sabato 15 luglio 2017

La poesia di Martalò al FV



Giovedì 29 giugno, alle 19.30, al Fondo Verri,
è stata presentata la raccolta di versi
“L’elefante e la cristalliera”
di Gianluca Martalò
edito dal Magazzino di Poesia di Spagine.


Gianluca Martalò è nato a Conselve (Padova) il 4 aprile del 1978. Vive a Galatone. Ha pubblicato per la casa editrice Il filo (Roma) la collana poetica "Fortuna di uno scellerato". Alcune sue poesie sono apparse ne "L'incantiere" e nella rivista “A Levante”.

Quella con la poesia “non è stata una scelta – per Gianluca Martalò – “ma un casuale incontro. Così si racconta l’autore: “Ho scritto la mia prima poesia a sei anni perché mi era stata richiesta come compito scolastico. Il tema era "Il treno" da me amato fin da piccolo. La prima vera poesia è venuta però a sedici anni colpevole una infatuazione giovanile e parlava già di un favoleggiato universo femminile. Scritta di getto, scoprì dopo che era piena di metafore e altri stratagemmi poetici di cui credevo di non avere conoscenza. Capì che forse valeva la pena scrivere, visto che usciva la poesia tutta piena di accorgimenti stilistici che io credevo allora di essere del tutto inconsci. Quindi non si decide di farsi poeti ma lo si scopre scrivendo. La poesia nasce nello scrittore per suo tarlo personale, necessità, ma è diretta a tutti. Un testo è carico di senso solo in funzione del senso che ci mette chi legge. Il poeta dunque scrive e dice quello che i lettori vedono di sé stessi nello scritto. Questo, più o meno, lo diceva Eco qualche anno fa (nel 60) e credo sia  particolarmente vero. Poesia come "opera aperta" quindi. La poesia, qualsiasi poesia, è di proprietà dell'umanità intera.