giovedì 30 giugno 2016

La presentazione del Journal di Antonio L. Verri

Sarà presentato - venerdì 8 luglio, alle 19.30, nel cortile del Conservatorio Sant’Anna, a Lecce il “Journal” di Antonio Leonardo Verri curato, nell’edizione di Spagine (Fondo Verri Edizioni), da Maurizio Nocera e Mauro Marino. 



Con i curatori interverranno l'Assessore alla Cultura del Comune di Lecce Luigi Coclite e Simone Giorgino.

Interventi musicali di Federico Guido.
 
 
Antonio in bicicletta a Caprarica in una foto di Fernando Bevilacqua

Un diario privato, la prima pagina è del 7 ottobre 1983 e via fino all’8 luglio del 1992 (i giorni della scomparsa di Edoardo De Candia) con in mezzo una lunga pausa. Giorni travagliati e mai facili.
Scrive in apertura della sua agenda Verri: “Pare proprio che di un Jurnal non se ne possa fare a meno. Per un po’ ho resistito. Ma poi… Affascina, come sempre, la pagina o il ‘posto’ che, guarda guarda, è unico, è necessario: mah! L’arsura, poi, per lo scritto: tanti bei righi uno sotto l’altro (l’ardore si aggiunge all’arsura), la possibilità di andare a braccio, il tempo che sai che azzanna il narciso che sei”.
Pagine utili per comprendere quale era il clima del fare culturale negli anni Ottanta - Novanta, nel Salento in una dimensione molto diversa da quella a noi contemporanea. Avventure, progetti, scazzi, malumori, entusiasmi e non se la prenda chi, citato, potrà sentirsi vilipeso nel suo sentimento di amicizia verso Antonio Verri; su tutto domina l’inquietudine, compagna e generatrice del suo fare, della sua inesauribile costanza.
Scrive Verri il 7 novembre 1983: “Accidenti, mi corrono i giorni così, quasi per niente. Oggi finalmente un po’ di tempo per scrivere qualcosa. Mi sto accorgendo che tempo per il «Journal» lo trovo. Rabberciamenti e spunti sul ‘racconto’, su me (ma mi vado a genio come operatore di cultura, per altro sono un fallimento!), non mi è difficile, ma ho il vizio di distrarmi”.

lunedì 27 giugno 2016

La poesia di Osvaldo Piliego al FV



Lunedì 27 giugno alle ore: 21,00 presso il Fondo Verri (Via Santa Maria del Paradiso 8) di Lecce Osvaldo Piliego presenterà "justalovesong" una piccola raccolta di poesie e canzoni mai musicate, appena uscito per Spagine - Magazzino di poesia a cura di Mauro Marino (Fondo Verri). 

