Continua a
gennaio, il programma della quindicesima
edizione della rassegna Le mani e l’Ascolto promossa dall’associazione
culturale Fondo Verri di Lecce.
Alessio Lega |
Il 2, 3, 4, 5, 6 gennaio saranno
dedicati a “Cento anni di canzone
d’autore in 5 concerti”, la storia della canzone italiana cantata e raccontata da
Alessio Lega e dai suoi ospiti: Max Vigneri, Pierpaolo Lala, Dario Muci,
Massimo Donno, Andrea Rizzo - accompagnati da Guido Baldoni al pianoforte e
alla fisarmonica.
Un’impresa
mai tentata prima: oltre 100 brani, eseguiti rigorosamente dal vivo, da un
interprete che li ha selezionati nel meglio della produzione storica della
canzone d’autore italiana. Cinque concerti unici, tutti diversi dipanano così
una storia indimenticabile e mai cantata tutta assieme. Un incredibile
spettacolo a puntate che dopo Milano, Reggio Emilia, Santarcangelo di Romagna, Bologna,
Alessandria, Torino (ospitato in uno dei locali mitici della musica: il Folk
Club del compianto Franco Lucà) giunge a Lecce per questa speciale edizione de Le
Mani e l’Ascolto.
Alessio
Lega cantautore (con 6 dischi e centinaia di concerti all’attivo, Targa Tenco
2004) e storico della canzone (un libro e decine di articoli) dipana il filo
della memoria del ‘900, eseguendo dal vivo in versione integrale e raccontando
la storia degli indimenticabili capolavori e di qualche perla nascosta della
musica italiana d’autore. La direzione sonora è del maestro Guido Baldoni che,
con piano e/o fisarmonica, riveste e armonizza fra loro 100 anni di splendide
melodie e mode musicali.
La chiusura della rassegna il 7 gennaio con l’ensemble “South-east
medical band” guidata da Marcello Costantini.
Come consueto protagoniste della
rassegna in apertura di serata anche le scrittura e la lettura. Il 2 gennaio due
gli autori ospiti con due romanzi freschi di stampa: Paolo La Peruta con “Senza
pace” (Manni) e Giuseppe Cristaldi con “Nel nome di ieri” (Besa); il 3, sarà la
volta delle pagine di “vado a Lecce” (Kurumuny) di Franco Ungaro, ospiti della
serata la senatrice Barbara Lezzi, Stefano Cristante e Osvaldo Piliego; il 4, Antonella Screti leggerà dal suo "Storia
della Raidha e la chiesetta" racconto edito da Musicaos ed. Il 5, Rocco
Boccadamo presenta la sua raccolta “Anita
detta Nnita” (Psagine) e il 6, Laura Rizzo, “Canzoni a manovella.
Vinicio Capossela” saggio edito da Arcana. La chiusura il 7 gennaio con la
poesia di Elio Coriano in
scena con Stella Grande e Vito Aluisi per “A nuda voce” (Musicaos:ed)
L’inizio delle serate alle 19.30
La
rassegna “Le Mani e l’Ascolto” è realizzata con il sostegno
dell’Amministrazione Comunale della Città di Lecce; l’Associazione Presìdi del
Libro, Cantine Bonsegna Nardò e Merico pianoforti.
Il programma delle serate
La storia della canzone
italiana cantata e raccontata
da Alessio Lega e dai
suoi ospiti. Pianoforte e fisarmonica Guido Baldoni
2 gennaio
I libri - Paolo
La Peruta, letture da “Senza pace” (romanzo), Manni
Giuseppe Cristaldi, letture da “Nel nome di ieri”
(romanzo) Besa
La
musica - Alessio Lega e Guido Boldoni con
Max Vigneri
I - Da Napoli a Modugno:
la radice mediterranea.
Dalla canzone napoletana
al primo cantautore
Il
primo appuntamento collega la tradizione napoletana di fine ‘800 con il fiorire
delle composizioni italiane nei café chantant della Bella époque di una nazione
neonata. Un omaggio a Roberto Murolo e Sergio Bruni i più rigorosi interpreti
del repertorio napoletano di Bovio o Di Giacomo. Seguito a ruota da un omaggio
all’indimenticabile Milly, che rese popolari in televisione con una versione
sobria e antiretorica, le canzoni italiane del primo ‘900. Lo swing di Carosone
traghetta Napoli nel dopoguerra. Sanremo 1958, “Volare O-O” trionfa in Italia e
in America rendendo celebre nel mondo un attore, poeta e cantante: Domenico -
Mimmo - Modugno.
