giovedì 27 agosto 2020

Settembre il Fondo Verri per ExtraConvitto

 



Biblioteca Bernardini // Polo Bibliomuseale di Lecce
Fondo Verri // Associazione Presìdi del libro

Nell’ambito delle iniziative inaugurate dal Polo Bibliomuseale di Lecce con “Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza”, il Fondo Verri e l’Associazione Presìdi del libro presentano il secondo ciclo di appuntamenti dell’edizione 2020 del “Bazar banco degli autori e dei poeti

Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza.

Gli incontri di settembre

Tutti gli incontri si terranno nel Chiostro dell’ex Convitto Palmieri in Piazzetta G. Carducci, a Lecce

Lunedì 7 settembre 2020 // Due appuntamenti: un romanzo e un libro di poesia
ore 19.30, Marco Michele Cazzella, Una romantica storia salentina, 

Lecce, sera del 22 agosto 2016. Un ragazzo come tanti sfreccia con la sua automobile per le strade del Salento. Sta cercando un luogo dove presentare il suo primo libro pubblicato. Il destino lo porta nella libreria: “Storie da Sogni”. Qui conosce Stefania, la titolare. Tra i due scoppierà all’istante un colpo di fulmine dando inizio alla loro romantica storia salentina... Un romanzo delicato, un po’ naif, dove l’autore mette a nudo sentimenti ed emozioni. Un libro da leggere pensando alla musica italiana degli anni ‘70 e ‘80. Racconta l’autore Marco Michele Cazzella: “Il libro nasce da un altro libro (che ora non esiste) in cui i due protagonisti fungono da comparse e quindi questo in origine doveva essere uno spin-off di quel progetto. Siccome è ambientato un anno prima di quegli eventi, è diventato un prequel di una nuova collana di libri autoconclusivi legati da una storia nascosta. Un'altra curiosità che mi sento di dire per il protagonista maschile mi sono ispirato molto a me stesso; difatti si potranno scorgere diversi tratti della mia vita”.

Marco Michele Cazzella nasce a Lecce il 29 settembre 1981. Appassionato di manga e videogiochi, nel 2016 pubblica il suo primo romanzo: “Il Guardiano dell’Inferno” volume I “Plutone: Salvatore, o Distruttore degli Inferi?”. Ipovedente, scrive con l’ausilio dei comandi vocali.

ore 20.30, Anna Maria Colomba, “Canto solitario di Penelope nuova”, l’Officina delle Parole, 2020
Una corposa silloge il cui filo conduttore è il Tempo della Vita e dell’Amore, scandito e vissuto in silenzi e attese, fatto di lacrime indugi e cammini, ora lievi ora tempestosi, sotteso di fiduciose speranze. La raccolta pullula di ritmi, pregiandosi di alcune ballate, una canzone e un salmo, un canto e una filastrocca e di pagine a più voci.

Scrive Pompea Vergaro: "Parola chiave della silloge è FLUIRE,-dal lat. fluĕre, mutamento-, dunque, azione, nonostante tutto. Malgrado gli inciampi, i ripiegamenti, le incertezze, i dolori, le delusioni, si risolleva con gioia, colma di amore e fiducia, allacciata alle passioni del cuore, della poesia e del teatro che la vita in un momento ben preciso le ha servito a piene manie, e, al godimento della propria terra, così generosa in armonia e bellezza. Nei versi, l’anima del Poeta è pienamente presente in tutte le sfumature, portando con sé e intrecciandoli, la famiglia, i ricordi, gli affetti, le amicizie, le delusioni, i successi. Trattengo un breve sguardo sulla poetica dell’autrice, la quale, nella parola cerca e scopre un ritmo del tutto personale, una sorta di pentagramma tra dicibile e indicibile: scava per ricostruire le sue indagini, ora esplosive ora sussurrate, sorrette dal quel tempo ora breve, ora dilatato, o fuggevole. Ora, rimbalza, in ballate, un pensiero, un canto, un salmo, una canzone, una filastrocca! Sceglie, sempre in piena sincerità,circondandola di silenzio, ripensamenti e correzioni, la parola giusta per poi, finalmente, spargere la bellezza della vita e delle cose. La scrittura di Annamaria Colomba si può rapportare a quel classicismo moderno, legato alla quotidianità assaporata nelle piccole cose, o con uno sguardo rivolto a  orizzontiinattesi, snodandosi tra la poetica di Eugenio Montale, di Wislawa Zimboskae di  Elisabeth Coleridge".

