martedì 30 settembre 2014

La tensione dell'arco



Un’opera dello scultore Patrizio Quarta in mostra al Fondo Verri

L'opera di Patrizio Quarta

“La tensione dell’arco” e il titolo dell’opera dello scultore Patrizio Quarta in mostra al Fondo Verri da martedì 30 settembre sino a venerdì 17 ottobre dedicata a Lecce 2019.
L’atto dell’attesa nelle mani di un Messapo. Le volute del barocco, il ramarro sul braccio sinistro che tiene il centro della tensione dell’arco, la fune legata alla cinta del vestito, le frecce tante da scagliare… Un’opera profondamente spirituale, augurale per questi giorni che chiudono il processo della candidatura con la visita della giuria - lunedì 6 ottobre - che dovrà scegliere quale sarà la Capitale della Cultura Europea nel 2019.
L’“utopia” tagliata in una pietra di calcarenite miocenica scelta nelle ricognizioni che caratterizzano il lavoro di Patrizio Quarta, una pietra ricca di licheni, di tracce… Una cesellatura che scrive il racconto della nostra terra spinta ad immaginare il suo futuro.
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Patrizio Quarta è nato a Novoli nel 1961. Avvicinatosi nel 1987 al mondo dell’arte guidato da autentica passione creativa, ha al suo attivo numerose ed importanti mostre. Uno scalpellino che con passione e abilità realizza il suo particolare immaginario utilizzando la pietra leccese per un’avventura creativa che gli ha donato numerose gratificazioni. E’ emozionante vedere gli attrezzi con cui lavora, gli stessi con cui gli artigiani dei secoli scorsi ricamavano la pietra. Sul bancone di lavoro si vedono sgorbie in ferro battuto, pialle convesse o lisce, mazzuoli e tanti altri strumenti atti a cesellare. Ma lo strumento preferito dall’artista, col quale riesce ad ottenere il massimo della precisione, è il bisturi del chirurgo. Ciò che colpisce il visitatore entrando nel laboratorio di Quarta è il rispetto che questi ha per la pietra. Ad essa, infatti, non si dedica soltanto con l’intento di dare un “divenire”, ma la studia nelle sue più recondite pieghe per poi portarla allo stadio conclusivo di opera.
I “pezzi” di Patrizio Quarta hanno sia della retorica sia del contemporaneo e come ha scritto la rivista fiorentina “Eco d’arte moderna”, l’artista ha con la pietra della sua terra un legame così profondo da lavorarla con la forza del vento che leviga e smussa la superfice di una pietra antica. Da qualche tempo Quarta ha iniziato studi sull’alabastro toscano grazie ai quali ha ricevuto riconoscimenti significativi a livello nazionale. La pietra sia che venga levigata o smussata dalle sue abili mani non è mai violentata dalla luce, ma è sempre accarezzata e valorizzata. Peculiarità dell’arte di Patrizio Quarta è la pazienza certosina con cui elabora le proprie opere trattandole con muffe secche antichizzando in tal modo i pezzi e facendo pensare che gli stessi siano stati creati in tempi non più tanto vicini a noi.

Particolarmente attivo e presente nella vita culturale del suo paese d’adozione San Giorgio Jonico è tra i fautori della nascita del Circolo Culturale “L. Agnini” di cui sarà socio fondatore. Nel 1997, l’Amministrazione Comunale di San Giorgio J. dà incarico all’artista, in collaborazione con lo scultore L. Agnini di realizzare il “Monumento ai caduti e alla pace” - Villa Parabita. Tra le sue mostre più importanti ricordiamo: Rassegna di Noti maestri scalpellini salentini, Lecce; Beato Angelico - Premio Italia, Firenze; Biennale Internazionale di Pittura Scultura e Grafica Città di Lecce, Lecce. 1a Biennale Internazionale Arte di Palermo, Palermo.

giovedì 25 settembre 2014

La festa dei lettori al FV


Sabato 27 settembre, Festa dei Lettori
Il Fondo Verri presenta
“Corteo”
Parole essenziali dal Centro per la Cura e la Ricerca
sui Disturbi del Comportamento Alimentare
del DSM –ASL di Lecce


