Sabato 27 gennaio 2018, dalle 19.30,
al Fondo Verri la presentazione
a cura di Alessandra Peluso
del romanzo di Francesco Pasca
“Il cancello” edito da I Quaderni del Bardo di Stefano
Donno.
La copertina del libro |
Alma e Alvise si
amano. Il loro è un amore che appare come un’eterna rincorsa verso qualcosa di
indefinito.
Dalla piazza di
Barbarano, piccola frazione di Morciano di Leuca, ha inizio una storia densa di
enigmi che affascinano il lettore. Il topos letterario che emerge nel nuovo
lavoro di Francesco Pasca si riconosce nell’abilità propria dell’autore nel
plasmare la parola e darle una forma nuova. Stile, sintassi, retorica hanno un
sapore diverso nei suoi romanzi dove prosa e poesia si sposano in un sortilegio
che incanta.
Tra le pagine de “Il
cancello”, libro appassionante perché mantiene vive le domande esistenziali, il
Sud è solo un pretesto per raccontare uno stato d’animo convulso, complesso,
astruso e straordinario come quello dei protagonisti. Torino invece e il
richiamo della Sacra Sindone qui esposta è per Alma un’opportunità per
conoscere meglio se stessa e comprendere quale forza generatrice la induce ad
amare Alvise. Il suo avventurarsi nasce da una visione, per convinzione e
necessità.
Il Salento quindi
inteso come punto di partenza per un viaggio esistenziale acquisisce un tratto
identitario per i personaggi del testo che nella luce della propria terra
cercano le risposte alle loro domande.
Così Finibusterrae
diviene l’inizio e al tempo stesso la fine di un percorso verso un altrove. È
nella piazza dove regnano calma e quiete, sotto i sette archi di un portale
seicentesco che Alma e Alvise avvertono “un brulicare nell’immaginare” notando
due incisioni su pietra leccese.
Si tratta di dieci “p”
da decifrare ed è lì che l’I(dea) s’affaccia e in essa i due innamorati
scivolano lentamente.
Come circondati da
un’aurea luminosa, Alma e Alvise entrano nella storia percorrendo sentieri
indefiniti, lasciandosi cogliere da innumerevoli suggestioni attraversando la
scrittura stessa, il tempo e la relazione intima di un amore che si dipana tra
passione e peccato, passato e presente in un probabile divenire.
È un libro questo che
si pregia di avere degli elementi che ruotano intorno a un istante, a un gioco
d’ombre generate dai gesti d’amore della coppia. “Sul filo d’inchiostro lì
sosto” scrive Francesco Pasca e propone una pubblicazione editoriale che
risulta essere curata nella ricerca storica e religiosa dove si ribalta tutto
ciò che è definito sovvertendo certezze e convinzioni ma anche appartenente a
un genere universale in grado di provocare il lettore suscitando in lui
domande, quesiti, interrogativi.
Con una scrittura
colta, un periodare ricco, un linguaggio ricercato e un lessico raro l’autore
che sa padroneggiare i tesori linguistici con destrezza crea una sintesi di
stili richiamando a un’idea ancestrale di letteratura dove a predominare è la
ricerca di nuovi significati.
Nulla è predefinito e
già composto perché in queste pagine che catapultano in una realtà parallela
dove tutto esplode in un magma di parole, Pasca sa offrire uno sguardo
insolito, una visione innovativa su quella che è la nostra esistenza nella
quale siamo tutti chiamati a varcare un cancello immaginario e a compiere un
viaggio verso l’altrove… verso l’altro noi.
Paola Bisconti