Venerdì 20 novembre, alle 18.30, al Fondo Verri la presentazione
del libro L'Arte Della Guerra di Manlio
Dinucci (Zambon Editore). Presenta
il libro padre Gianni Capaccioni (Missionario
Comboniano) modera l’incontro Maurizio
Nocera.
la copertina del libro di Manlio Dinucci |
Dal
2011, il geografo e politologo Manlio Dinucci – tra i massimi
osservatori italiani di geopolitica e geostrategia – tiene, sul quotidiano “il
manifesto”, una rubrica settimanale denominata «L’arte della guerra», chiaro
omaggio al testo classico di Sun Tzu generale e filosofo, vissuto fra il
VI e il V secolo, dove commenta gli avvenimenti internazionali, attento a
evidenziarne in specie le tattiche e le azioni belliche nascoste.
Nei
suoi interventi, Dinucci non suggerisce soluzioni né indirizzi politici, ma
fornisce, sulla base di informazioni di prima mano (la consultazione diretta di
documenti del dipartimento di Stato americano, della Casa Bianca e della NATO
), analisi di grande pregnanza relativamente alla strategia militare degli
Stati Uniti degli ultimi 25 anni e al ruolo assunto dalla NATO in operazioni di
sostegno e affiancamento.
La sistematizzazione cronologica, da parte
dell’editore Zambon, di questo poderoso materiale – cui si aggiungono
contributi ulteriori, frutto di un lavoro di pluridecennale – rivela una realtà
inquietante, ossia come la Storia del nostro recente passato avesse già in sé
il seme di quanto si sta verificando oggi.
Dalla prefazione:
“Come scriveva il grande arcivescovo
Raymond Hunthausen di Seattle negli anni Ottanta, in piena Guerra Fredda: «Noi
con le nostre armi incutiamo terrore in milioni di esseri umani nel mondo,
siamo terrificati al pensiero che la nostra nazione sia priva di una tale
potenza. Abbandonare il nostro controllo sulla distruzione globale ci dà
l’impressione di rischiare tutto […] Le armi nucleari proteggono i privilegi e
lo sfruttamento. Rinunciare ad esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il
nostro potere economico sugli altri popoli. […] Sulla strada che seguiamo
attualmente, la nostra politica economica verso gli altri Paesi ha bisogno
delle armi nucleari. Abbandonare queste armi significherebbe abbandonare
qualcosa di più che i nostri strumenti di terrore globale, significherebbe
abbandonare le ragioni di tale terrore: il nostro posto privilegiato in questo
mondo».
«Lo stile di vita del popolo americano non è
negoziabile», aveva detto negli anni Novanta Bush senior. Se il nostro stile di
vita non è negoziabile, non ci rimane che armarci fino ai denti e fare guerre.
Ed è questo lo spettacolo drammatico a cui stiamo assistendo: dall’Ucraina allo
Yemen, dalla Siria alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Purtroppo il Pianeta
Terra non sopporta più questo sistema economico-finanziario protetto da una
spaventosa militarizzazione. «Il ritmo di consumo, di spreco e di
alterazione del Pianeta – afferma Papa
Francesco nel suo splendido Laudato Si – ha superato la
possibilità del Pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo
insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi come di fatto sta già
avvenendo periodicamente in diverse regioni» (161). E aggiunge: «Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra
casa comune come negli ultimi due secoli» (53).
Manlio Dinucci, geografo e politologo, ha vissuto e lavorato a Pechino
negli anni Sessanta, contribuendo alla pubblicazione della prima rivista cinese
in lingua italiana. Sulla base di tale esperienza ha pubblicato, con Mazzotta
editore, La lotta di classe in Cina - 1949-1974 (1975) ed Economia e
organizzazione del lavoro in Cina (1976). Negli anni Ottanta, ha diretto la
rivista “Lotta per la pace” (nata dall’«Appello contro l’installazione
dei missili nucleari in Italia», lanciato nel 1979 da Ludovico Geymonat e
altri) ed è stato direttore esecutivo per l’Italia dell’International
Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del
premio Nobel per la pace nel 1985. Coautore, con il premio Nobel per la
Medicina Daniel Bovet, di Tempesta del deserto - Le armi del Nord, il dramma
del Sud, con la presentazione di Ernesto Balducci (Edizioni Cultura della
Pace 1991). Con la stessa casa editrice ha pubblicato Hyperwar - Dalla
“iperguerra” del Golfo alla Conferenza sul Medio Oriente (1991) e La
strategia dell’impero - Dalle direttive del Pentagono al Nuovo Modello di
Difesa (1992), scritto con Umberto Allegretti e Domenico Gallo e presentato
da Raniero La Valle. Ha scritto Il potere nucleare - Storia di una follia da
Hiroshima al 2015 (Fazi 2003), e, insieme con Alberto Burgio e Vladimiro
Giacché, Escalation - Anatomia della guerra infinita (DeriveApprodi
2005). Collabora con la storica casa editrice Zanichelli per i testi scolastici
di geografia umana. È una delle firme del quotidiano “il manifesto”.
Documento inserito il: 08/10/2015
Documento inserito il: 08/10/2015