martedì 26 dicembre 2017

Quarto appuntamento: Patrizia Caffiero e RafQ

Le Mani e l’Ascolto
Incontri tra parole e suoni al Fondo Verri - XVII edizione
27, 28, 29 dicembre 2017 al 2, 3, 4, 5, 6 gennaio 2018 

Quanto appuntamento: Mercoledì 27 dicembre, dalle 19.30
Patrizia Caffiero, “Incredibili vite nascoste nei libri”, edito da Musicaos
RafQ, “Come gerbere arancioni - Poesie e stronzate a piazza Bologna”, Abac Edizioni.

Entra nel vivo delle feste del Capodanno, la diciassettesima edizione della rassegna le “Le Mani e l’Ascolto” incontri tra parole e suoni al Fondo Verri, a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso.

Racconti, poesia e musica gli ingedienti del quarto appuntamento, mercoledì 27 dicembre, dalle 19.30, la scrittrice Patrizia Caffiero presenterà il suo libro “Incredibili vite nascoste nei libri”, edito da Musicaos e il chitarrista-poeta RafQ la sua silloge “Come gerbere arancioni - Poesie e stronzate a piazza Bologna”, Abac Edizioni.


Maddi, Zoubida, Nena, Vince, Laura, Ilaria, Sarah, Cloe, il Signore e la Signora Flick, Allegra, Maria, Jacopo, Filippo, sono i personaggi delle “incredibili vite nascoste nei libri”, raccolte nei racconti di Patrizia Caffiero. L’autrice è nata e vissuta a Lecce fino al 1996, si è trasferita prima a Ferrara, poi a Bologna e infine ad Anzola dell’Emilia dove ha “trovato” le sue radici: lavora dal 2006 per il Comune come addetta alla cultura e bibliotecaria. È laureata in Lettere e Filosofia (Università del Salento) con una laurea dal titolo “Pasolini e il Potere. Linee per un’interpretazione storico-politica.”



"Come Gerbere Arancioni" è la prima raccolta di RafQu, all'anagrafe Raffaele Quarta, compositore, chitarrista e scrittore. Nasce in provincia di Brindisi nel 1985 e cresce a Monaco di Baviera. Nel 2013 pubblica il suo album "Homeless" che lo porta a suonare in gran parte dell'Europa e in Asia. Durante questo girovagare inizia a scrivere poesie. Attualmente studia Composizione presso il Conservatorio "Tito Schipa" di Lecce. «Queste poesie, o semplicemente, come le ho sempre chiamate io, stronzate, sono un microcosmo fatto di ascolti, sguardi e mancanze. Nella mia vita, impegnata ad organizzare sogni, ho trovato del tempo per scrivere alcune mie illusioni a cui ho voluto dare una forma diversa, senza suoni, corde, chitarre o melodie.