mercoledì 27 dicembre 2017

Ugo Sbisà e Vittorino Curci al Fondo Verri



5° appuntamento - Giovedì 28 dicembre dalle 19.30
PUGLIA. LE ETÀ DEL JAZZ
La rassegna "Le Mani e l'ascolto" ospita la presentazione del volume del giornalista e critico musicale Ugo Sbisà. A seguire il poeta e musicista Vittorino Curci, accompagnato da Gabriele Panico con "La ferita e l'obbedienza" e Donatello Pisanello con "Antologica".

Il giornalista Ugo Sbisà in una foto di Rocco Crudele

Il poeta e sassofonista Vittorino Curci

Prosegue la diciassettesima edizione della rassegna “Le Mani e l’Ascolto. Incontri tra parole e suoni", organizzata al Fondo Verri di Lecce con il sostegno di Regione Puglia, Comune di Lecce e Associazione Presidi del Libro. Giovedì 28 dicembre dalle 19.30 appuntamento con la presentazione del volume “Puglia, le età del jazz” del giornalista e critico musicale Ugo Sbisà (Adda Editore). Senza la pretesa costruire un’accurata cronologia di accadimenti, il volume - con interventi di Dino Blasi, Vittorino Curci, Pino Minafra e Roberto Ottaviano e con un’intervista a Renzo Arbore a cura di Mike Zonno - ripercorre fino ai nostri giorni l’evoluzione del pubblico, le trasformazioni del “fare jazz” in Puglia a tutti i livelli e il passaggio dal dilettantismo al professionismo a tempo pieno. Un itinerario che vuole essere storico, critico e sociale e che si propone come una traccia, un punto di partenza per chiunque voglia arricchire questa narrazione con ulteriori, indispensabili contributi. A seguire Vittorino Curci, accompagnato dai suoni di Gabriele Panico, con “La ferita e l’obbedienza”, un libro quasi autobiografico nato per caso dall’unione di una serie di suoi testi arricchiti con un apporto esperienziale (Spagine Edizioni - Fondo Verri) e il musicista Donatello Pisanello con “Antologica”, un'antologia degli excursus sonori (dalle improvvisazioni alle colonne sonore nelle loro matrici originali con chitarra elettrica) del fondatore di Officina Zoè.

Puglia, le età del jazz
Per lungo tempo, pensare di vivere di jazz al di fuori di Roma e Milano, sarebbe stata pura utopia. Non deve sorprendere quindi, se alcuni tra i primi pugliesi a dedicarsi alla musica jazz, già negli anni che precedettero la Seconda guerra mondiale, furono attivi prevalentemente in quelle città, a cominciare dal sassofonista nocese Vito Morea o da Michele Ortuso, un banjoista originario di Monte Sant’Angelo che aveva conosciuto il jazz direttamente negli Stati Uniti, dove la sua famiglia era emigrata in cerca di fortuna. Tuttavia il jazz, proprio negli anni della guerra, trovò una più facile accoglienza al Sud – e in Puglia – prima che al Nord. Bari venne liberata dagli americani il 15 settembre del 1943 e più o meno contemporaneamente presero il via le trasmissioni dell’ex Eiar, ribattezzata dopo la Liberazione “Radio Italia Libera”, successivamente trasformatasi in Radio Bari. E proprio negli studi di Radio Bari si fece conoscere il quintetto “hot” guidato da Bruno Giannini che annoverava, tra gli altri, anche i fratelli Principe. La presenza delle truppe americane in tutta la regione, favorì tra l’altro non solo la diffusione dei leggendari V Disc, ma anche – ad esempio a Bari e Foggia – l’arrivo di personaggi come Marlene Dietrich, Frank Sinatra o Stan Getz.