venerdì 30 ottobre 2015

LIMITI - La pittura di Filomena D'Ambrosio al FV



 

Martedì 3 novembre, alle 18.30
l'inaugurazione della mostra di pittura di Filomena D'Ambrosio

LIMITI
La mostra rientra in un’iniziativa realizzata con il sostegno della Regione Basilicata
e del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Martedì 3 novembre 2015, alle 18.30, il Fondo Verri ospita il vernissage della mostra di pittura di Filomena D'Ambrosio “Limiti" (iniziativa realizzata con il sostegno della Regione Basilicata e del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Interverranno la critica Mihaela Cristea, del Museo di Targu Jiu (Romania) e la professoressa Patrizia Staffiero docente di Storia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Lecce. 

La mostra sarà visitabile sino al 16 novembre.

 

Una collezione di opere monocrome, bianco su bianco. «“La monocromia – diceva Yves Klein – è la sola maniera fisica di dipingere che permette di raggiungere l’assoluto spirituale”. Parole che bene si addicono al lavoro di Filomena D’Ambrosio – scrive il critico Carmelo Cipriani - che punta a raggiungere l’assolutezza formale trasfigurando il paesaggio nativo, del quale cerca di catturare lo spirito anziché l’esatta topografia. Tra supremazia del bianco e leggiadri accostamenti cromatici si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un mondo che si sta sfaldando, in cui ogni dimensione fisica va progressivamente trasformandosi in dimensione metafisica».

Per Tommaso Ariemma, filosofo e docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, “le opere di Filomena D’Ambrosio sono un’intensa meditazione sul principio del legame (…). La scelta del bianco, vuole sottolineare quanto ciò che consideriamo puro, distaccato, sia invece anch’esso coinvolto nel legame, al punto da esserne il principio. (…) Scegliere il bianco, “limitarsi” al bianco, significa lavorare su uno dei più grandi pregiudizi dell’Occidente, che opera, tra l’altro, proprio all’interno del sistema dell’arte contemporanea. Da decenni le opere non sono più attaccate l’una all’altra come nei celebri salons, separate solo da un’imponente cornice. Adesso è lo spazio bianco delle pareti, il celebre white cube, a separare, a isolare le opere, che fanno sempre più a meno, pertanto, delle vistose cornici del passato. D’Ambrosio porta questo bianco all’interno dell’opera, per renderlo protagonista e ripensarlo. L’artista moltiplica il bianco in una singolare “cromofilia”: i suoi bianchi sono plurali; ora circoscritti, ora infetti, mai puri. Il risultato sono opere che si cercano, che formano coppie, che si legano e si tendono.

Il bianco lega, e lega perché separa. Un concetto paradossale che tuttavia mostra la sua verità tutte le volte che riflettiamo sul desiderio che sta alla base della relazione più intensa, quella sessuale. Il termine sessuale, infatti, viene da secare: i sessuati sono i separati. Il loro desiderio ha origine da una separazione, da un taglio. Ed è il desiderio per eccellenza, il modello di ogni desiderio.
I limiti di cui parla Filomena D’Ambrosio sono allora accessi, risonanze, fili, vincoli.
In ogni caso, un essere l’uno per l’altro.


Filomena D’Ambrosio
è nata nel 1981 a Policoro (MT). Trascorre l’infanzia a Tursi (MT). Dopo il diploma, si trasferisce a Firenze, dove intraprende il proprio  percorso artistico.
Nel 2006 si trasferisce a Lecce, studia pittura e incisione presso l’Accademia di Belle Arti, e conclude il percorso specialistico, nella sezione di Pittura.
Nel 2013 vive per alcuni mesi in Romania dove lavora in un istituto psichiatrico con un progetto di arte terapia, insegna pittura in un liceo artistico, e fa la sua prima mostra personale titolata  “Un po’ di Tempo” a cura del critico Mihaela Cristea.
Tornata in  Italia chiude il suo percorso accademico con una personale titolata “Da qui Ritratto. Una retrospettiva inversa”,  a cura del filosofo Tommaso Ariemma.
Nel 2015 ritorna in Romania per un progetto di ricerca, qui nasce un nuovo linguaggio artististico rappresentato nelle opere “Limiti”, in una mostra a cura di Mihaela Cristea.    Nello stesso periodo presenta la mostra fotografica “I pensieri di Cono” a cura di Gaina Dorel, a Cluj Napoca.
Le sue opere affrontano il legame fra l’uomo, la natura e il simbolismo inconscio.
Lavora in Italia e all’estero.

