lunedì 29 febbraio 2016

“Perdonatemi Perdonatemi Perdonatemi” azione relazionale di Marco Vitale

“Perdonatemi Perdonatemi Perdonatemi”, personale di Marco Vitale presso il Fondo Verri, Via Santa Maria del Paradiso, 8, Lecce – giorno 1 marzo 2016 dalle ore 17:00
Marco Vitale

“Perdonatemi Perdonatemi Perdonatemi” si iscrive come un’azione relazionale che si terrà a Lecce presso il Fondo Verri l’1 marzo 2016. Nell’happening il giovane artista Marco Vitale inviterà il pubblico, tramite la partecipazione attiva, a supportare un atto collettivo ben descritto in una lista di azioni da compiere individualmente. L’atto in questione è posto innanzitutto come una scelta da operare: chiedere perdono da parte dell’artista alla figura velata, protetta, di “L.” oppure rifiutare ed andar via. Nella lettera aperta allo spettatore (in questa occasione non solo spettatore) Marco Vitale specifica: “Io chiedo a voi di operare non nei miei panni, ma nei vostri, farvi carico di una responsabilità che è anche la mia esigenza di chiedere scusa a qualcuno per qualcosa che ho fatto o che non ho fatto. Vi chiedo dunque di non personificarmi, di rimanere fuori dalle mie scarpe e al contempo permettermi di guardare dall’alto fuori e dentro la scena della mia vita, di quella di L. e della vostra”. Uno scambio di ruolo fra soggetto o oggetto osservato e osservatore, dunque, un’azione che pone il privato in pubblico, ma che non vuole rientrare nella sfera dello spettacolo, anzi, che trattiene a sé un’aura di intimità che l’artista stesso definisce come una cortesia minima ma necessaria.
Durante l’happening verrà chiesto ai visitatori di scrivere un messaggio su carta, ovvero quel “perdonatemi perdonatemi perdonatemi” primo verso di una poesia di Amelia Rosselli, messaggio che gli stessi spettatori dovranno imbucare all’interno di una scatola, un contenitore che verrà consegnato privatamente alla figura non meglio nota di L. al termine dell’happening. L’azione trarrà i suoi frutti solo in seguito, quando L. risponderà accettando o rifiutando il gesto di scusa operato dall’artista per mano del pubblico.
Marco Vitale è nato a Brindisi nel 1992. Nel 2015 acquisisce il diploma di laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove attualmente prosegue i suoi studi. Il suo lavoro utilizza il linguaggio del video, dell’installazione e della fotografia, caratterizzato prevalentemente da un taglio narrativo ed intimistico. Ha partecipato alle mostre collettive: Frammenti Inorganici, Miniere di Las Rosas - Narcao, a cura di Erica Olmetto, 01/08/2015; Welcome Home, Palazzo Ulmo - Taranto, a cura di Z.N.S.project, 25/04/2015 (cat.); Gnòsis, Palazzo Baryon - Taranto, a cura di Roberto Lacarbonara, 28/03/2015 (cat.); Ipotesi, Palazzo Vernazza - Lecce, a cura di Lorenzo Madaro, 21/03/2015 (cat.); Stanza, Manifatture Knos - Lecce, 17/01/2015; e alle mostre personali: Quattro Zone Limitrofe Equidistanti dal Nulla, Galleria Francesco Foresta - Lecce, a cura di Lorenzo Madaro, 20/12/2015 (cat.) e Dentro Casa, appartamento privato – Brindisi, 21/02/2015. Vive e lavora a Brindisi.

giovedì 25 febbraio 2016

Il segno di Alessandro Amoruso al Fondo Verri




Venerdì 26 febbraio 2016, alle 18.00, al Fondo Verri
in mostra le opere di Alessandro Amoruso

Scrive Antonio Basile: “In tempi in cui l’aspetto retorico dei linguaggi mediatici e non, sembra prevalere sulla sincerità comunicativa, colpisce il rigore con il quale Alessandro Amoruso, dipana la sua ricerca su diversi e significativi piani di analisi e di riflessione, dando vita a opere che richiamano alla nostra mente, la fugacità del tempo e la caducità delle cose. I suoi lavori evocano un flusso archetipico di segni in divenire, che originano suggestive narrazioni alchemiche, nelle quali emerge il ritmo compositivo e l’ambientazione spaziale. I disegni di Alessandro, realizzati con l’utilizzo della penna, indagano  la qualità dello scorrere del tempo, i rapporti di equilibrio e le relazioni dinamiche tra parole, segni e impulsi emotivi. Dalle sue opere emerge una poesia tenera e aspra, con guizzi ironici, e un fondo di malinconia misto alla speranza, quest’ultima affidata all’uomo futuro, appena nato o che nascerà”.

