giovedì 26 novembre 2015

L’artista Alessandra Chiffi con E=mc² al Fondo Verri






Venerdì 27 Novembre alle ore 18.00, l’associazione culturale Fondo Verri
ospiterà il vernissage della mostra personale dell’artista Alessandra Chiffi dal titolo E=mc².


La locandina realizzata da Alessandra Chiffi per la mostra al FV
Ogni atto diviene poetico quando il pensiero trasmigra nelle cose. Il fare - che è pensiero e azione – costruisce, offre all’immaginario la materia di visioni che nell’intenzione dell’artefice sono testo, forma, “terra” per la semina del “senso”, nuovo, ogni volta che l’invito allo sguardo si rinnova.
Le opere di Alessandra Chiffi sono figlie di trasmigrazioni intellettuali. Meditazioni filosofiche mischiano il campo e l’immagine, la sua stessa assenza diventa campo di attesa, di riflessione per il guardare dell’altro. L’ordine e il non ordine; l’archetipo e il presente, il passato e ciò che è, trovano nella superficie compositiva lo spazio del respiro. Nella mostra che ospitiamo al Fondo Verri dal 27 novembre al 5 dicembre le “campiture” vengono da altro: segni/semi tornano, come una grammatica, a scrivere l’evento di un nuovo incontro, la pagina è sempre bianca quando si chiama l’altro all’esserci dell’arte, l’artefice muove le sue “forme del probabile”, la materia di una scrittura sempre densa in ciò che non dice. In ciò che sospeso rimane tra i bianchi e i neri, nei molti toni del grigio. Lucidare gli occhi serve! Scavare oltre l’ordinario e l’abitudine. Forarseli gli occhi se è il caso, per trovare pace, abbandono e guardare dove mai s’è guardato. A questo serve l’esercizio dell’autore, del pittore, dell’artista: a questo continuo sollecitare.

L’artista Alessandra Chiffi è nata a Taranto il 26 novembre 1986. Attualmente risiede in Via G. De Dominicis, 73120 Lecce. Dopo essersi formata nel Liceo Artistico Lisippo di Taranto, ha conseguito il diploma di secondo livello nell’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Mauro Marino


Il vuoto cerca la sua forma e nel suo concretizzarsi genera ancora se stesso, non come contenitore inerme, ma come oggetto attivo e creativo. Esso si presenta come fonte di infinite possibilità, in tal senso il vuoto è in realtà il “massimamente pieno”. Nel suo divenire si scontra con il suo opposto e con esso si riconcilia.  Ogni aspetto del Tutto nasce da questo dinamico e continuo relazionarsi dei contrari, un ritmo a due tempi che nel suo stato di equilibrio raggiunge la massima armonia per poi allontanarsene e cominciare un nuovo ciclo.  Questo si ripete su infiniti livelli e infinite scale, nel micro come nel macrocosmo, seguendo un modello frattale. Tale struttura è in parte dominata dal caso; la natura, priva di volontà, agisce per spontanea emanazione, non è pensiero, ma puro Atto.
Queste opere non sono rappresentazioni, non illustrano il Tutto ma ne fanno parte e imitandone i meccanismi diventano esse stesse il Tutto.
Alessandra Chiffi



lunedì 23 novembre 2015

Filosofia a distanza ravvicinata al FV



FILOSOFIA A DISTANZA RAVVICINATA
SUL TEMPO DELLO SCRIVERE
Il viaggio delle parole fra scena e retroscena

Un progetto di Ilaria Caffio





Cinque martedì per indagare “Il viaggio delle parole tra scena e retroscena” questo il titolo del ciclo di incontri di “Filosofia a distanza ravvicinata” a cura di Ilaria Caffio che saranno ospitati dal Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso 8, a Lecce.
Il primo incontro martedì 24 novembre dalle 19.00, con la conferenza del professore Stefano Cristante dal titolo “Autoeducazione di Andrea”.
A seguire il 1 dicembre il poeta e critico Simone Giorgino presenterà “Tra libro e quaderno: le ultime poesie di Vittorio Bodini”. Il 15 dicembre, la regista Chiara Idrusa Scrimieri presenterà  “Storie da film e favole da camino. Conversazioni sulla scrittura visiva”
Il ciclo di incontri proseguirà il 12 gennaio 2016 con il filosofo Mimmo Pesare che presenterà “Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume”. Il reading poetico di Ilaria Seclì, “Amnistia, Amnistia! O Angelo Midì”, concluderà il 19 gennaio il ciclo di incontri con un esposizione dei lavori di Simona Anna Gentile.

venerdì 20 novembre 2015

Simulacrum i ritratti di Stefano Brogna al FV




Un ritratto da Simulacrum

Sabato 21 novembre, alle 19, al Fondo Verri, a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso 8, il vernissage di “Simulacrum”  collezione di ritratti realizzati da Stefano Brogna a cura di Monica Lisi.