mercoledì 21 ottobre 2015

"Sempre stata" al Fondo Verri


Maira Marzioni e Enrico Stefanelli


Venerdì 23 ottobre al Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso a Lecce (pressi Chiesa del Rosario – Porta Rudiae) la presentazione di Sempre stata, un mese ad Aliano reading audiopoetico per i testi e la voce di Maira Marzioni per le musiche di Enrico Stefanelli. La sonorizzazione e il montaggio audio a cura di Meditfilm, con la partecipazione di Tommaso Faggiano alla tastiera e synth, l’assistenza tecnica è di Corrado D'Elia
“Sempre stata” è anche un libro - interamente autoprodotto, curato dalla autrice nella redazione e nella composizione della grafica di copertina. La plaquette raccoglie “frammenti di paese, frutto di un mese di residenza artistica ad Aliano, paese in provincia di Matera, luogo dell'esilio di Carlo levi. Il tema del progetto di scrittura era: “Percezioni e paesologia”.
Dopo la prima fase di raccolta e redazione dei testi in una sorta di quaderno di viaggio, il progetto è andato arricchendosi di nuovi apporti, fino alla costruzione di una piccola produzione dal vivo.
L'idea è fornire a chi ascolta la possibilità di entrare in maniera complessa nel racconto di un luogo attraverso più piani narrativi, aggiungendo una sorta di metadiscorso sul come si fa, cosa significa e cosa produce il raccontare un paese.
Per farlo è stato aggiunta alla struttura del reading “classico” che porta attraverso una prosa poetica nella pancia del paese, alcune lettere sonorizzate che raccontano il processo creativo di entrata e uscita nel genius loci, l'anima del luogo.
Il montaggio finale delle voci e dei suoni è stato possibili grazie alla collaborazione con Meditfilm e ai suoni di Enrico Stefanelli e Tommaso Faggiano.

 
Un immagine realizzata da Maira Marzioni
Quando sono arrivata in paese - scrive l’autrice - non avevo domande precise, solo un desiderio caparbio di stare in panchina a vedere come scorrevano i bastoni, i piedi, i volti, le mani... Le mie ossessioni erano sempre le stesse: le donne, la terra, l’amore. Come declinava il paese il suo femminile. Le donne le ho accostate piano, conosciute con delicatezza, come se ci fossero veli da togliere prima di arrivarne al cuore. Gli uomini si mostravano, sono stati i primi a domandarmi, a chiedermi a chi appartenevo, da dove venivo, perché ero lì. Ci sono molti modi per capire l’anima di un paese, di un luogo, quello che preferisco è l’entrata dalle porte di chi lo abita, piano piano arrivi giù dove l’osso e la polpa si spartiscono il respiro, lì affondi nell’anima del paese, tocchi la forma carnosa di cui è fatto.
I testi raccolti hanno preso la forma di un libro-quaderno in cui attraverso “quadri” poetici e
narrativi il paese è divenuto corpo, un corpo di donna errante. Le donne aprono e chiudono, in loro ho cercato, mi sono specchiata, smarrita, sono stata
confortata, in loro e nella cura della terra ho visto una possibilità in un paese con molti mali
fatto di “materia fragile”, come tutti forse”.

Note sul libro:

Durante la serata saranno messe in vendita le copie autoprodotte del quaderno di viaggio “Sempre stata, un mese ad Aliano”, contenente ciascuna un'immagine cucita del paese.

Il libro è stato finanziato nella fase iniziale dal bando Residenze Artistiche della regione Basilicata, in seguito dall'autrice stessa. Le prime 50 copie sono state consegnate agli abitanti di Aliano, durante un
viaggio successivo. Il materiale raccolto durante la residenza è solo in parte contenuto nel libro. Il bagaglio di un paese è potenzialmente infinito, per questo il progetto “Sempre stata” è un work in progress che prevede in un fase successiva la realizzazione di un audioracconto dal vivo con le voci dirette del paese, il reading costruito insieme al giovane chitarrista Enrico Stefanelli ne è un primo assaggio. Tutta l'esperienza è stata e continua ad essere un motivo per di riflessione sul come si guarda, sul cosa significa raccontare un luogo e i suoi abitanti, rivendicando il mio sguardo femminile, che
cerca nelle pieghe, negli sprofondi, si immerge empaticamente, per poi risalire con la scrittura a
una visione complessa e allo stesso tempo viscerale.


Note biografiche:

Maira Marzioni nata a Chiaravalle di Ancona nel 1980, raccontatrice di luoghi, donne, terra. ha dato vita a un'azione poetica: “Battiparole di strada” in cui regala ritratti di parole ai passanti con una Olivetti lettera 32 e timbri autoprodotti. Ha collaborato alle pagine culturali de “Il Paese Nuovo”, scritto e pubblicato “Storie Terragne”, Ed. In alto a sinistra con il disegnatore Gianluca Costantini, “Fimmine fimmine, il teatro della vita. La raccolta, la tessitura, il vento”, Ed. Spagine, Fondo Verri con le attrici Caterina Pontrandolfo e Assunta Zecca. Ha curato la prima edizione di Piccola Rassegna Scritture Vive all'Arci Eutopia di Galatina (Le)

Enrico Stefanelli classe 1993, compositore solista e cantante del gruppo grunge Minerva. Ha collaborato con vari artisti e scrittori traducendo le parole e le atmosfere in musica. Il suo bagaaglio musicale è pieno di sfumature che vanno dal cantautorato italiano alla musica rock.