martedì 23 febbraio 2016

"Trobar leu" di Simone Giorgino al FV

Simone Giorgino



Venerdì 26 febbraio, alle 19.30, al Fondo Verri la presentazione della raccolta di versi "Trobar leu" di Simone Giorgino, audiolibro edito da Spagine per i suoni di Gianluca Milanese e le voci di Simone Giorgino e Ilaria Seclì.

La copertina del libro edito da Spagine

Trobar leu è la terza raccolta poetica di Simone Giorgino, dopo Venenum (LiberArs, 2001) e Asilo di mendicità (Besa, 2007). Al libro è accluso un cd audio con le letture di Ilaria Seclì e dello stesso autore e le musiche originali di Gianluca Milanese.
Dalla Nota d’apertura: «Trobar leu: il titolo è fuorviante. Non c’è leggerezza nelle poesie che seguono, semmai volatilità (angeli, albe, pulviscoli, celicole). Volatile è anche la scrittura, che non è un precipitato di una propria esperienza delle cose, ma un precipitare – o piuttosto un vorticare: non c’è alto e basso in questa ‘mappa’ – dietro alcuni indizi di senso. La poesia non è mai sufficiente alla vita. Per questo m’interessano i progetti che non pretendono di fissarle, l’una o l’altra, in una forma stabile: ai testi conclusi, definitivi, preferisco di gran lunga la precarietà degli appunti, oppure la ferma volontà, finzionale e no, di cancellarli. Il Trobar leu raccogliealcune poesie che non sono ancora finite, ma che forse possono‘bastare’ e ‘funzionare’ anche così. È la storia di un taccuino e del suo proprietario, un tizio che abbozza due tre versi, cerca come può le sue ragioni, s’illude persino di trascriverle; e poi, immancabilmente, ritratta tutto e si scervella su un’ipotesi di stralcio. Infine, estenuato, dirotta tutto il suo agonismo sull’esercizio di una vocalità sempre più afona,sul brio di una musica ormai rarefatta, volatile».

Favole, racconti e poesie di Rita Greco Scalinci al FV

L'immagine che illustra la copertina del libro

Giovedì 25 febbraio, alle 19.30, al Fondo Verri, la presentazione del libro d’arte “Favole, racconti e poesie” di Rita Greco Scalinci, dialogherà con l’autrice Giuliana Coppola.
“Favole, racconti e poesie” è un’opera che fonde le esperienze artistiche della famiglia Greco: quella poetico-narrativa dell’autrice, quella delle costruzioni pittoriche di Sandro Greco, suo marito e quella delle sculture del figlio Giovanni. Anche la prefazione è atto d’amore, firmata da Daniela, la figlia.
Ecco un sodalizio che può essere esempio e guida nel vuoto discorrere mondano e politico di famiglia tanto in voga in questi nostri giorni. La creatività crea la famiglia, quella dell’amarsi, del partorire, dell’inventarsi giorno dopo giorno nella vita e quella – come in questo caso – che nell’arte trova il motore per farla nella bellezza, la famiglia, artefice e contemplante bellezza. La leggerezza è la chiave; quella delle farfalle “che volano nei recessi profondi della mente”, archetipo-simbolo delle opere di Sandro Greco con i clown e le cose della natura, “una zona franca in cui la ragione riposa e tace, mentre finalmente è la fantasia a dettare le regole”.

Sandro Greco

giovedì 18 febbraio 2016

Macchine per lo sterminio di Grilli, Nigro e Andrioli al Fondo Verri







Venerdì 19 febbraio, al Fondo Verri, alle 19.00, nell’ambito dele inziative pubbliche della “Giornata della Memeria della shoah e degli stermini del novecento”, la presentazione di “Macchine per lo sterminio umano” atto teatrale ispirato dal racconto di F. Kafka “Nella colonia penale - 1914 / 1919”. Progetto e lettura di Renato Grilli per le musiche di Rocco Nigro, con la partecipazione di Rachele Andrioli.


