Giovedì 23 gennaio 2020, al Fondo Verri,
dalle 18.00
La presentazione del libro “Inquietudine
dell’insolito ingestibile, riflessioni su parapsicologia, esistenza e
apocalisse in Ernesto de Martino” di Francesco
Clemente [Magenes editore, Milano]
Modera l’incontro Antonio
Basile, docente di antropologia culturale presso l’Accademia di Belle Arti di
Lecce e direttore del museo etnografico “Alfredo Majorano” di Taranto.
Intervengono: Eugenio
Imbriani, docente di Antropologia culturale e di storia delle tradizioni
popolari presso il Dipartimento di
Storia, Società e Studi sull`uomo dell’Università degli studi di Lecce e l’autore Francesco Clemente, docente di Filosofia e
Storia, presso il liceo “Aristosseno” di Taranto.
La lettura del pensiero di Ernesto De Martino
proposta nel saggio di Francesco Clemete gravita attorno a un nucleo
problematico fondamentale: la possibilità di argomentare sulla dimensione
dell'ingestibile, ovvero della possibilità di uscire dalle maglie ingabbianti
di ciò che Heidegger ha definito 'Gestellung', il potere incasellante della
Tecnica, della sua vocazione all'onnipotenza gestionale. L'indagine di Ernesto
De Martino, infatti, appare segnata da una particolare dialettica interna: da
un lato, è evidente la dichiarata esigenza di affrontare la questione
etnologica senza abbracciare posizioni irrazionalistiche, bensì affidandosi a
una prospettiva storicistica e umanistica aperta al contributo investigativo
interdisciplinare; dall'altro, la constatazione epistemologica maturata dallo stesso
De Martino dell'irriducibilità in termini di razionalismo scientista e
storicista della fenomenologia paranormale e della presenza intesa come 'stare
al mondo' e della stessa dimensione magica. In ultima analisi, il saggio prende
le mosse proprio dalla definitiva inspiegabilità di quel 'Iato oscuro', che
pure gli intendimenti epistemologici di De Martino avrebbero voluto chiarire
una volta per tutte, suggerendo così tre piste ermeneutiche: la rimeditazione
degli interessi iniziali dell'antropologo napoletano per il paranormale; la
riconsiderazione della sua teoria dell'esistenza così come sembra emergere
dalle pagine de II mondo magico; lo sviluppo delle suggestioni provenienti
dalla sua ultima opera, “La fine del mondo”, lette in un'ottica di confronto
con il pensiero di Spengler e Jünger. Infine, l'autore di questa ricerca si è
ritagliato uno spazio di riflessione sulla Tecnica e sul Sacro nel panorama
contemporaneo a partire da alcune intuizioni demartiniane.