La
rivoluzione di “Volare” rompe col “bel canto” e porta in primo piano una voce
popolare, gutturale, nutrita della cultura orale dei cantastorie del sud.
Modugno è da allora considerato uno dei più grandi artisti della penisola,
prima che la parola “cantautore” definisse colui che scrive e canta i propri
versi
3 gennaio
Il libro -
Franco Ungaro, letture da “vado a Lecce” (raccolta di scritture),
Kurumuny. Intervengono la senatrice Barbara Lezzi, Stefano Cristante e Osvaldo Piliego.
La
musica - Alessio Lega e Guido Boldoni con Pierpaolo Lala
II – Fra Torino e
Milano: dal Canta-Swing al Canta-Cronache. Buscaglione, Jannacci, Endrigo
Lo
swing e il jazz - osteggiati dal fascismo - si erano timidamente già affacciati
nella musica italiana attraverso Natalino Otto e il Quartetto Cetra. Qualche
anno dopo la guerra diventano attrezzi poetici di una ribellione alla canzone
retriva e melodica. Fred Buscaglione costruisce un irresistibile personaggio
che celebra e ironizza il mito americano, con un successo enorme interrotto da
una tragica fine. Negli stessi anni un gruppo di intellettuali torinesi (fra i
quali il grande narratore Italo Calvino) scrive e pubblica col nome collettivo
di Cantacronache un pugno di canzoni che fondano la moderna canzone d’autore
italiana, poetica e impegnata. L’ambiente discografico e teatrale milanese
raccoglie questi stimoli attraverso due straordinari autori: uno figlio di
immigrati pugliesi e voce della sua città, Enzo Jannacci, l’altro esule
istriano ed eterno straniero: Sergio Endrigo.
Jannacci
porta un vento di lucida follia, di intelligente “nonsense” dai cabaret
notturni alla poesia cantata. Schizofrenico e inimitabile, il medico-pianista
amante del jazz collabora anche col futuro premio nobel Dario Fo. Timido e
introverso Endrigo unisce straordinarie intuizioni melodiche – suoi alcuni dei
più clamorosi successi degli anni ’60 – a un amore profondo per la poesia
cantata, col poeta brasiliano Vinicius de Moraes e con Gianni Rodari firma
anche canzoni per bambini.
4 gennaio
Il libro -
Antonella Screti, "Storia della Raidha e la chiesetta"
(Racconto) Musicaos ed:
La
musica - Alessio Lega e Guido Boldoni con
Dario Muci
III –
Arrivano i cantautori: da Genova a de André, Lauzi, Tenco, Bindi.
Omaggio a Fabrizio de André
Omaggio a Fabrizio de André
Primi anni ’60, il “Boom economico”, l’Italia
diventa benestante e la cultura non è più appannaggio di pochi. Proprio in
questo periodo però si diffondono fermenti esistenziali e sociali che chiedono
alla canzone di non essere più solo ritmo ed evasione. Le parole sono
importanti e vanno ascoltate. Nasce il termine “cantautore” che designa una
nuova generazione di autori-interpreti che sviluppano nelle loro canzoni una
poetica personale che si accorda alla loro voce. In questa prima fase la città
di Genova è il punto di partenza di Umberto Bindi, Bruno Lauzi e Luigi Tenco.
Proprio il suicidio di quest’ultimo al festival di Sanremo del ’67 apre
drammaticamente il tema del contrasto insanabile fra canzone poetica e canzone
commerciale.
La parte più consistente di questo concerto è
dedicata al genio di Fabrizio De André - un altro genovese - che riadattando i modelli della canzone
francese fa compiere uno straordinario balzo in avanti alla musica italiana. In
quasi 40 anni di attività, quest’artista pervaso da un’inquietudine insaziabile
e da un’ansia di costante rinnovamento,
resta sulla cresta dell’onda, senza apparire in televisione e nei festival
nazional-popolari. A quasi tre lustri dalla sua scomparsa, è il punto di
riferimento condiviso dei cantautori italiani di tutte le generazioni.