Scrive il sociologo Zygmunt Baumann, in Modernità ed Olocausto: “Le cerimonie commemorative e le solenni dichiarazioni non portano avanti nessuna analisi dell'esperienza dell'Olocausto. Anche se sono di estrema importanza perché mantengono viva l'attenzione della gente comune, non specializzata, anche se cercano di sensibilizzare quanti non si sono mai posti il problema dell'importanza della memoria storica, … tuttavia non riescono dove più conta: nell’indicare i tratti ambigui del nostro moderno vivere “civile”, che la possibilità  di realizzarsi di quella tragedia ha mostrato e non cessa di mostrare anche oggi…
Scrive Richard Lowell Rubenstein, il pensatore più complesso e stimolante per quel che attiene la teologia, in “The Cunning of History”: “Il mondo dei campi di sterminio e la società da esso generatarivelano il lato sempre più oscurodella civiltà ebraico-cristiana.
Una civiltà che significa schiavitù, guerre, sfruttamento e campi di sterminio.Ma che significa anche igiene, alti ideali religiosi, arte meravigliosa e musica squisita.
Dunque è un errore pensare che civiltà e crudeltà selvaggia siano in antitesi.Oggi la crudeltà, come molti altri aspetti del nostro mondo,è gestita in modo assai più avveduto che in passato,ma non ha cessato e non cesserà di esistere.Creazione e distruzione sono aspetti inseparabili di ciò che chiamiamo (la o le) “Civiltà”…”



mercoledì 17 febbraio 2016

Gherzi e Baccassino al Fondo Verri



Gialuigi Gherzi e Andrea Baccassino al Fondo Verri
doppio appuntamento, giovedì 18 febbraio

Gianluigi Gherzi
L’apertura alle 20.00 con lo scrittore e regista Gianluigi Gherzi che presenta “Atlante della città fragile” un romanzo edito da Sensibili alle foglie. Gianluigi Gherzi è a Lecce ospite delle esperienze di “io ci provo” dentro e fuori dalla casa Circondariale di Borgo San Nicola.
Scrive l’autore: “Atlante della città fragile” è un mio libro, nato nell’incrocio tra pratica di ricerca e d’intervista, narrazione letteraria e teatro. Storie di persone fragili, riconosciute in certi casi come portatrici un disturbo psichico, in altri casi, assolutamente inserite nella vita cosiddetta “normale”.
Protagoniste tutte di sbilanciamenti, difficoltà, sbandamenti, domande pressanti. Storie che incrociano sintomi e paure, visioni utopiche e scarti, sganciamenti e ricadute.
Storie della città di oggi. Città fragile tutta, con le vite esposte, con la pelle nuda.
La presentazione del libro è anche un atto teatrale. Gli spettatori incontrano venti schede, una scheda per ogni parola che è diventata importante nei racconti della città fragile. A come Alberi, B come Banchi, C come Cancelli, e poi via, fino alla Z di Zavorra. Ogni spettatore ha in mano una sola scheda, una sola parola. Da qui può partire il gioco. Un gioco interattivo, profondamente teatrale, che parla a tutto il pubblico. Una presentazione-spettacolo, dove i momenti di lettura si alternano a quelli di recitazione e d’improvvisazione, raccogliendo ogni volta tutti gli stimoli espressi al momento dal pubblico.

Andrea Baccassino
A seguire in scena il cantautore e parodista Andrea Baccassino con la prima assoluta del suo nuovo spettacolo “Perché Sanremo è Sanremo?”.

“Perché Sanremo è Sanremo?” In molti si sono posto questa domanda. Uno solo ne ha fatto uno spettacolo in cui provare, suonando, cantando e ridendo, a dare una risposta. Lui è Andrea Baccassino, cabarettista e musicista neretino, tra le punte di diamante della scuderia comica salentina, che forte della sua ironia, del talento e di un più unico che raro diploma in Sanremologia, si muove sul palco come un vero mattatore in un one man show che di certo non deluderà gli amanti e i detrattori del Festival della Canzone italiana. L’Ariston in questo caso è il Fondo Verri di Lecce, il luogo prescelto per la prima assoluta di questo nuovo spettacolo in cui Baccassino, un po’ Pippo Baudo, un po’ Vessicchio e un po’ Toto Cutugno, mette insieme tutto il meglio e tutto il peggio che la storia della kermesse italiana ricordi, ma anche tante curiosità finite nel dimenticatoio, e scene indimenticabili di una lunga maratona che parte dal 1951 e arriva sino all’ultima edizione, quella del 2016.

Il Fondo Verri è in via Santa Maria del Paradiso. Ingresso libero. Info: 0832/304522.