Martedì 8 settembre 2020 // Due appuntamenti: un saggio e il Poetry Slam

 Ore 19.30, Presentazione della raccolta di versi “Conosco una madre” di Roberta Di Seclì
Collettiva edizioni Indipendenti - Collana Prose Minime. 

La poesia di Roberta è fatta di quotidiano. Ha la freschezza delle gocce di pioggia, il profumo del pane, il colore della terra, ma soprattutto il canto del mare. Ma è una semplicità solo apparente, la sua, perché ogni piccolo verso ci riporta a un pensiero più grande. Uno sguardo di madre che diventa nostro grazie al miracolo della parola condivisa, uno sguardo consapevole della immensa natura. È una poesia femminista, intesa come desiderio. È una poesia corale, perché grazie a lei parlano tutte le donne della sua vita: madri, sorelle, nonne, amiche. È una poesia che nasce dalla terra del sud, sempre radice e sempre verità.
Roberta Di Secli vive a Taurisano in provincia di Lecce, dove gestisce un servizio per l'infanzia. Presidente dell'associazione culturale "Nuvole" e organizza piccoli e grandi eventi culturali. Attivista, partecipa alla realizzazione di iniziative contro la violenza di genere. È un’animatrice della lettura, è appassionata di letteratura per l'infanzia e di teatro. Ha auto-pubblicato due libri, due raccolte di poesia e di filastrocche per i bambini e le bambine

Ore 20.30, Slam poetry a cura di Cristina Carlà e Francesco Palmieri.

Il poetry slam è una competizione in cui i poeti recitano i loro versi, gareggiano fra loro e vengono valutati da una giuria composta da cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico. La competizione è diretta dall'Emcee (Master of Cerimony). È una produzione che nasce dalla strada (come il rap ai suoi inizi) e crea un legame tra scrittura e performance, realizzata con grande economia di mezzi. È una forma poetica popolare, declamatoria, praticata nei luoghi pubblici (bar o altri luoghi associativi) che utilizza una recitazione a ritmo serrato.

Martedì 22 settembre 2020 // Poesia

Ore 19.30, Fernanda Filippo, Emozioni in circolo, Musicaos
"Fernanda Filippo - scrive Giusy Agrosì - compie un'operazione di svestizione completa, lasciandosi leggere fin dentro l'intimo suo, senza ritrosie. [..] La scrittura caratterizzata da un'architettura semplice e intellegibile, ci consente di muoverci fra le varie stanze della sua Anima e di non sentirci mai fuori contesto. [..] La capacità di comunicare profondamente le proprie emozioni consente alla Filippo di entrare nel dolore e nella rabbia del lettore. Ella si sottopone per prima a questa azione di scavo continuo, senza limitazioni e si mostra forte nella sua apparente debolezza [..] Se l'approccio iniziale consente di rilevare un linguaggio semplice ed immediato, il significato del testo poetico costringe contemporaneamente ad una interpretazione decisamente più profonda, in cui il flusso di coscienza cattura la comprensione e la complicità del lettore. [..] La Filippo si interroga sulla presenza della Poesia e sul ruolo del Poeta. [..] La sua poesia delinea in maniera equilibrata l'approccio necessario a comprendere il rapporto con se stessi e con gli altri, per contribuire alla costruzione di un mondo in cui si possano conciliare le libertà individuali nel rispetto reciproco."