Meditfilm nasce dalla collaborazione pluriennale di professionisti dell’audiovisivo, legati da un percorso formativo e artistico unitario che negli anni si è rafforzato attorno a precisi progetti ma soprattutto attorno a un sogno: trasformare in immagini la nostra immaginazione. Il gruppo lavora anche in collaborazioni con docenti universitari per indagare il complesso legame tra luoghi e visioni.


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giovedì 15 ottobre 2015

"Casuale" e "La terra e le storie" al Fondo Verri



Venerdì 16 ottobre al Fondo Verri, dalle 19.30, doppio appuntamento al Fondo Verri.

 
Una fotografia di Angela Romanelli


Ad aprire la serata l’inaugurazione della mostra fotografica di Angela Romanelli,  “Casuale”.
Angela Romanelli nasce a Trani nel 1993.Vive e studia ad Andria. Dopo un breve trasferimento nella città di Bologna.Si trasferisce a Lecce, per intraprende gli studi di scenografia presso l’Accademia di Belle arti . Da sempre mostra la sua passione per la fotografia; nel suo percorso formativo una mostra colletiva e partecipazione a workshop.

Un ex-libris di Capone Editore

A seguire la presentazione della collana di Capone Editore, “La terra e le storie”, interverranno i direttori della collana Maurizio Nocera autore del libro “Il morso del ragno” e Antonio Errico che firma “Fiabe e leggende di Puglia” volume che ha segnato l’esordio della collana. Con loro gli autori: Rocco Boccadamo con la raccolta di scritture salentine “Compare, mi vendi una scarpa?”; Marcello Costantini autore di “Mediterroneo. Viaggio nella natura della terra e delle cose”; Federico Capone che propone un “Viaggio nel Salento magico”. Nella collana anche il libro di Antonio Mele “Melanton”, “Misteri, prodigi e fantasie in Terra di Puglia”.
La Capone Editore, fondata nel 1980, pubblica libri legati alla storia del Mezzogiorno e all’area mediterranea, riservando molto spazio alla ai volumi di storia antica, archeologia, cartografia e ai rapporti tra l’Italia e le civiltà mediorientali. Notevole in questi ultimi anni l’attenzione riservata alle guide turistiche in lingua italiana e straniera su molte città e significativi monumenti storico-artistici della Puglia e dell’Italia centro-meridionale.
“La terra e le storie” si apre al racconto, accogliendo nel rispetto delle linee che ispirano la Casa Editrice narrazioni strettamente legate ai luoghi e al territorio.

domenica 11 ottobre 2015

All'Ascolto, laboratorio di voce e canto



Un'illustrazione di Gianluca Costantini


Prende il via lunedì 12 ottobre, alle 19.00, al Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso 8, a Lecce, “All’ascolto” laboratorio sulla voce e il canto a cura di: Gaetano Fidanza organizzato dall’Associazione Rapsodia 8.9” in collaborazione con il Fondo Verri.
Il corso si concluderà nel giugno 2016 e avrà due appuntamenti settimanali il lunedì e il mercoledì dalle 19.00 alle 21.00.

La voce e il canto sono parte integrante della condizione umana.
Il canto in particolare, prima di essere una pratica artistica e professionale, risponde ad una necessità espressiva profonda di esplorazione di sé, di conoscenza del corpo, di comunicazione con l’ambiente circostante e di contatto con l’altro.
Esperienza di sé e rapporto con l’altro quindi. Un equilibrio labile e delicato fondato su un presupposto fondamentale: l’ascolto. “Essere all’ascolto” è tendere allo stesso tempo verso fuori e verso dentro. L’essere che ascolta è già un essere che canta, che vibra, che vive.
Con il mio canto il corpo dell’altro è investito dalla vibrazione e risuona a sua volta. Ma la condizione di questo risuonare è la morbidezza, la sensibilità, intesa nel suo doppio aspetto psicologico e fisico.
Quindi un ascolto attivo ed un corpo morbido e ricettivo, sono le condizioni base per la nascita di un canto libero. Libero da pregiudizi estetici ma anche libero da tecniche vocali a volte ingombranti ed innaturali.
Un canto che possa dare agio e piacere a chi lo canta (quindi a chi lo ascolta) è l’obiettivo di questo percorso pratico che qui si propone. Un canto che forse sarà ingenuo, incolto e ‘non artistico’ ma che avrà recuperato le sue ragioni e forse proprio per questo, le sue aspirazioni.
Non è argomento del corso la tecnica vocale del cantante professionista.
Si vuole riscoprire qui, in modo discreto ed umile, una pratica ‘sociale’ del cantare insieme, ritenendo che il canto sia una necessità espressiva vitale per tutta la comunità.


INFO: Ass. Culturale Rapsodia8.9”, mobile 3881863098 / rapsodiaottopuntonove@gmail.com