sabato 27 gennaio 2018

Stefano Martella al Fondo Verri



Sabato 3 febbraio 2018, alle 19.30, al Fondo Verri
la presentazione del libro di Stefano Martella
“I segreti della Lupa” edito da Besa

La copertina del libro edito da Besa
Lecce, capitale del Barocco e rinomata in tutto il mondo per la bellezza del suo mare e per la movida estiva, al centro di enormi flussi turistici nell’ultimo decennio, ha molte facce nascoste, sconosciute ai turisti e forse anche ai suoi stessi abitanti. Stefano Martella, giornalista molto attivo nell’ambito della denuncia sociale, raccoglie in questo volume cinque reportage narrativi attraverso i quali addentrarsi nei lati più oscuri, torbidi e affascinanti di questa città.
I segreti della Lupa racconta il colorato e istrionico mondo delle transessuali, quello delle casalinghe che scelgono di prostituirsi per arrotondare, e poi l’universo della prostituzione coatta, alimentata da una vera e propria tratta di esseri umani. Ancora, le storie degli invisibili che si sono visti precipitare nella povertà più nera, sfrattati e costretti a dormire in un treno o a dividere la casa con gli anziani genitori. La condizione abitativa degli immigrati, alloggiati in case sovraffollate e in tuguri affittati a peso d’oro da facoltosi professionisti che hanno saputo costruire un business della miseria. Il degrado delle periferie leccesi, urbanisticamente e socialmente organizzate come ghetti, invase da spazzatura e siringhe. E, infine, una fotografia all’interno della Lecce occulta, fra massoni e caste che detengono il potere.
Una scrittura limpida che dà voce a storie complesse. Un viaggio nelle viscere di Lecce, fra luci e ombre, nel contrasto sempre vivo tra apparenza e realtà. È come se Martella, che pure scrive da cronista per un medium tradizionale, tentasse un'operazione di carotaggio di quelle radici che nutrono Lecce, fra la straordinaria umanità che popola gli alveari della 167, lungo i viali intorno alla stazione ferroviaria, nelle casette impregnate di umidità del centro storico, sui pavimenti delle sagrestie del centro che risuonano dei passi dei professionisti impoveriti in cerca di aiuto.

Stefano Martella è un giornalista e collabora con le testate “Fanpage”, “Altreconomie”, “Informant” e “Nuovo Quotidiano di Puglia”. Nel 2014, nella sezione “miglior reportage”, vince il Premio Giornalistico Nazionale Maurizio Rampino. L’anno dopo, nella sezione “miglior inedito”, gli viene assegnato il Premio Michele Frascaro per il giornalismo d’inchiesta. È socio di Oikos Sostenibile, associazione di promozione del turismo e del territorio. Collabora con il collettivo di filmaker Muud Film. Per le edizioni Negroamaro, nel 2016 ha pubblicato la guida narrata Approdo a Porto Cesareo.

venerdì 26 gennaio 2018

Francesco Pasca al FV



Sabato 27 gennaio 2018, dalle 19.30,
al Fondo Verri la presentazione
a cura di Alessandra Peluso
del romanzo di Francesco Pasca
“Il cancello” edito da I Quaderni del Bardo di Stefano Donno.