Un ritratto da Simulacrum
L'arte è da sempre messagera e testimone, pronta a registrare in tempo reale i gusti ed i cambiamenti di un'epoca, di deunciare all'occorrenza o di veicolare bellezza. A volte con la forza che la connota, o con la leggerezza che appare a chi guarda ma che nasconde fatiche, desideri, speranze degli artisti che hanno creato le loro opere. I lavori di Stefano Brogna tracciano puntuali il pensiero contemporaneo. Un pensiero giovane, giovanissimo, ritratto nei volti di ragazzi e ragazze che lui ha scelto per questo suo primo lavoro. Perchè Stefano è appunto giovanissimo e coraggiosamente si mette in gioco e ci consente di entrare in punta di piedi in un universo sicuramente distante dal nostro, in un salto generazionale che ci mostra sguardi e trasformazioni a cui forse non siamo preparati. Corpi in divenire che cercano identità, che mischiano generi e li ridefiniscono donandoci nuovi sorprendenti significati. Il tratto nero racchiude e definisce e lascia spazio a grafismi di segni e matite, per poi ritornare con il colore a sottolineare o forse a evidenziare. Stefano si confronta con un tema difficile, il ritratto appunto, e lo fa con quella leggerezza utile a raccontare storie, identità, memorie, sentimenti. Lo fa come bisogno ma anche come desiderio, con la curiosità che ci serve a guardare ed a cercare in loro quel senso, quell'altro utile se non indispensabile a comprendere processi e cambiamenti.
Monica Lisi

Un ritratto da Simulacrum


giovedì 19 novembre 2015

Manlio Dinucci al Fondo Verri



 
La locandina con i due incontri con Manlio Dinucci

Venerdì 20 novembre, alle 18.30, al Fondo Verri la presentazione del libro L'Arte Della Guerra di Manlio Dinucci (Zambon Editore). Presenta il libro padre Gianni Capaccioni (Missionario Comboniano) modera l’incontro Maurizio Nocera.

la copertina del libro di Manlio Dinucci


Dal 2011, il geografo e politologo Manlio Dinucci – tra i massimi osservatori italiani di geopolitica e geostrategia – tiene, sul quotidiano “il manifesto”, una rubrica settimanale denominata «L’arte della guerra», chiaro omaggio al testo classico di Sun Tzu generale e filosofo, vissuto fra il VI e il V secolo, dove commenta gli avvenimenti internazionali, attento a evidenziarne in specie le tattiche e le azioni belliche nascoste.
Nei suoi interventi, Dinucci non suggerisce soluzioni né indirizzi politici, ma fornisce, sulla base di informazioni di prima mano (la consultazione diretta di documenti del dipartimento di Stato americano, della Casa Bianca e della NATO ), analisi di grande pregnanza relativamente alla strategia militare degli Stati Uniti degli ultimi 25 anni e al ruolo assunto dalla NATO in operazioni di sostegno e affiancamento.
La sistematizzazione cronologica, da parte dell’editore Zambon, di questo poderoso materiale – cui si aggiungono contributi ulteriori, frutto di un lavoro di pluridecennale – rivela una realtà inquietante, ossia come la Storia del nostro recente passato avesse già in sé il seme di quanto si sta verificando oggi.

Dalla prefazione:
Come scriveva il grande arcivescovo Raymond Hunthausen di Seattle negli anni Ottanta, in piena Guerra Fredda: «Noi con le nostre armi incutiamo terrore in milioni di esseri umani nel mondo, siamo terrificati al pensiero che la nostra nazione sia priva di una tale potenza. Abbandonare il nostro controllo sulla distruzione globale ci dà l’impressione di rischiare tutto […] Le armi nucleari proteggono i privilegi e lo sfruttamento. Rinunciare ad esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il nostro potere economico sugli altri popoli. […] Sulla strada che seguiamo attualmente, la nostra politica economica verso gli altri Paesi ha bisogno delle armi nucleari. Abbandonare queste armi significherebbe abbandonare qualcosa di più che i nostri strumenti di terrore globale, significherebbe abbandonare le ragioni di tale terrore: il nostro posto privilegiato in questo mondo».
«Lo stile di vita del popolo americano non è negoziabile», aveva detto negli anni Novanta Bush senior. Se il nostro stile di vita non è negoziabile, non ci rimane che armarci fino ai denti e fare guerre. Ed è questo lo spettacolo drammatico a cui stiamo assistendo: dall’Ucraina allo Yemen, dalla Siria alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Purtroppo il Pianeta Terra non sopporta più questo sistema economico-finanziario protetto da una spaventosa militarizzazione. «Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione del Pianeta – afferma Papa Francesco nel suo splendido Laudato Si – ha superato la possibilità del Pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni» (161). E aggiunge: «Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli» (53).

Manlio Dinucci, geografo e politologo, ha vissuto e lavorato a Pechino negli anni Sessanta, contribuendo alla pubblicazione della prima rivista cinese in lingua italiana. Sulla base di tale esperienza ha pubblicato, con Mazzotta editore, La lotta di classe in Cina - 1949-1974 (1975) ed Economia e organizzazione del lavoro in Cina (1976). Negli anni Ottanta, ha diretto la rivista “Lotta per la pace” (nata dall’«Appello contro l’installazione dei missili nucleari in Italia», lanciato nel 1979 da Ludovico Geymonat e altri) ed è stato direttore esecutivo per l’Italia dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1985. Coautore, con il premio Nobel per la Medicina Daniel Bovet, di Tempesta del deserto - Le armi del Nord, il dramma del Sud, con la presentazione di Ernesto Balducci (Edizioni Cultura della Pace 1991). Con la stessa casa editrice ha pubblicato Hyperwar - Dalla “iperguerra” del Golfo alla Conferenza sul Medio Oriente (1991) e La strategia dell’impero - Dalle direttive del Pentagono al Nuovo Modello di Difesa (1992), scritto con Umberto Allegretti e Domenico Gallo e presentato da Raniero La Valle. Ha scritto Il potere nucleare - Storia di una follia da Hiroshima al 2015 (Fazi 2003), e, insieme con Alberto Burgio e Vladimiro Giacché, Escalation - Anatomia della guerra infinita (DeriveApprodi 2005). Collabora con la storica casa editrice Zanichelli per i testi scolastici di geografia umana. È una delle firme del quotidiano “il manifesto”.
Documento inserito il: 08/10/2015