Giovedì 19 dicembre 2019, alle 19.30, nella saletta del
Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso, 8, seconda serata della rassegna
Le Mani e l’Ascolto, tutta dedicata alla poesia con la presentazione della
raccolta di versi “Ti aspetto nella mia casa a disordinare” del poeta,
scrittore, attore e regista teatrale Gianluigi Gherzi edita da Anima Mundi.
Scrive Franco
Arminio nella nota che introduce ai versi di “Ti aspetto nella mia casa a
disordinare”: “Abbiamo bisogno di
poeti come Gherzi. Una poesia popolare, vicina alle persone di cui parla. Una
poesia senza aloni, semplice e diretta. Una dizione chiara, che non si compiace
di apparire difficile. Negli ultimi decenni abbiamo letto fin troppi poeti che
giocavano a dialogare tra loro. Ora finalmente è il tempo dei poeti che parlano
ai lettori e possono farlo ad alta voce, senza impacci […] La questione è il
mondo, non è la letteratura. Qualcuno deve ricordarci che siamo mondo e Gherzi
lo fa benissimo. La sua è una lingua colorata, protesa a cantare la luce più
che il buio. Siamo stanchi di una poesia che si compiace di essere oscura, che
tende a essere torrenziale più che millimetrica […] Il poeta non è un atleta
della lingua, ma un servitore della vita. E chi legge Gherzi è come se avesse
un compagno di strada”.
Gianluigi Gherzi è nato e vive a Milano. È poeta, scrittore, attore e regista
teatrale. In teatro ha curato regie, scritture e ha recitato per alcuni dei più
importanti gruppi di teatro di ricerca italiani. Ha spesso portato l’esperienza
del teatro e della scrittura narrativa e poetica all’interno di centri per
migranti, centri sociali giovanili, classi di adolescenti, gruppi di abitanti
nelle periferie della città. Insegna teatro e scrittura e negli ultimi anni ha
tenuto numerosi seminari dal titolo “La poesia nella voce” che affrontano in
maniera specifica il rapporto tra scrittura poetica e oralità. Come scrittore
ha pubblicato, con Sensibili alle foglie, i romanzi Tuani – I re della strada (2003)
e Pacha della strada – Una donna, un barrio, in Centroamerica (2008) scritti
insieme con Giovanni Giacopuzzi e dedicati ai bambini di strada e alla favelas
del Centro-America, il romanzo Atlante della città fragile (2013), racconto
corale delle fragilità e delle vulnerabilità presenti nella città. Sempre con
Sensibili alle foglie ha pubblicato insieme con Giuseppe Semeraro il testo
poetico A cosa serve la poesia – Canti per la vita quotidiana (2016) che,
diventato anche spettacolo, è stato presentato nei teatri e nei festival di
tutta Italia.