La copertina del libro
Alma e Alvise si amano. Il loro è un amore che appare come un’eterna rincorsa verso qualcosa di indefinito.
Dalla piazza di Barbarano, piccola frazione di Morciano di Leuca, ha inizio una storia densa di enigmi che affascinano il lettore. Il topos letterario che emerge nel nuovo lavoro di Francesco Pasca si riconosce nell’abilità propria dell’autore nel plasmare la parola e darle una forma nuova. Stile, sintassi, retorica hanno un sapore diverso nei suoi romanzi dove prosa e poesia si sposano in un sortilegio che incanta.
Tra le pagine de “Il cancello”, libro appassionante perché mantiene vive le domande esistenziali, il Sud è solo un pretesto per raccontare uno stato d’animo convulso, complesso, astruso e straordinario come quello dei protagonisti. Torino invece e il richiamo della Sacra Sindone qui esposta è per Alma un’opportunità per conoscere meglio se stessa e comprendere quale forza generatrice la induce ad amare Alvise. Il suo avventurarsi nasce da una visione, per convinzione e necessità.
Il Salento quindi inteso come punto di partenza per un viaggio esistenziale acquisisce un tratto identitario per i personaggi del testo che nella luce della propria terra cercano le risposte alle loro domande.
Così Finibusterrae diviene l’inizio e al tempo stesso la fine di un percorso verso un altrove. È nella piazza dove regnano calma e quiete, sotto i sette archi di un portale seicentesco che Alma e Alvise avvertono “un brulicare nell’immaginare” notando due incisioni su pietra leccese.
Si tratta di dieci “p” da decifrare ed è lì che l’I(dea) s’affaccia e in essa i due innamorati scivolano lentamente.
Come circondati da un’aurea luminosa, Alma e Alvise entrano nella storia percorrendo sentieri indefiniti, lasciandosi cogliere da innumerevoli suggestioni attraversando la scrittura stessa, il tempo e la relazione intima di un amore che si dipana tra passione e peccato, passato e presente in un probabile divenire.
È un libro questo che si pregia di avere degli elementi che ruotano intorno a un istante, a un gioco d’ombre generate dai gesti d’amore della coppia. “Sul filo d’inchiostro lì sosto” scrive Francesco Pasca e propone una pubblicazione editoriale che risulta essere curata nella ricerca storica e religiosa dove si ribalta tutto ciò che è definito sovvertendo certezze e convinzioni ma anche appartenente a un genere universale in grado di provocare il lettore suscitando in lui domande, quesiti, interrogativi.
Con una scrittura colta, un periodare ricco, un linguaggio ricercato e un lessico raro l’autore che sa padroneggiare i tesori linguistici con destrezza crea una sintesi di stili richiamando a un’idea ancestrale di letteratura dove a predominare è la ricerca di nuovi significati.
Nulla è predefinito e già composto perché in queste pagine che catapultano in una realtà parallela dove tutto esplode in un magma di parole, Pasca sa offrire uno sguardo insolito, una visione innovativa su quella che è la nostra esistenza nella quale siamo tutti chiamati a varcare un cancello immaginario e a compiere un viaggio verso l’altrove… verso l’altro noi.

Paola Bisconti

Luigi Pisanelli al FV



Venerdì 26 gennaio 2018, alle 19.30 al Fondo Verri
la presentazione del romanzo
“Tornerà la lepre a Buna” di Luigi Pisanelli
(Musicaos Editore)
 
La copertina del libro edito da Musicaos

“Mi chiamo Alberto, ma gli amici mi chiamano Bart”.