Osvaldo Piliego

Emozioni, narrazione, movimento. Sono queste le parole chiave per parlare della raccolta di versi di Osvaldo Piliego, già autore dei due romanzi "Fino alla fine del giorno" (2011) e "La città verticale" (2015) pubblicati da Lupo Editore. "Una sottile nostalgia sottende a tutti i suoi versi, una nostalgia che pervade la raccolta e che porta con sé il profumo di cose andate, l’ombra dei morti, città visitate, amici perduti, o, più genericamente, una felicità sfumata al fondo di un bicchiere; amore, che è il sentimento base, la sola cosa che riesce a mitigare, se non spegnere, la spinta distruttiva del demone; tristezza, che è cosa diversa dal dolore, che non entra quasi mai in questa poesia, dove è la tristezza, col suo velo leggero a dettare il ritmo sommesso della versificazione", sottolinea Dario Goffredo nell'introduzione. "Pur essendo lontani dagli stilemi classici della poesia di narrazione, i testi raccontano, pur nella loro liricità. E sono popolati da personaggi. Osvaldo è un narratore, e i temi che traccia e affronta nelle sue poesie sono gli stessi che traccia e affronta nei suoi romanzi", continua. "È poesia di movimento perché è in continua mutazione, in corsa verso forme nuove di versi, di metri, di rime".
"La prima cosa che mi ha colpito leggendo questi versi è stata la naturalezza dellʼespressione, lʼautore possiede un timbro e una precisione che sono già “sue”, il che conferma la dimestichezza, non solo pubblica, col verso. Leggendo poesia cerco di accorgermi subito della presenza o mancanza di una “voce”, che è ciò che chiedo e spero sempre di trovare nella scrittura. Avere una voce propria, che faccia riconoscere i versi di un autore in mezzo agli altri, allo stesso modo in cui ci si volta, nella folla, quando si viene chiamati da una voce che riconosciamo come nostra amica, umana. La “voce” secondo me è unʼattitudine alla ricerca della concrezione del reale nel verso, la speranza di riuscire a dire se stessi e il mondo senza sovrapporre più di ciò che sia necessario tra essi, nel tempo che stringe", sottolinea nella postfazione lo scrittore ed editore Luciano Pagano. "Il momento della scrittura - in questi versi - è quello di chi tira le somme. Cʼè qui la consapevolezza per il trascorrere del tempo che non dà più il tempo di capire, di cogliere, di soffermarsi, che più procede in avanti e più sottrae spazio allʼumanità. Dʼaltra parte cʼè proprio il desiderio di fermare tutto. Lo spazio in cui si muove lʼautore è quello della città, urbana ma non metropolitana, in cui lʼindifferenza si è già presa tutto lo spazio che poteva, tanto che al massimo si può sperare in una tregua atemporale, temporanea, nella fuga verso la provincia, dove “ti muovi alieno/con un ritmo diverso/fuori tempo”, come è scritto in una poesia dedicata a Sergio Torsello. Per usare unʼespressione della poetessa Carla Saracino (scritta a proposito di Vittorio Bodini), ritornano nei versi di Piliego gli “spettri alla controra”, ma senza più nulla di poetico, nemmeno nella reminiscenza, sono “povera gente”, “rom sugli scivoli”, barboni avvinazzati, sono vinti & battuti, non avranno mai nulla per cui essere ricordati se non la loro stessa esistenza oramai avulsa dallʼinsensibile quotidiano".

giovedì 23 giugno 2016

La scrittura di Daniela Sasso al Fondo Verri



Venerdì 24 giugno 2016 dalle 19.30 al Fondo Verri il reading “Cronache letterarie e racconti di-versi” di Daniela Sasso che sarà accompagnata dalle voci di Andrea Bleve e Lara Sasso. 

Daniela Sasso

Scrive Daniela Sasso. “Sono nata un giorno. Poi - non so bene quando - ho imparato a scrivere e non ho più smesso... Per me la scrittura è la possibilità di liberarmi da ciò che ho dentro. La scrittura è per me possibilità di intrecciare sogno e realtà”.
Classe 1985, l’autrice nasce in provincia di Brindisi. Studia e consegue la maturità classica nel 2004 e si avvicina al settore sociale conseguendo il secondo diploma come Tecnico dei Servizi Sociali.Si appassiona alla Lingua Italiana dei Segni per non udenti e inizia il suo attuale lavoro come Assistente alla Comunicazione L.I.S. Il suo primo  libro è “Ho premuto il tasto invio” pubblicato da Edizioni ADEF nel Giugno 2013. Lei sa scrivere “dell’amore quello vero, quello che scivola tra le dita e non riesci a trattenere libero e grande... ad un passo dall'eternità!”.

La copertina di "Ho premuto il tasto invio"

mercoledì 22 giugno 2016

I racconti-conchiglia di Mimma Leone



Giovedì 23 giugno al Fondo Verri, dalle 20.00, la presentazione del libro di racconti “Il mare per le conchiglie” di Mimma Leone; nella serata l’intervento musicale del pianista Federico Guido.