Parola in costruzione

Come consuetudine l’Associazione Presìdi del Libro celebra in tutta Italia, nell’ultimo sabato di settembre “La festa dei lettori”, il titolo dell’edizione 2014, la decima - proposto dal presidente dell’associazione Paolo Comentale - è “Pagine strappate, immaginate, salvate…”.
Il Fondo Verri - Presìdio del libro di Lecce - proporrà nel corso della giornata di sabato 27 settembre, negli spazi dell'Associazione in via Santa Maria del Paradiso 8.a, “Corteo, le parole essenziali” un allestimento che metterà in scena concretamente delle parole realizzate dal laboratorio di scrittura del Centro per la Cura e la Ricerca del Comportamento Alimentare. L’allestimento di parole sarà “recinto” della lettura di “pagine strappate, immaginate, salvate…” scelte nel corso del laboratorio appositamente attivato e lette a voce alta nel corso della giornata di sabato 27 settembre. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Centro per la cura e la ricerca sui disturbi del comportamento alimentare – Dsm ASL di Lecce sin dalla fondazione partner del presidio del libro leccese.
Ci sono “momenti della vita” dove la parola non abita, non ha agibilità, abilità e si confonde, presa dal mormorare delle mente, ostaggio del malessere che spesso rende muti, lontani dall'ascolto.
Ci sono “momenti della vita” dove la coscienza perde la mira, ritrovarla è atto di creatività, implica lavoro, condivisione, nuovo nutrimento... C'è un piccolo giacimento di narrazioni da scovare da riportare in luce… Ripartire dall’alfabeto, dalle lettere che lo compongono è un modo utile a rifondare le parole, il discorso, a dare verbi all’agire. Al fare, al fare se stessi pagina, al fare se stessi nella ritrovata parola…

sabato 20 settembre 2014

Il bastone fiorito di Antonella Marotta al FV




Martedì 23 settembre, dalle 18.00
“Fiato corto di sirena”
Incontro con Antonella Marotta e il suo libro Il bastone fiorito”

Una sera, per un omaggio alla tenacia e alla forza. Voci di poetesse e di scrittrici si aggiungono a quella di Antonella Marotta autrice del libro “Il bastone fiorito. Malinconie di un sogno perduto” (AGM edizioni), un diario, un urlo d’amore, un urlo alla vita, nonostante tutto che sarà attraversato dalla voce di Alba Monti accompagnata dal mandolino di Ofelia Elia con i contributi di Paola Bisconti, Giuliana Coppola, Eliana Forcignanò, Daniela Liviello, Alessandra Peluso, Gioia Perrone, Fabiana Renzo, Luisa Ruggio, Lara Savoia, Ilaria Seclì.

Antonella Marotta è nata a Maglie il 21 dicembre 1961, vissuta a Milano fino all'età di ventiquattro anni, si è trasferita a Maglie dopo il matrimonio. È madre di due figli. Attualmente risiede in provincia di Piacenza. “Il bastone fiorito” è il suo primo libro.

martedì 16 settembre 2014

La voce e il racconto di sé






Ha preso avvio, martedì 16 settembre, con il primo incontro nella Casa Circondariale di Lecce il laboratorio “La voce e il racconto di sé” curato dall’Associazione Culturale Fondo Verri, Presidio del Libro di Lecce, nell’ambito della III annualità del progetto Comunità Terapeutiche Diurne promosso dal Dipartimento di Dipendenze Patologiche della ASL di Lecce e dalla Regione Puglia (Quota regionale - Fondo nazionale di lotta alla droga DPR 309/90).
Il laboratorio di narrazione è rivolto agli utenti dei Ser.T. di Lecce, San Cesario di Lecce e ai detenuti tossicodipendenti in carico all’Unità Operativa del Ser.T. operante nella casa Circondariale di Lecce. Gli incontri si terranno il martedì e il venerdì dalle 15.30 alle 17.30 nella Casa Circondariale e i giovedì nelle sedi dei Ser.T. di Lecce e San Cesario.

Il progetto si muove in continuità con i motivi che hanno ispirato nel 2010-2011 il progetto “Raccontarsi” laboratorio realizzato presso il Ser.T. di Lecce, che ha portato alla pubblicazione del libro “Storiarsi, racconti dal Ser.T. di Lecce” (aprile 2011).
Nel corso del laboratori gli utenti del Servizio, con la direzione degli operatori dell’Associazione Culturale “Fondo Verri” e la collaborazione degli operatori del Ser.T., hanno “raccontato” la propria storia “conquistando” l’utilizzo della scrittura, della voce, del disegno, del corpo.
Le emozioni, il dolore, i sentimenti, il tempo trascorso e il tempo futuro, gli affetti, le distanze, le speranze, i pensieri, gli umori, gli amori, gli spazi vuoti, gli spazi riempiti, i silenzi, le parole dette, le parole rimaste in gola, tutto questo e molto altro ha dato vita ad un opera finale che, presentata in più occasioni pubbliche, è servita come leva di sensibilizzazione sulle complesse problematiche della tossicodipendenza e sui vissuti di chi, spesso suo malgrado, s’è trovato travolto dal vortice della droga.
Obiettivo del nuovo progetto è la costruzione di un audiolibro, che raccoglierà le storie e le speranze di quanti ogni giorno, in cura, tentano di riscattarsi da una vita consumata dall’illusione e dalla dipendenza.