Ore 20.30, Eleonora Nitti Capone, Primo fuoco, Musicaos
Primo fuoco” è l’esordio poetico di Eleonora Nitti Capone. Una poesia che osserva il lettore come un animale in gabbia, in cui quello che avviene è un incontro singolare dove l’autrice ci rende, come lei, osservatori a distanza. Nei versi di Eleonora Nitti Capone c’è l’intenzione di ricucire un sentiero interrotto, mettendo in contatto le due dimensioni, si tratta di una sfida mediata dall’accettazione da parte dell’uomo di mettersi al margine rispetto all’animale, in quanto facente parte della barbarie. Si racconta di una mutazione storica nei rapporti tra l’uomo e la natura – Madre nutrice – abbandonata e vilipesa nei suoi viventi. Esiste un elemento titanico, un riferimento alla grandezza del divino, alla sua presenza nella natura; siamo dinanzi a un elemento al quale avremmo dovuto porgere l’orecchio, per ascoltare prima di un distacco totale, le avvisaglie di un disastro di là da venire. Eleonora Nitti Capone studia Lettere Classiche all’Alma Mater Studiorum e lavora con il teatro. Ha pubblicato la raccolta Maria dei Meschini e altre novelle (Oltretutto libri Editore 2018) e Sola Carthago in un’antologia (Insedicesimo Edizioni). E’ nata a Lecce nel 1998 e vive tra il Salento e Bologna. Primo fuoco, con alcune poesie da questa selezione, sarà pubblicato nel 2020 da Musicaos.

Mercoledì 23 settembre     

Ore 19.30, Giuseppe Calogiuri, Indelebile, Musicaos
Uscito a giugno per Musicaos Editore, Indelebile, ultimo romanzo in ordine di tempo dello scrittore, avvocato, giornalista e musicista leccese Giuseppe Calogiuri, è un giallo sui generis, dove non mancano né il morto ammazzato, in maniera crudelissima tra l’altro, né la necessaria suspense, ma in cui le classiche fasi investigative rimangono quasi sempre solo sullo sfondo.

“Il clima elettorale è entrato nel vivo della competizione e i due avversari, Lino Orefice e Giulio Piccinno, non fanno nulla per mascherare l’importanza che avrà ricoprire la poltrona di sindaco del capoluogo della piccola ma affollata provincia meridionale, che guarda a Roma per estendere l’influenza dei propri affari. Alle porte dei candidati si avvicendano collaboratori, faccendieri, postulanti e amici fidati: un caleidoscopio di tipi umani crudo e veridico, come ci ha abituati la scrittura di Giuseppe Calogiuri. Tuttavia un evento sanguinoso e inatteso sconvolgerà il ritmo della bagarre elettorale. Intrighi, corruzione, appalti, gli eventi saranno materia per giornalisti, inquirenti, giudici e, soprattutto, per Michelangelo Romani. Entrambi gli schieramenti proseguiranno la loro corsa sul piano inclinato delle indagini, dove ciò che appare e ciò che viene nascosto conviveranno, fino alla resa dei conti definitiva.” Terzo romanzo giallo uscito dalla fertile penna di Calogiuri, Indelebile tratteggia il vivacissimo microcosmo che normalmente ruota attorno alle elezioni amministrative di un Comune, in questo caso del Sud, ma che potrebbe trovarsi ovunque in giro per l’Italia. Ed è un microcosmo che potrebbe forse più propriamente definirsi verminaio, zeppo com’è di figure alquanto dubbie, amici degli amici, ricattatori, affaristi e profittatori, tutti impegnati a trarre il massimo vantaggio personale dalle elezioni che verranno fra poco. In mezzo, un integerrimo e severissimo Procuratore, ma soprattutto i giornalisti della stampa e tv locali, in primo luogo il mitico Romani, già protagonista di altri libri e altre avventure. Dalla loro collaborazione nascerà la svolta che permetterà, anche con un bel colpo di scena finale, di fare luce su alcune trame oscure e soprattutto sull’autore dell’efferato omicidio. Indelebile è denso di personaggi, le trame sono fitte e con molti riferimenti all’attualità. Calogiuri riesce da par suo a padroneggiare il tutto e a rendere benissimo certi ambienti e certe abitudini al malaffare, anche se qualche lettore potrebbe magari avvertire la mancanza di un maggior approfondimento psicologico. Ben scritto, interessante e certamente anche utile per capire ancora un po’ più a fondo perché nel “Bel Paese” c’è sempre troppo che non va come dovrebbe.

