sabato 31 gennaio 2015

Omaggio alle visioni di Pier Paolo Pasolini al FV




Venerdì 6, dalle 19.00 e sabato 7 febbraio 2015, dalle 19.30 al Fondo Verri
Tutto questo ho trovato nascendo

Due serate “collettive” dedicate alle visioni di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) nel quarantesimo anno della tragica morte del poeta a cura di Massimo Pasca e Mauro Marino con i poeti Marcello Buttazzo, Stefano Donno, Alessio Errico, Gabriele Leopizzi, Maira Marzioni, Ilaria Seclì; gli illustratori Giuseppe Apollonio, Gianluca Costantini, Mauro Curlante, Adriano Imperiale, Valeria Puzzovio, Chiara Spinelli;i fotografi Gabriele Antonio Albergo, Brizzo, Lorenzo Papadia, Giacomo Rosato e il performer Massimiliano Manieri.
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Le arti, il desiderio espressivo, si mischiano in “Tutto questo ho trovato nascendo – Omaggio alle visioni di Pier Paolo Pasolini”, le due serate che Massimo Pasca e Mauro Marino propongono il 6 e il 7 febbraio al Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso a Lecce, nel quarantesimo anno della tragica morte del poeta.
La poesia, l’illustrazione, la fotografia e ancora la poesia in un gioco di rimandi tutti finalizzati all’incontro per l’appuntamento i venerdì 6 febbraio, dalle 19.00: sei componimenti di Pier Paolo Pasolini - tratti da “Le ceneri di Gramsci”, “La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa” - sono stati scelti e affidati - omettendo titolo e autore - ad altrettanti illustratori; le matite e i pennelli Giuseppe Apollonio, Gianluca Costantini, Mauro Curlante, Adriano Imperiale, Valeria Puzzovio, Chiara Spinelli hanno creato la materia per una nuova ispirazione poetica… l’invito è stato “consegnato” a sei poeti: Marcello Buttazzo, Stefano Donno, Alessio Errico, Gabriele Leopizzi, Maira Marzioni e Ilaria Seclì.
Ma non è bastato… come tutti sanno le immagini sono state materia fondante della complessa poetica di Pasolini: il cinema pagina su cui scrivere la radicalità del suo immaginario… Per rendere omaggio a questa qualità che ha reso unico e singolare Pasolini nel panorama intellettuale e creativo del suo Tempo ma anche dopo, sino a noi - Gabriele Antonio Albergo, Brizzo, Lorenzo Papadia e Giacomo Rosato sono stati invitati a dare ulteriori “luoghi” – con le loro fotografie - alle “visioni” proposte, a questi si aggiunge - nella serata di sabato 7 gennaio dalle 19.30 dedicata al cinema pasoliniano - Massimiliano Manieri con “Memoria dalle superfici: astinenza & redenzione”, una performance che sarà accompagnata dalla lettura di alcuni brani tratyi da “Teorema” (film del 1968) a seguire la proiezione di frammenti tratti da “La ricotta” (del 1963 - quarto episodio del film “collettivo” RoGoPaG.).
Un percorso creativo di creativi per sostanziare l’urgenza di trovare nella contemporaneità riferimenti capaci di chiarirla per dare energia alla necessità - sempre aperta - del cambiamento: «“Un essere nel proprio tempo, nel quale la retorica - strumento dell'argomentare, del persuadere, dell'insegnare, leva essenziale di ogni "passione e ideologia" - è esibita, non velata, non nascosta, non lenita da strumenti di "sordina"».


Si ringraziano per la collaborazione Ada Manfreda per la scelta dei testi e Giuseppe Arnesano per la nota critica che accompagnerà le illustrazioni.

L'amore è uno straniero






"L’amore è uno straniero letture attraverso il misticismo universale"
a cura di Simone M. Franco

"L'amore è uno straniero", dalla Terra Desolata, dalle rovine del presente, un viaggio personale attraverso, gli incontri, le musiche, le letterature e l'immaginazione dei poeti mistici persiani - è il titolo dell’appuntamento tenutosi al Fondo Verri, venerdì 30 gennaio, dalle 19.00, con l’attore Simone M. Franco accompagnato da Hossein Arbari.
Chi è veramente l'altro? Forse non è solamente l'individuo che condivide, la fame, il dolore e le gioie, la sorte di essere uomo. Forse è anche chi, per cultura e tradizioni, dichiara una distanza che può essere superata,da quanti vogliono volgersi alla conoscenza, riprendendo il viaggio, il cammino delle Origini.