Si può scrivere la fotografia di un’epoca appena trascorsa, gli anni Novanta e i primi anni Duemila, mettendoci dentro tutti i sogni, le aspirazioni, i viaggi, le fughe insperate verso l’orizzonte?
Alberto frequenta l
ʼuniversità a Bologna, ma prima ancora di approdare nella città capoluogo dellʼEmilia - Romagna, avrà vissuto la sua adolescenza in compagnia degli amici di una vita, quelli del bar Vento, ai quali si aggiungono gli avventori e le comparse più o meno seriali di un crocevia esistenziale, tra il paese e il mare, tra la campagna “e il west”.
“Tornerà la lepre a Buna” è un romanzo caleidoscopico, un romanzo “di formazioni”, dove le storie di un gruppo di ragazzi si intrecciano in una Terra di Mezzo geografica che è anche un’età di passaggio, dalle strade tortuose del Salento, percorse a bordo di Califfoni d’annata e automobili sgangherate, fino ai corridoi silenziosi delle biblioteche di Bologna, dai centri di accoglienza per giovani immigrati, alle feste notturne, tra i fumi della nebbia e le nebbie di fumo nei pub dei portici, passando per la Provenza, Modena, la Spagna e le letture, interminabili, di autori che hanno influenzato generazioni di esploratori.
“Anch’io amo la natura, gli alberi e la pioggia, e aspetto, con un presentimento di gioia, il tempo che verrà. Mi piace stare al finestrino, vedere l’enorme spettacolo. Amo la strada, il viaggio. Facciamo un po’ di strada insieme?”
Alberto ricorda e racconta, tiene insieme i fili di una trama infinita, anche quando accadono gli eventi più imprevedibili ed è impossibile, per i lettori, non rivivereciò che può essere accaduto anche a loro.
Luigi Pisanelli ci fa vivere on the road con Karl, Jack, Alberto, Sara, Max, Maurizio, il Pincio, Silvano, il Cobra, Tommaso, lo Zio, raccontando un mondo attraverso suoni, sensazioni, emozioni, visioni, ricordi, musica, e film, in un romanzo dove una volta entrata la totalità dellʼuniverso ciò che ci viene restituito è il ritmo sincopato della vita.
“Tornerà la lepre a Buna” risponde, con fantasia e malinconia, a una domanda fondamentale, quella secondo cui non si può dare il racconto di una gioventù ideale (o idealizzata) se questo, oltre che a essere veridico, non risulta, allo stesso tempo, stupendamente epico.

L'autore
Luigi Pisanelli, nato a Casarano nel 1976, vive e lavora a Parabita (Le). Ama la natura, i cani, i buoni libri, la musica che fa prendere alla vita il verso giusto, ama cucinare e, infine ama la solitudine, a tratti intervallata dalla migliore delle compagnie possibili in questo mondo.

martedì 16 gennaio 2018

I racconti di Leo Tenneriello: "La bellezza del caos"



Sabato 20 gennaio 2018, dalle 19.30,
al Fondo Verri la presentazione della raccolta di racconti
di Leo Tenneriello “La bellezza del caos”” (Pubblicazioni Italiane)


Venti racconti, venti vite ordinate e senza governo, deragliate che ritrovano la via. Nudi racconti esistenziali, surreali, etici e visionari. Tutto comincia con circostanze futili, consuete, per approdare allo svelamento della crisi d’identità, della solitudine, del disorientamento di una generazione senza causa e senza ribellione. Nella bellezza del caos ci sono coppie (moglie – marito, fratello – fratello, madre-figlio, uomo-donna, uomo-anima, scrittore-lettore, pittore-tela) che si perdono e si ritrovano. Piccoli fatti insignificanti che restituiscono a ogni personaggio l'essenzialità dei sentimenti, nascosta dietro la mediocrità del male e della paura di vivere. 


Leo Tenneriello - (imbrattacarte, scribacchino, strimpellatore, canterino) è nato a Taranto da papà campano e mamma lucana. Laureato con lode in Scienze Politiche all’Università di Bari. Nel 1992 ho pubblicato "Individuo, massa e potere nella metamorfosi di Canetti" per Franco Angeli Edizioni – Democrazia e Diritto. In seguito ho pubblicato tre libri: “Metamorfosi e fuga” (2009) e “Sorella noia fratello nulla” (2013) per il Raggio Verde, “In amore siamo cose” (2015) per Pubblicazioni Italiane. Come cantautore ho all’attivo sei cd: nel 2006 “ControVerso”, nel 2008 “Invisibili”, nel 2009 “Viversi”, nel 2011 “Basta Pagare” e nel 2013 “Leo T. Kafka” per il quale, sempre nel 2013, ho vinto il Premio Speciale della Giuria Franz Kafka Italia. In seguito ho presentato “Leo T. Kafka Live - canzoni per raccontare un grande scrittore" in diverse scuole, piccoli teatri, biblioteche e club. Nel 2016 ho pubblicato “Wilde” da cui è nato il recital "Wilde, dialogo col Genio".