Il laboratorio si concluderà nel gennaio 2015

Rinfranca raccontarsi, “esserci” in un tempo in cui la sovraesposizione mass-mediale confonde i contorni d'ognuno. Il racconto di sé, diventa terapia, cura all'inedia, al “no” che spesso induce a comportamenti spersonalizzanti. Riconosciamo nelle “dipendenze patologiche” e, più in specifico, nelle tossicodipendenze, meccanismi di auto annientamento - e di sottrazione del soggetto dai contesti sociali e di relazione - che “costruiscono” storie di vita che rimangono “senza più parole”.
Attraverso la narrazione si possono promuovere progetti per (ri-)educare (e formare) in modo “nuovo”, prestando attenzione alle “piccole” storie di ognuno, quelle che ogni persona vorrà condividere tentando attraverso la raccolta delle narrazioni, un quadro storico e generazionale della “dipendenza” direttamente coinvolgendo gli utenti e gli operatori del servizio.

venerdì 12 settembre 2014

Il segno totale. Poesia: dalla parola al segno



Da sabato 13 settembre, dalle 20.00 (fino al 24 settembre)
al FV una mostra di scritture e ricerche di Francesco Aprile e Luc Fierens



Sarà inaugurata sabato sabato 13 settembre 2014, alle 20:00, presso il Fondo Verri, a Lecce in via Santa Maria del Paradiso - nell’ambito delle iniziative off del Bitume photofest - “Il segno totale. Poesia: dalla parola al segno, una mostra di scritture di ricerca che si svolgerà presso il Fondo Verri di Lecce fino al 24 settembre, e che vede dialogare due generazioni poetiche, due approcci che attraverso percorsi diversi si strutturano sulla portata sociale della parola. In mostra opere di Luc Fierens e Francesco Aprile. Poesia verbo-visiva, scritture asemantiche, comunicazione pubblicitaria, giornalismo, new media, si incontrano dettando nuovi ritmi e vicissitudini della parola poetica fattasi segno, lacerazione e incontro, rimembranza archetipa ed esplosione sociale. L’impegno è costante, la militanza appare intrinseca nella ricerca delle nuove possibilità del linguaggio poetico che dalla parola si lega a differenti linguaggi, diventando segno.

LucFierens, note sull’opera:

Luc Fierens - Blind
Fierens entrò in contatto con performers e poeti del Movimento durante gli anni '80, e da allora continua a lottare poeticamente, ricercando senza sosta occhi che possano leggere [...] attraverso immagini che ti urlano in faccia incazzate, rock. L'Italia per lui resta ancora la terra madre, fertile, che conserva una memoria. E ne soffre il suo richiamo continuo. Non è una questione di mercato, non lo è mai stata, resta invariato il carattere di fenomeno marginale. Come ha già detto qualcuno, la forza della Poesia Visiva sta nell'aver resistito a 50 anni di insuccessi (e nell'aver comunque preso una portata internazionale, aggiungerei io). Nel caso di LucFierens la lealtà ai principi è mostrata dalla tenacia e dalla passione con cui si dedica al suo lavoro artistico, e dal bisogno di condividere ciò con qualcuno che possa capirlo. (Elisabetta Falanga)
La ricerca di una consapevolezza sociale è la posizione politica di Fierens. L’andamento etico della sua proposta poetica. Un invito che vivifica un approccio che vede l’arte come momento privilegiato per il raggiungimento di un ordine sociale non repressivo. La parola-immagine appare come segno connotativo della base reale del contesto immaginifico, e volge lo sguardo all’indirizzo possibile di nuovi sviluppi poetici e vitali. L’orizzonte utopico di un possibile reale. Una linea guida. (Francesco Aprile)

Francesco Aprile - Ende neu - 2013

Francesco Aprile, note sull’opera:
L’efferatezza del simbolo è guerra visiva. Il labirinto poetico confonde la solitudine dell’azione verbale impressa nell’obolo pragmatico. MANIFESTO, riflesso nervoso del linguaggio privo di controllo ma non di obiettivo, inaspettatamente sfiora la reazione convertendo la muta interpret-azione in boato della coscienza. Fonemi-opliti, dall’armatura galvanizzata preparano l’assedio finale, è il momento di scegliere da che parte guerreggiare. Aprile lancia una sfida: l’egocentrismo della parola o il capovolgimento del fronte semantico contro  la  storia, strumento devoto ad una società assente e avvizzita nel foraggiare il luogo comune, questo ultimo fondamento dell’ordine-archetipo. Prepararsi alla disfatta, non soccombere  per occultare il linguaggio accessorio e infiammati dalla poiesi, accostarsi all’esalazione semantica e pregarne la morte. (Cristiano Caggiula)
Il lavoro di Aprile vive nell'esplorazione dell'ineffabile; può non comunicare in modo tradizionale, ma lo fa usando un movimento casuale, un significato casuale, uno sviluppo casuale per recuperare una comunicazione dall'oltre. Uno degli aspetti del lavoro di Aprile è il magistrale uso degli spazi bianchi. Ci sono costruzioni dal controllo intenso. (Bill Di Michele, in Tip of the knife. Visual Poetry magazine, giugno 2014).