 

Ore 20.30, Francesco Tornesello, Gli zoccoli sul piatto, Musicaos
Due eventi di sangue sconvolgono i giorni che precedono il Palio a Siena, dal 29 giugno al 3 luglio. Achille, il migliore tra i cavalli scelto per correre il Palio muore in uno strano incidente, durante la prima prova. Il secondo evento sarà ancora più terribile. Su entrambi indagherà il commissario Luca Martini, coadiuvato dal fedele ispettore Guido e dalla dottoressa Teresa Suma, sostituto procuratore. Il commissario Martini, grazie al suo intuito e anche all'aiuto provvidenziale dei suoi amici "esperti" di cose senesi, passate e presenti, cercherà di fare luce nella costellazione di indizi e piste da seguire, tra le ingerenze di massoneria e servizi segreti, in una girandola in cui i "poteri forti" si mescoleranno ai fatti criminosi della provincia. "Gli zoccoli sul piatto" unisce i pregi di un ritmo incalzante nel racconto ai modi informali, ma efficaci, di Luca Martini, portando sulla scena, per il lettore, un nuovo commissario.

Sabato 26 settembre 2020 // Festa dei Lettori

Dalle 19.30, La Festa dei lettori: L’invenzione del presente
La Festa dei lettori dell’ dell’Associazione Presidi del libro è un’iniziativa nata nel 2004 con l’intento di “festeggiare” la lettura ed i lettori, portando i libri allo scoperto, nelle piazze e per le strade, nei ristoranti e nei bar, tra le vetrine dei negozi, nei palazzi storici, nei giardini pubblici, nei castelli e nei porti.
La Festa dei Lettori 2020 è titolata quest’anno: “L’invenzione del presente” il Fondo Verri la dedica interamente alla poesia con “Il passato nutre il presente per il futuro. La terra nella poesia” lettura collettiva a voce alta. E all’incontro con i poeti Francesco Pasca autore de "La caduta degli Dei", Spagine, Rossano Astremo, autore di “Hai fatto burrasca”, Collettiva Edizioni Indipendenti, 2020 e Simona Cleopazzo, con “Questi giorni. Sei taccuini", Sensibili alle foglie, 2020.

In mostra le opere del maestro Roberto Buttazzo
I suoni di Marco Poeta

 

 


Sii dunque saggio, cuore

 


Si è tenuto lo scorso sabato 22 agosto  nello straordinario Chiostro dell'ex Convitto Palmieri di Lecce un intenso incontro di poesia. Grazie a Carla Saracino e ai poeti che sono intervenuti e al pubblico attento e partecipe.

martedì 18 agosto 2020

Extra Convitto ospita un doppio appuntamento per il Bazar

 


Giovedì 20 agosto, dalle 19.30
“Cabala d’un amore perduto” di Eros Damasco (prosa)
Fallone Editore (2020)

 A seguire ore 21.00
“Rretecate” recital di Enzo Marenaci e Antonella Dell’Anna
Con la partecipazione di Egidio Presicce, sax e Tonio Panzera, piano

Il romanzo “Cabala d’un amore perduto” di Eros Damasco edito da Fallone Editore nel 2020 è ambientato tra i vicoli napoletani del Seicento e le megalopoli americane di un'epoca futuribile, "Cabala d'un amore perduto" di Eros Damasco si presenta come un thriller fantasy, arricchito da un connubio tra elementi stilistici classici e postmoderni. Un romanzo, diviso in tre parti, nel quale il rapporto tra eroe e antieroe viene completamente ribaltato, a favore di una visione sulle zone in penombra della morale e della memoria, sull'artificio della felicità e sulla fatalità a cui conduce barattare l'amore col potere.Un romanzo nel quale la dimensione temporale viene boicottata in favore di una linea spaziale, arcaica quanto ipertecnologica, mediante la quale si sviluppa una riflessione sul dolore per la perdita come stato ontologico dell'uomo, in un tempo sospeso senza dèi, senza Dio. 

Di Eros Damasco si sa poco, se non pochissimo. Nato probabilmente a Il Cairo agli inizi degli anni Sessanta, ora risiede in Italia, pare nelle Puglie, forse a Santa Maria di Leuca. Ha un passato poco edificante, trascorso tra vita spericolata e gioco d’azzardo. Poligamo ed eclettico, ha tentato la restaurazione di un antichissimo ordine monastico paracristiano. Una sola foto, ormai irrintracciabile, lo descrive dopo una sbronza con un sorriso sardonico perso tra la galassia del flash. Della costellazione non numerabile dei suoi scritti si dà qui l’inizio.