La copertina del libro di Mimma Leone

“Il Mare per le Conchiglie”, (casa editrice Edit@), agosto 2014) è una raccolta di dieci racconti brevi. Ogni racconto/conchiglia racchiude la storia di una donna senza nome, sullo sfondo delle coste salentine, attraverso un’accurata e mai scontata narrazione in prima persona, a volte tenera e avvolgente, a volte violenta e brutale.
“In ogni donna c’è un po’ di me che va oltre me e il mare decide la direzione, il naufragio e l’approdo”, le Conchiglie di questo mare sono donne che recano, in loro stesse, suoni e misteri della natura. Proprio come conchiglie, assorbono musica e magia, ricavandone pura energia vitale.

“Il Mare per le Conchiglie” ha ricevuto a Roma il premio letterario “Ecce Dominae – sezione racconti”. Il racconto “Approdi”, tratto dalla raccolta, è invece stato premiato al concorso “Scritti Iblei”, Modica ( RG ). “Il Mare per le Conchiglie” ha anche acquisito il marchio “Microeditoria di Qualità 2015”. A Grottaglie (Ta), per quest’opera, è stato assegnato a Mimma Leone un riconoscimento per la narrativa femminile.

Mimma Leone è leccese, da sempre appassionata di scrittura. Ha frequentato i corsi di Regia, Sceneggiatura e Comunicazione presso la Scuola di Cinema diretta da Giuseppe Ferrara, a Brindisi. Ha partecipato alla lavorazione del film italo-tedesco "Solino". Ha conseguito la Laurea in Filosofia con una tesi di Filosofia della Musica. Ha lavorato come aiuto-regista di spot, spettacoli e varietà. Sono autrice e speaker radiofonica (prima per RadioTvElle, poi per RadioRama).
Ha conseguito il patentino di Giornalista Pubblicista, ha scritto canzoni insieme al cantautore Seba e al dj producer Crazymind, oltre che una colonna sonora per la Omnia Production (Roma).
Ha partecipato alla realizzazione della quarta e della quinta edizione del ‘Premio Terre del Negroamaro’ in qualità di coordinatrice artistica. Sono vicepresidente dell’Associazione socio-culturale RiCreAzione.
Dopo aver stilato la prefazione a una raccolta di proverbi salentini, ha pubblicato il racconto inedito “L’angelo imperfetto”, ora finalista del premio “Salento Quante Storie 3”.

sabato 18 giugno 2016

Marthia Carrozzo e Giuliano Ingrosso al Fondo Verri



Poesia e musica per il doppio appuntamento di martedì 21 giugno al Fondo Verri. Alle 20.00, la presentazione di “Piccolissimo compianto all’incompiuto” (Besa Editrice 2016) della poetessa Marthia Carrozzo Alle 21.00, la presentazione del progetto musicale di Giuliano Ingrosso, “Passaro Celeste”. Poesia e musica per il doppio appuntamento di martedì 21 giugno al Fondo Verri.In apertura di serata, alle 20.00, la presentazione di “Piccolissimo compianto all’incompiuto” (Besa Editrice 2016) nuovo raccolta di versi della poetessa Marthia Carrozzo, introdotta in questa edizione da una nota di Danio Manfredini.
Marthia Carrozzo

Scrive Maria Grazia Calandrone: “Nella sua forma integrale, il compianto di Marthia Carrozzo si apre con una dedica al lettore, il quale viene avvertito che il poemetto non tratterà dell’ira di Achille, bensì del suo altro destino possibile, più umano e meno eroico, se all’eroe fosse stato concesso di non sobbarcarsi l’onere di un collettivo furore. In verità, tratteremo un Achille più eroico, lo vedremo: la sua persona (più che la sua figura mitica) viene raccontata da un corale di voci cardinali della sua esistenza, dai testimoni che hanno subìto insieme a lui lo spettacolo e il fascino ambiguo di una sorte guerriera. L’incompiuto al quale allude il titolo è lo stesso Achille, ma è anche la figura disumana (divina, in questo caso) di Cristo. Il requiem di Carrozzo è infatti un lavoro complesso, che riguarda i ruoli maschile e femminile nel mito, modernizzati poi dalle religioni e qui rimescolati e restituiti secondo il tempo atemporale della poesia”.
L'immagine di copertina di "Passero celeste"

