettuale e poeta leccese Vittorio Pagano (Lecce, 1919-1979) è “una di quelle autentiche figure di intellettuali avide di cultura che si trovano a volte con stupore in provincia” così lo ricorda Maria Corti. L'altro Vittorio viene ricordato nella Storia della letteratura meridionale di Aldo Vallone (Napoli, 1996), come traduttore dal francese e animatore di riviste e plaquettes: il Critone, con la sua serie di volumetti Quaderni del Critone. Assieme al coetaneo Vittorio Bodini soprattutto, a Girolamo Comi, a Vittore Fiore, a Michele Pierri, al più giovane Ercole Ugo D’Andrea ed altri, appartiene a quei letterati e poeti della Puglia del Sud che il dibattito del secondo dopoguerra arrivò a differenziare su ipotesi diverse, in quella che il critico e ispanista Oreste Macrì ebbe a definire “la diaspora salentina”.
Nel corso della rassegna libri, esperienze autoriali, ricerche sonore e visuali in una maratona di ascolti avrà luogo e pubblico dal 27 dicembre al 6 gennaio.
Il costante contatto con la scena creativa (musicale e letteraria) è una delle prerogative del Fondo Verri. Le Mani e l’Ascolto rinnova il desiderio di costruire avventure sonore proponendo repertori che hanno il far musica come elemento di guida e di raccordo delle performance, pretesto di incontri, scambi, creazioni, in una tensione di ricerca che attraversa i generi, i modi d’espressione, l’arte con le sue con-fusioni esistenziali e con il rigore che interviene a fare stile, segno, lingua. Un appuntamento ormai consueto nel cartellone che l’Amministrazione Comunale di Lecce stila e promuove per le festività del Natale e del Capodanno.
L'edizione 2013-2014 guarda in particolare alla scena degli autori e dei catautautori salentini. Alla canzone, nuova frontiera della prolifica scena musicale nostrana senza escludere la musica classica e la ricerca...

Il programma

venerdì 27 dicembre
L'omaggio: “Vittorio Pagano, l'irregolare”. Letture a cura di Simone Giorgino. Con un contributo in video di Rina Durante che racconta Vittorio Pagano (a cura di Caterina Gerardi) con l'intervento di chi ha conosciuto e collaborato con il poeta.
Il libro: Ippolito Chiarello presenta “Arrivò l'amore e non è colpa mia”, di Alessandra Nicita, Besa editrice
I suoni sono quelli di Chiara Rucco al flauto e di Andrea Rucco al pianoforte

sabato 28 dicembre
I libri: “Quanto mi dai se ti uccido?”, di Walter Spennato, Besa
e “Filastre”, di Francesco Cuna e Gianni De Blasi, Lupo
Le canzoni: Raffaele Vasquez in “Me”

domenica 29 dicembre
Il libro: “L'isola sulla terra” di Edoardo Micati, Citta Futura edizioni
Le canzoni: Max Vigneri con Josh Chiriatti al piano e Maurizio Cianfano alla chitarra in “Raccattastorie”

lunedì 30 dicembre
I libri: “Le ali del gabbiano” di Vincenzo Pisanò, Edizioni Segno
e di Rocco Boccadamo, “Una matinée al Santalucia”, AGM edizioni
Le canzoni: Luigi Mariano e Francesca Romana in duo

giovedì 2 gennaio
Il libro: “Profilo di don Pablo”, poema di Maurizio Nocera edito da Tallone
e “La pietra àzulum, nel cuore delle Ande" di Maurizio Nocera “ di "léndaro G. càmiless &dizioni clandestine”.
La musica: Rocco Causo in “Clarinettisticamente parlando”

venerdì 3 gennaio
Il libro: “Mannaggia santa pupa”, di Danilo Siciliano per Lupo
Le canzoni: Pierpaolo Lala con Marcello Zappatore in “Non sono un cantautore”

sabato 4 gennaio
Il libro: "Ho premuto il tasto invio", di Daniela Sasso per Edizioni Adef, presenta Giorgia Salicandro.
Le canzoni e la musica sono di Palmiro Durante, Rocco Nigro, Emanuele Licci
e Ninfa Giannuzzi in “La calma dell'inverno”

domenica 5 gennaio
L'omaggio: Taranto nei versi di Angelo Lippo
Il libro: “Il sognatore” di Francesco Corradduzza edizioni “L'Erudita”
Le canzoni: Massimo Donno voce e chitarra, accompagnato dal flauto di Gianluca Milanese, da “Amore e marchette”.

lunedì 6 gennaio
Il libro: “Questa terra è la mia terra” a cura di Camillo Robertini edizioni La Toletta, presenta Massimo Melillo
La musica è quella di Tran(ce)formation duo con Giorgia Santoro flauti e Adolfo La Volpe corde

Nel corso della rassegna gli interventi di Mino De Santis e di Beppe Lia

Il Fondo Verri è a Lecce in via Santa Maria del Paradiso, 8 (nei pressi della Chiesa del Rosario – Porta Rudiae)
e-mail: fondoverri@tiscali.it
Recapiti telefonici 0832-242334 – 3273246985