La poesia detta, la finale regionale del Poetry Slam per Extra Convitto

La finale regionale della LIPS Lega Italiana Poetry Salm per Extra Convitto nell'ambito delle iniziative del “Bazar banco degli autori e dei poeti”.del Fondo Verri. Una serata dedicata alla poesia detta! Un grazie a Cristina Carlà e Francesco Palmieri per la proposta...



lunedì 10 agosto 2020

La poesia di Roberta di Seclì per il Bazar al Convitto Palmieri

 


Biblioteca Bernardini // Polo Bibliomuseale di Lecce
Fondo Verri // Associazione Presìdi del libro

Edizione 2020 del “Bazar banco degli autori e dei poeti”.
Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza.

Martedì 11 agosto, ore 19.30, Chiostro Ex Convitto Palmieri
Presentazione del libro di poesia Conosco una madre di Roberta Di Seclì
collana prose minime, Collettiva edizioni indipendenti (2020)
con una nota di Angela Elia

La poesia di Roberta è fatta di quotidiano. Ha la freschezza delle gocce di pioggia, il profumo del pane, il colore della terra, ma soprattutto il canto del mare. Ma è una semplicità solo apparente, la sua, perché ogni piccolo verso ci riporta a un pensiero più grande. Uno sguardo di madre che diventa nostro grazie al miracolo della parola condivisa, uno sguardo consapevole della immensa natura. È una poesia femminista, intesa come desiderio. È una poesia corale, perché grazie a lei parlano tutte le donne della sua vita: madri, sorelle, nonne, amiche. È una poesia che nasce dalla terra del sud, sempre radice e sempre verità.

Roberta Di Secli vive a Taurisano in provincia di Lecce, dove gestisce un servizio per l'infanzia. Presidente dell'associazione culturale "Nuvole" e organizza piccoli e grandi eventi culturali. Attivista, partecipa alla realizzazione di iniziative contro la violenza di genere. È un’animatrice della lettura, è appassionata di letteratura per l'infanzia e di teatro. Ha auto-pubblicato due libri, due raccolte di poesia e di filastrocche per i bambini e le bambine.

 


sabato 8 agosto 2020

L'alfabeto pandemico di Collettiva

 

Biblioteca Bernardini // Polo Bibliomuseale di Lecce
Fondo Verri // Associazione Presìdi del libro

Edizione 2020 del “Bazar banco degli autori e dei poeti”.

Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza.
Piazzetta G. Carducci, Lecce

Sabato 8 agosto, ore 19.30

Abbecedario del Mondodopo

L’alfabeto pandemico di Collettiva edizioni indipendenti

 

Quali sono le parole che ti fanno compagnia in questi giorni? E se ti dico “mancanza”, tu a cosa pensi? Noi di Collettiva abbiamo voluto provare a scrivere insieme un piccolo vocabolario che parte dalle nostre esperienze, da quello che sentiamo e da chi siamo veramente. Un vocabolario collettivo, libero dalle definizioni prestabilite e tutto al femminile. Molte delle parole che usiamo quotidianamente e anche alcune di quelle che prima della pandemia usavamo di rado, stanno subendo in questi giorni un profondo mutamento, un cambiamento che ha a che fare con la percezione e l’immaginario che si crea nella mente delle persone; pensiamo per esempio alle parole “contatto”, “abbraccio”, “eroe”, “contagio”, alle immagini che immediatamente ci rimandano come se fossero specchi che riflettono una verità che viene da fuori. Questo vogliamo evitare: accettare passivamente il fluido della notizia, il gelo dei numeri declamati alle sei del pomeriggio e l’anestesia di schermi sempre più affollati.

Nonostante le distanze imposte, o forse proprio per questo, abbiamo sentito la necessità, il desiderio forte di continuare a stare insieme e creare questo piccolo mondo collettivo partendo dalle parole. Un mondo amico, familiare e che in qualche modo segna una mappa fatta di sentimenti e persone reali che si sentono sole, mangiano, cantano, piangono, ridono, sperano, pensano, si arrabbiano. Esattamente come te. Con la libertà che caratterizza da sempre il nostro modo di essere e di scrivere, ogni autrice ha interpretato le lettere secondo il proprio sentire: con vere e proprie definizioni personali di un vocabolario “sui generis” oppure con racconti ispirati alle nuove e infinite sfaccettature della realtà che stiamo vivendo.

