Quinta e ultima serata dedicata a “Cento anni
di canzone d’autore in 5 concerti”, la storia della canzone italiana cantata e
raccontata da Alessio Lega e dai suoi ospiti, nell’ambito della rassegna “Le
Mani e l’Ascolto” promossa dal Fondo Verri di Lecce.
Mercoledì 6
gennaio, alle 19.30, l’apertura della serata è dedicata alla scrittura con la
presentazione del saggio di Laura Rizzo “Canzoni a manovella. Vinicio Capossela” edito da Arcana.
Nel libro genesi, costruzione ed esito finale di
una produzione fondamentale nella discografia di Capossela, "Canzoni
a manovella", pubblicato il 6 ottobre di quindici anni fa. Un’opera che squarcia
il Duemila. Céline, un colpo di cannone futurista, Jarry e la patafisica evocano
un mondo "un po' perduto, fatto di cose irreali o scomparse: una sorta di
Ziegfeld Follies sottomarina, una ciurma in bottiglia", suonando a
perdifiato grancasse sinfoniche, piani chiodati a rullo, trombe a grammofono,
onde martenot, ululatori e stropicciatori a valvola, orchestrioni, violini a
tromba, cilindri, sollevatori bulgari e aerostatici per realizzare una manciata
di canzoni ballabili e indimenticabili. Un disco di cose che vengono dal
profondo, fabbricato con mezzi espressivi più leggeri dell'aria, capace di
raccontare un secolo mentre se ne apre un altro. Un regalo "ai molti
temerari che si sono succeduti e buttati, ai molti oggetti in via d'estinzione,
ai molti saloni che patiscono il silenzio di milioni di canzoni".
Alessio Lega |
A
seguire la musica con l’ultimo “capitolo” il quinto, del concerto-antologia di
Alessio Lega e Guido Boldoni dedicato
alla canzone italiana. Ospite della serata Andrea
Rizzo. “Percorsi solitari: la canzone d’autore nell’anno 2.000. Ciampi,
Conte, Fanigliulo, Gaetano, Bennato, Bertoli, Lolli, Fossati, Manfredi, Ongaro,
Capossela” il titolo.
Piero
Ciampi è un outsider ribelle e autodistruttivo, rimasto nell’ombra in vita,
riscoperto postumo e considerato ai vertici della poesia cantata. Paolo Conte,
autore di successo per altri, schivo e indefinibile, con una squisita
musicalità e una poetica nutrita d’esotismo, diventa una star internazionale
riportando dai centri urbani alla provincia un mondo poetico fatto di paesaggi,
di sogni e mezze tinte.
Ma
la canzone d’autore è anche una storia di meteore: artisti complessi, outsider
ed eclettici o cantori di successo scomparsi troppo presto. Fanigliulo che
travolse Sanremo nel 1979, Rino Gaetano costantemente citato e riscoperto,
Bennato che faceva ironia proprio sul ruolo del cantautore, ma anche il
percorso appartato e rigoroso degli emiliani Lolli e Bertoli. Gli ultimi anni
del ‘900 – nonostante la crisi discografica e la perdita d’identità dei generi
– hanno trovato la canzone d’autore ancora in forma col sorgere della stella di
Vinicio Capossela o il tardivo successo di Ivano Fossati. Un pugno di
cantautori di grande levatura, assenti dai grandi media, traghettano il
linguaggio della canzone d’autore nel nuovo millennio.