Giovedì
29 giugno, alle 19.30, al Fondo Verri,
è stata presentata la raccolta di versi“L’elefante e la cristalliera”
di Gianluca Martalò
edito dal Magazzino di Poesia di Spagine.
Gianluca
Martalò è nato a Conselve (Padova) il 4 aprile del 1978. Vive a Galatone. Ha
pubblicato per la casa editrice Il filo (Roma) la collana poetica "Fortuna
di uno scellerato". Alcune sue poesie sono apparse ne
"L'incantiere" e nella rivista “A Levante”.
Quella
con la poesia “non è stata una scelta” – per
Gianluca Martalò – “ma un casuale
incontro”. Così si racconta l’autore: “Ho
scritto la mia prima poesia a sei anni perché mi era stata richiesta come
compito scolastico. Il tema era "Il treno" da me amato fin da
piccolo. La prima vera poesia è venuta però a sedici anni colpevole una
infatuazione giovanile e parlava già di un favoleggiato universo femminile.
Scritta di getto, scoprì dopo che era piena di metafore e altri stratagemmi
poetici di cui credevo di non avere conoscenza. Capì che forse valeva la pena
scrivere, visto che usciva la poesia tutta piena di accorgimenti stilistici che
io credevo allora di essere del tutto inconsci. Quindi non si decide di farsi
poeti ma lo si scopre scrivendo. La poesia nasce nello scrittore per suo tarlo
personale, necessità, ma è diretta a tutti. Un testo è carico di senso solo in
funzione del senso che ci mette chi legge. Il poeta dunque scrive e dice quello
che i lettori vedono di sé stessi nello scritto.
Questo, più o meno, lo diceva Eco qualche anno fa (nel ‘60) e credo
sia particolarmente vero. Poesia come "opera
aperta" quindi. La poesia, qualsiasi poesia, è di proprietà dell'umanità
intera”.