Perché un abbecedario collettivo? Cercare di dare un proprio senso alle parole vuol dire reagire in maniera creativa di fronte all’avanzare minaccioso della paura e della confusione, è un modo di stare dentro l’essenza delle cose senza subirle. Per questo abbiamo scelto di tornare all’abc: perché la parola è un bene comune e crea rapporti, scambi inevitabili tra chi dice e chi ascolta, tra chi scrive e chi legge. È un modo buono per evitare la solitudine, quella brutta, quella che oggi si chiama “isolamento”. Non sappiamo se questa pandemia si guadagnerà un posto nella categoria degli eventi cruciali per l’umanità, ma sicuramente ha già provocato evidenti modifiche semantiche; prendiamo per esempio la parola “positivo”: ecco, se ieri pensare positivo era una cosa buona e auspicabile, oggi invece tutto vorremmo tranne che risultare positivi. Le parole accompagnano la nostra vita, feriscono e leniscono, per questo bisogna saperle usare con misura ed evitare soprattutto di abusarne.

Inflazionarle, sporcarle e utilizzarle per creare slogan, hashtag e motti, certo non concorre a quel processo di cura e protezione del linguaggio a cui invece ci sentiamo chiamate. Abbiamo perciò voluto prendere le distanze (le distanze!) dalla mera definizione di ciò che pronunciamo meccanicamente, cercando di dare voce alle nostre idee e al nostro sentire, in maniera Collettiva come piace a noi. Questo abbecedario è il nostro modo di resistere con ottimismo agli eventi.
Dentro non ci troverete definizioni oggettive e standardizzate, ma interpretazioni personali legate all’esperienza, mondi che ci auguriamo possano essere condivisi e utilizzati da chiunque voglia trovarsi pronto quando verrà domani. Perché domani verrà, eccome se verrà. La parola non conosce un modo imperativo, piuttosto incoraggia. Parola di Collettiva!

Cristina Carlà

 

venerdì 7 agosto 2020

Schiena cucita di Simone Perrone per Extra Convitto

Biblioteca Bernardini // Polo Bibliomuseale di Lecce
Fondo Verri // Associazione Presìdi del libro
Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza.
Piazzetta G. Carducci, Lecce
Venerdì 7 agosto, ore 19.30
Presentazione di “Schiena cucita” di Simone Perrone (aka Blumosso) (narrativa)
Kimerik edizioni (2020)

Schiena cucita è il nuovo romanzo di Simone Perrone (aka Blumosso), edito da Kimerik edizioni. Un libro che fa luce sul lato oscuro dei rapporti; che svela la malvagità di cui è capace l’essere umano quando la sua visione del mondo si distorce a causa di un trauma psicologico; che pone l’accento sul peso della rinuncia, sul tradimento, sugli effetti che, talvolta, l’idealizzare una persona desiderata possano agire sul modo di pensare e di vivere la propria vita; sui rischi che si corrono dando fiducia alle persone sbagliate. In Schiena cucita il sentimento e la follia sono spesso molto vicini e il confine è talvolta così labile da non riuscire a contenerne i margini. Succede quindi che le emozioni si mischiano, si confondono senza più essere riconoscibili. La storia si sviluppa secondo due piani di narrazione: quello del protagonista, Carlo Barrassi (che ritroviamo qui dopo averlo conosciuto nel primo libro dell’autore Spremuta d’arancia a mezzogiorno – Lupo editore) che racconta gli eventi secondo il suo punto di vista e quello del narratore onnisciente che narra i fatti per quelli che realmente sono.

Simone Perrone è il nome di battesimo del cantautore Blumosso. Laureato in Lingue e Letterature Euro Mediterranee presso l’Unisalento. È conosciuto al pubblico soprattutto per la sua attività musicale e per il disco In un baule di personalità multiple, pubblicato nel 2018. Debutta come romanziere nel 2015 con il libro Spremuta d’arancia a mezzogiorno (Lupo editore). Schiena cucita è il suo secondo romanzo.