sabato 24 gennaio 2015

Roberto Ippolito al FV

Roberto Ippolito e la copertina di Abusivi


Domenica 25 gennaio alle 19.00 appuntamento al Fondo Verri di Lecce
con il giornalista e scrittore Roberto Ippolito che presenterà "Abusivi.
La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani" (Chiarelettere)

Dopo una lunga pausa di riflessione riprende il percorso di incontri e presentazioni organizzati dal gruppo informale (Ri)Generazione Politica. In collaborazione con "Xoff. Conversazioni sul futuro" e Libreria Idrusa domenica 25 gennaio alle 19 appuntamento al Fondo Verri di Lecce con il giornalista e scrittore Roberto Ippolito che presenterà "Abusivi. La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani" (Chiarelettere).

L’abusivismo non guarda in faccia a nessuno. Balla e fa ballare tutta Italia. Panettieri abusivi, macelli abusivi, studi medici abusivi, meccanici abusivi, benzinai abusivi, tassisti senza patente abusivi, perfino mafiosi e morti abusivi. Si resta a bocca aperta leggendo l’inchiesta di Roberto Ippolito e la lista infinita di comportamenti illegali e senza scrupoli degli italiani. A Forlì e Cesena, estetisti e parrucchieri irregolari sono uno su tre, a Ivrea i carabinieri accertano che un quarantenne, che opera come fisioterapista, in realtà non è un medico, ma un musicista. A Ravenna un falso psicologo segue una settantina di pazienti e si fa pubblicità su internet, tariffario compreso. Grazie a minori costi, gli abusivi falsano la concorrenza. Prosperano e insieme a loro prosperano il lavoro nero e l’evasione fiscale. Falsi venditori e parcheggiatori sono sempre più al centro di episodi di violenza. A loro guarda la grande criminalità. Nelle costruzioni l’abusivismo è sempre più sfacciato, come dimostrano la deviazione del torrente Modica-Scicli e i mille metri di porto a Ostia rigorosamente illegali. Né l’arte né i santi si salvano: al Circo Massimo è stata installata una scultura di tre metri per tre, del tutto illegalmente, mentre sulla scogliera di Serapo, la spiaggia di Gaeta, è stata cementata abusivamente una statua della Madonna. Perché l’Italia è una lunga lista di irregolarità fai da te, che fa sorridere ma anche no.

Roberto Ippolito è un giornalista e scrittore. Autore dei bestseller EVASORI (Bompiani), IL BEL PAESE MALTRATTATO (Bompiani) e IGNORANTI (Chiarelettere). È direttore di festival letterari a Ragusa, a Cinecittà e al Maxxi a Roma. Dopo aver curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, è stato direttore della comunicazione della Confindustria, delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma e docente di Imprese e concorrenza alla Scuola superiore di giornalismo della stessa Luiss. www.robertoippolito.it

giovedì 22 gennaio 2015

Antonio Gramsci jr. al FV


Antonio Gramsci jr.



Per il 97° anniversario
del Partito Comunista d’Italia sezione italiana dell’Internazionale Comunista,
giovedì 22 gennaio 2015, alle 17.00, al Fondo Verri, la presentazione del libro
La storia di una famiglia rivoluzionaria.
Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia
di Antonio jr. Gramsci, Editori Riuniti