A seguire alle 21.00, la presentazione del progetto musicale di Giuliano Ingrosso, “Passaro Celeste”, sviluppato dall’autore nel corso degli anni attraverso l' esperienza dell' arte di strada,della ricerca poetica e esistenziale e i viaggi, l' ultimo in Brasile. La musica è cura, lo insegna ogni forma di cultura ancestrale creatasi nel corso dei millenni sul nostro pianeta. “Passaro Celeste” è il ritorno alla semplicità, all' essenza del suono, è l' anima che si riprende il senso della vita, che comprende le cose visibili ed invisibili attraverso il cuore, ma senza bypassare il cervello, riscoprendo infine il canto, la musica ed in effetti ogni forma di manifestazione, come veicolo sacro tra noi ed il divino che è dentro, sepolto. Scrive Giuliano Ingrosso: “Quando la paura si presenta dentro di noi ci sono due strade: raggirarla, aggrappandosi ad ogni sorta di illusione oppure viverla, attraversando la selva oscura a viso aperto. Nel primo caso ci ridimensiona, a lungo andare, fino all’ impotenza; nel secondo ci fortifica, aiutandoci a crescere e a trovare la luce dentro”.

mercoledì 15 giugno 2016

Giornata mondiale del bambino africano 2016




Il 16 giugno alla 19.30 al Fondo Verri e Il 17 giugno, alle 19.30 alle Officine Ergot

A cura di “Afrikinos



Afrikinos torna a Lecce per promuovere due serate di incontri, dibattiti e cineforum in collaborazione con l'associazione Gus - Gruppo Umana Solidarietà. L'occasione è il 16 giugno per la Giornata del Bambino Africano, istituita dall’Unione Africana in ricordo di Hector Pieterson, un bambino di 12 anni che il 16 giugno 1976 a Soweto, Sud Africa, fu ucciso in piazza mentre manifestava contro il governo dell’apartheid. Quel giorno di giugno Hector e tantissimi altri studenti stavano manifestando contro la legge che imponeva nelle scuole il maggior utilizzo di inglese e della lingua dei boeri (Afrikans) a discapito delle lingue indigene. In strada scoppiarono scontri tra polizia e manifestanti e Hector rimase ucciso dagli spari della polizia. Il corpo del bambino fu raccolto dal diciottenne Mbuyisa Makhubo, la scena fu immortalata in uno scatto del fotografo Sam Nzima che divenne un simbolo della lotta all’apartheid. La rivolta di Soweto, portò alla morte di 500 giovani studenti e ad oltre 1.000 feriti.

Gli incontri promossi a Lecce, dalla piattaforma interattiva Afrikinos, il 16 giugno alla 19.30 al Fondo Verri e il 17 giugno, alle 19.30 alle Officine Ergot, saranno l'occasione per fare un bilancio della situazione del bambino africano nel mondo, 40 anni dopo Soweto.
Afrikinos vuole attivare con le sue iniziative una "finestra" sull’Africa ripercorrendone la storia dagli anni 50 ad oggi attraverso le immagini dei registi del continente, dall’Independenza all’immigrazione massiva verso l’Europa, passando per la guerra fredda e il processo di democratizzazione. Il progetto si propone di far conoscere il continente africano, i suoi popoli e le sue culture nella loro diversità.

"Proveremo ad analizzare assieme agli ospiti le difficoltà e i sogni dei ragazzi africani, - scrivono da Afrikinos - i problemi incontrati sul continente, durante la migrazione e una vota fuori dal continente. Cosa vuol dire nascere in un mondo post-coloniale in cui "tradizione" e "modernità" si fanno la guerra? Come nasce la fascinazione per l'Europa? Quale è il valore della tradizione nella costruzione identitaria e nei processi di integrazione?"