5 gennaio
Il libro - Rocco Boccadamo, letture da “Anita della
Nnita”, Spagine (racconti)
La
musica - Alessio Lega e Guido Boldoni con
Massimo Donno
IV – Fra il Folkstudio e
il West: percorsi degli anni ’70
Guccini, De Gregori,
Gaber, Dalla, Vecchioni
La
canzone degli anni ’60 è di ispirazione francese, negli anni ’70 si impone il
modello americano di Bob Dylan e del Rock Progressivo, contaminato con la
ballata popolare. Cambiano i costumi, le usanze, i rapporti e la fruizione
della musica: grandi palazzetti dello sport gremiti per autori poetici,
sensibili, impegnati che non mirano più al singolo successo. Cambia soprattutto
il linguaggio delle canzoni, che diventano pagine di un diario collettivo
personalissimo e indecifrabile come per l’“ermetico” De Gregori o per le
fluviali affabulazioni del cantastorie Guccini. Giorgio Gaber, già fantasista
televisivo, coraggiosamente intraprende una strada che sarà ribattezzata
“Teatro Canzone”: canzoni/monologhi che sviluppano una feroce critica al
pensiero dominante e ai vizi esistenziali degli italiani. Il bolognese Lucio
Dalla, attraverso gli album sperimentali scritti col poeta Roberto Roversi,
giunge a uno stile originalissimo, modellato sulla sua vocalità, che lo porta
ai vertici della produzione pop d’autore. Roberto Vecchioni, il “professore”, è
creatore di favole contemporanee, nei suoi testi un sottostrato fortemente
letterario si mescola a una vocazione popolare e distesa.
6 gennaio
Il libro - Laura Rizzo presenta “Canzoni a manovella. Vinicio Capossela”
(saggio) Arcana
La
musica - Alessio Lega e Guido Boldoni con
Andrea Rizzo
V – Percorsi solitari:
la canzone d’autore nell’anno 2.000.
Piero Ciampi, Paolo
Conte, Franco Fanigliulo, Rino Gaetano, Edoardo Bennato, Pierangelo Bertoli,
Claudio Lolli, Ivano Fossati, Max Manfredi, Marco Ongaro, Vinicio Capossela.
Piero
Ciampi è un outsider ribelle e autodistruttivo, rimasto nell’ombra in vita,
riscoperto postumo e considerato ai vertici della poesia cantata. Paolo Conte,
autore di successo per altri, schivo e indefinibile, con una squisita
musicalità e una poetica nutrita d’esotismo, diventa una star internazionale
riportando dai centri urbani alla provincia un mondo poetico fatto di paesaggi,
di sogni e mezze tinte.
Ma
la canzone d’autore è anche una storia di meteore: artisti complessi, outsider
ed eclettici o cantori di successo scomparsi troppo presto. Fanigliulo che
travolse Sanremo nel 1979, Rino Gaetano costantemente citato e riscoperto,
Bennato che faceva ironia proprio sul ruolo del cantautore, ma anche il
percorso appartato e rigoroso degli emiliani Lolli e Bertoli.
Gli ultimi anni del ‘900 – nonostante la crisi discografica e la perdita d’identità dei generi – hanno trovato la canzone d’autore ancora in forma col sorgere della stella di Vinicio Capossela o il tardivo successo di Ivano Fossati. Un pugno di cantautori di grande levatura, assenti dai grandi media, traghettano il linguaggio della canzone d’autore nel nuovo millennio.
Gli ultimi anni del ‘900 – nonostante la crisi discografica e la perdita d’identità dei generi – hanno trovato la canzone d’autore ancora in forma col sorgere della stella di Vinicio Capossela o il tardivo successo di Ivano Fossati. Un pugno di cantautori di grande levatura, assenti dai grandi media, traghettano il linguaggio della canzone d’autore nel nuovo millennio.
7 gennaio
Il libro - Elio
Coriano con Stella Grande e Vito Aluisi recital da “A nuda voce”, (poesia)
Musicaos:ed
Musica – L’Ensemble
“South-east medical band” guidata da Marcello Costantini.