Dal 15 al 23 dicembre, il Fondo Verri ospita la mostra di opere grafiche
“ProGramma - Mathematical Code_Codex Atlanticus.
Un filo sottile lungo 50 anni” di Beppe Piano.
“Mathematical
Code_Codex Atlanticus” nasce dalla illegittima relazione tra due codici apparentemente inconciliabili”
scrive presentando il suo lavoro Beppe Piano. “Da una parte il Codice Matematico che
genera partiture cromatiche o strutture compositive in virtù della applicazione di funzioni matematiche complesse, dall'altra
il noto codice leonardesco in cui sono rappresentati disegni e progetti
inerenti strumenti, armamenti, ponti e macchine dalla funzione diversa. Per
quanto attiene il Codice Matematico e le relative strutture compositive sono
intervenuto nella modifica della gamma tonale, del contrasto e della
definizione, operando quindi solo in termini di post produzione. Per quanto
attiene il Codice leonardesco ho effettuato uno sviluppo in negativo e un suo ribaltamento in termini
tonali, accentuando anche in questo caso il contrasto e la definizione in
termini grafici. Avevo la necessità di ridurre il mio intervento al minimo per
massimizzare il risultato in termini compositivi. Il lavoro si muove su una
griglia in quadro in cui le parti si giustappongono in modo lineare. L'obiettivo
è quello di relazionare due processi creativi improbabili, non solo sul piano
temporale, ma legittimi in quanto uno scaturisce da una operazione matematica e
l'altro dalla geniale speculazione che Leonardo opera sulla conoscenza tecnologia di quel tempo. Se vogliamo il
progetto creativo nasce non sulla volontà di trovare un legame, seppur labile, tra le
due realtà bensì di evidenziarne l'elemento di rottura, sul piano procedurale e
figurale. Già in altre occasioni ho affrontato questa pratica creativa ma in
questo caso, partendo dalla nota coincidenza temporale, 500 anni dalla morte di
Leonardo, ho voluto realizzare un semplice omaggio al genio leonardesco
testimoniandone la contemporaneità. È evidente che in questo caso ciò avviene
per il tramite di un artificio ma Leonardo non era certo nuovo all'artificio,
ne ha dato ampia prova, ma sono certo, mi si perdoni l'irriverenza, che se
Leonardo fosse un nostro contemporaneo, non perderebbe tempo nella
realizzazione dell'ennesimo paesaggio o ritratto di signora, nobile o meno.
Anzi me lo immagino come un luminare della odierna scienza informatica,con
tutte le sue relative specializzazioni, intento all'ennesimo geniale progetto
in cui inventare e perfezionare una macchina alla quale nessuno aveva pensato
prima di lui. Chiosando potrei dire che la creatività così come la genialità
non ha tempo”.
Beppe Piano nasce a Otranto. La sua attività artistica ha inizio nel
1970 con il Centro Gramma attivo in ambito Visual Poetry. Ha partecipato a
numerose esposizioni e rassegne d'arte, a Otranto, Lecce, Bari, Brindisi,
Taranto, Brescia, Enna, Palermo, Caltanissetta, Spello, Firenze e Roma. Vive e
lavora a Firenze. Da alcuni anni conduce una personale riscrittura del
patrimonio iconografico, classico, moderno e contemporaneo. L' elemento motore
è sempre la volontà- necessità di disarticolare, frammentare e quindi
stravolgere, quale gesto iconoclasta, l' oggetto (icona) sottoposto ad
indagine. Non per mera volontà dissacratoria bensì per la necessità di definire
percorsi di percezione eretici, non omologabili. La sua pratica creativa è tesa
a destrutturare, decontestualizzare e quindi a desemantizzare l’ apparato
iconico soggetto ad analisi critica e al conseguente approfondimento tecnico
formale. Il suo lavoro è fatto di accumulazione di segni , di ritmo asimmetrico
di questi e soprattutto di citazioni letterarie e visuali. Da sempre
sperimentatore di tecniche e linguaggi, negli ultimi anni è impegnato nella
ricerca e applicazione di procedure informatiche afferenti l'Intelligenza
Artificiale e le Reti neurali in ambito creativo.