Per il 97° anniversario del Partito Comunista d’Italia sezione italiana dell’Internazionale Comunista, a Lecce, giovedì 22 gennaio 2015, alle 17.00, al Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso nei pressi di Porta Rudiae, avrà luogo la presentazione del libro “La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia” di Antonio jr. Gramsci, Editori Riuniti. Parteciperanno all’incontro l’autore,  Maurizio Nocera segretario del Centro Gramsci di Educazione e Tonino Mosaico della Direzione Nazionale del Partito Comunista.
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Non si può non concordare con Antonio Gramsci jr. – scrive Raul Mordenti nell’introduzione - quando afferma a proposito del suo libro: «Man mano che il lavoro procedeva, ho capito che la storia della famiglia Schucht era interessante di per sé», cioè non solo come fonte per aspetti poco illuminati della vicenda biografica del massimo pensatore politico del Novecento italiano, suo nonno Antonio Gramsci. Questo giudizio dell’Autore sarà condiviso da qualsiasi lettore di questo libro, che è davvero più romanzesco di qualsiasi romanzo nel narrarci una storia familiare, cioè un concerto di tante storie personali intrecciate vitalmente fra loro sullo sfondo del «mondo grande e terribile, e complicato», (per usare le parole che il nonno del nostro Autore scrisse più volte a sua moglie). “Nonostante il libro tratti la storia della famiglia Schucht, al centro della narrazione, anche se a volte non manifestamente, c’è sempre la figura di mio nonno, Antonio Gramsci. Sono fermamente convinto che lo studio della sua opera e della sua vita, come del resto di altri grandi classici del marxismo, non è affatto anacronistico, anzi, penso che sia molto attuale e necessario proprio ora, quando sembra che i pilastri della civiltà occidentale stiano per crollare e quando dobbiamo ricevere risposte alle domande essenziali: chi siamo, in quale direzione ci muoviamo e per quali ideali viviamo.
Antonio Gramsci jr., è nato a Mosca nel 1965 da Giuliano, secondogenito di Antonio Gramsci, e Zinaida Brykova. Laureato in biologia, ha insegnato Morfologia, sistematica e ecologia delle piante presso l’Università pedagogica di Mosca. Ha ricevuto anche una formazione musicale: inizialmente dal padre – noto musicista e pedagogo, uno dei primi promotori della musica antica in Unione Sovietica – successivamente ai corsi di musica antica nell’istituto musicale «Carta Melone» e percussioni etniche. Insegna alla scuola italiana a Mosca e partecipa a varie attività musicali suonando gli strumenti antichi a fiato e percussioni etniche in varie formazioni di Mosca: «Volkonsky consort», «La Campanella», «La Spiritata», «Al-Mental» e altri. Dirige la scuola di percussioni etniche, «UniverDrums» presso l’Università Statale di Mosca e presso il laboratorio di musica elettronico-acustica del Conservatorio di Mosca, effettua ricerche sugli aspetti matematici del ritmo. In collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci ha effettuato ricerche sulla storia del Pci negli anni Venti e sulla famiglia del nonno. Nell’Archivio del Comintern e in quello della famiglia Schucht ha rinvenuto molti documenti importanti che hanno contribuito a colmare lacune sia nella storia del Pci, sia nella biografia di Antonio Gramsci. Nel 2007-2008 ha collaborato a l’Unità. Ha scritto La Russia di mio nonno. L’album familiare degli Schucht, pubblicata dall’Unità nel 2008 e nel 2010 è uscito presso Il Riformista il libro I miei nonni nella rivoluzione. Gli Schucht e Gramsci.

mercoledì 14 gennaio 2015

Barbara Balzerani al FV




Domenica 18 gennaio, alle 19.00 al Fondo Verri
Barbara Balzerani presenta il romanzo
“Lascia che il mare entri” Derive e Approdi

Domenica 18 gennaio, alle 19.00 al Fondo Verri, Barbara Balzerani presenta il romanzo “Lascia che il mare entri” (Derive e Approdi).
Tre donne nello scenario del secolo delle guerre e delle rivoluzioni. Ultime tracce di un mondo di relazioni cancellato, di un’umanità di cui il denaro che produce denaro può fare a meno.
Storie che provano a restituire voce alle ragioni ammutolite dalla Storia scritta. Storie del tradimento di saperi, dell’inganno del progresso mercantile, del grande affare delle guerre, della rottura del patto con la vita e del prezzo per non averne difeso le condizioni. Storie di sfiduciata resistenza, di subordinate aspettative, di imprevidenza di morte per vanagloria di crescita illimitata.
Tre donne che si passano il testimone nel racconto del rapido consumarsi della civiltà dell’illimitato sfruttamento di ogni risorsa. La stessa che continua a promettere futuro, felicità e benessere, a vendere il proprio modello a chi oggi ne sta seguendo le orme, dopo aver brutalmente compromesso con i suoi punti di non ritorno la riproduzione di un’impronta umana nella vita del pianeta. Dopo aver sterilizzato nei registratori di cassa libertà, diritti, comunanze e mascherato la sua offerta di ogni miseria con gli ammiccamenti alle virtù della sudditanza.
Tre donne che chiudono in un circolo virtuoso le battaglie di una manciata di generazioni per mantenere il senso di sé e il legame con i fondamenti dell’esistenza. Nel silenzio, nell’ascolto, nella riconoscenza verso chi ha tracciato un percorso forse ancora praticabile.

Barbara Balzerani nei primi anni Settanta milita in Potere operaio, poi nelle Brigate rosse, con incarichi nella sua direzione strategica. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta venticinque anni di carcere. Oltre ai volumi presenti nel catalogo DeriveApprodi, è anche autrice di La sirena delle cinque (Jaca Book, 2003).