martedì 26 marzo 2019

Omaggio a Tonino Baldari al Fondo Verri



Venerdì 29 marzo 2019, ore 19.00
DISASTRI QUOTIDIANI - Mostra dell'Arte in Vita - di Tonino Baldari

La primavera al Fondo Verri si apre con un omaggio alla vita e alla militanza di Antonio Baldari, detto Tonino. Baldari era nato a Ginosa Marina nel 1956 ma ha vissuto gran parte della sua vita a Galatina, dove è morto nel 2016. Non era solo artista, pittore, scultore di pietra leccese che rimodellava continuamente utilizzando anche materiali di riuso, ma era un difensore della terra.
Potrebbe essere definito un “Artivista” impegnato mente e corpo a denunciare gli scempi perpetrati nel territorio salentino, da ultimo la strage degli ulivi.
Tonino è stato negli anni anche animatore di mostre collettive e proteste creative, sua l'idea di dare vita a Galatina a un gruppo libero e aperto che si chiamava “ I Nuovi Selvaggi”, artisti e raccontatori della terra, attraverso la materia.
Disastri quotidiani” era il titolo del documentario che il regista Tommaso Faggiano aveva immaginato insieme a Tonino stesso, documentario incompiuto che verrà proiettato nella sua forma originaria, senza ulteriori montaggi. La mostra darà voce all’anima artistica di Tonino, non richiudibile in un’unica forma espressiva. Tonino è stato artista in senso stretto, poi artista che distrugge le opere, poi uomo che si fa artista nel suo attivismo ambientale instancabile. Verranno esposte le foto fatte da Tonino e gli scatti di Tommaso Faggiano, le carte che raccoglieva con solerzia (articoli di giornale, comunicati stampa, messaggi dei social, appunti, ricerche) e alcune delle opere d’arte che regalava puntualmente ai vari amici.
L'intento non è celebrare un personaggio, ma rendere viva e pulsante l'arte e la presenza vulcanica di Tonino. La mostra è a cura della Galleria Tonino Baldari, che ha sede all'interno dell'Eutopia Arci di Galatina.


mercoledì 20 marzo 2019

La poesia di Elio Coriano al Fondo Verri


Una passeggiata per ricordare Vittorio Pagano


Edgar Borges al Fondo Verri



Martedì 19 marzo, alle 20.00, al Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso 8,
l'incontro con lo scrittore venezuelano EDGAR BORGES per la presentazione del suo romanzo "LA BAMBINA DEI SALTI edito in Italia da Musicaos.
L'occasione per incontrare un grande scrittore e per capire ciò che accade nella storia del Venezuela...
“La bambina dei salti” (2018) giunge in Italia preceduto dalle grandi lodi della critica spagnola. È stato scritto che quest’opera è una metafora del desiderio di liberazione del corpo femminile, e il romanzo è stato anche interpretato come un’allegoria della morte dell’infanzia. L’attrice Mamen Camacho, giustamente, ha detto che la lettura di questo romanzo “l’ha ubriacata”, per l’effetto che il romanzo raggiunge dopo la sua conclusione.
Una storia impregnata dall’amore per i libri e la letteratura.
Antonia è una donna che vive intrappolata nel labirinto del suo matrimonio. Suo marito controlla non solo la sua realtà, ma anche quella di Santolaya, il piccolo paese dove si svolgono gli eventi narrati da Edgar Borges. Attraverso un torneo di poker l’uomo riesce a stabilire la routine del luogo, i cui abitanti dipendono da un suo sguardo. Antonia è in sintonia col sorriso della bambina, figlia di entrambi, che salta invece di camminare.
A Santolaya, un giorno, giungono quattro impostori disposti a leggere poesie nelle strade, per combattere la noia che sta devastando il mondo. Il gruppo muta sempre le proprie identità, a seconda di come ritiene opportuno. César Aira, Virginia Woolf, Ana María Matute e Georges Perec sono solo alcuni degli scrittori interpretati dai quattro personaggi.
Edgar Borges è nato a Caracas, in Venezuela, il 24 aprile del 1966. Risiede in Spagna dal 2007, nella sua opera la finzione è una forza inerente all’essere umano, capace di abbattere e costruire la realtà. Posti dinanzi alle circostanze, i suoi personaggi devono decidere se essere fiches in mano al destino o creatori di una nuova possibilità. La struttura della sua narrativa implode la realtà e la trasforma.
La traduzione del romanzo è opera di Antonio Boccardo. Nato a Galatina nel 1987, Antonio Boccardo vive e lavora tra Lecce e Valencia, in Spagna. Ha conseguito un dottorato in letteratura spagnola sia presso l’Università del Salento che presso l’Università di Valencia elaborando una tesi sul drammaturgo Guillem de Castro y Bellvís, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Come traduttore letterario ha pubblicato nella collana diretta da Diego Símini “La quinta del sordo”, la traduzione italiana de “La esfinge” di Miguel de Unamuno, e di “Amadeo I”, di Benito Pérez Galdós, editi da Pensa Multimedia.

sabato 16 marzo 2019

Alice Bottega al Fondo Verri


Sabato 16 marzo 2019 alle ore 18.30, il Fondo Verri (Vicolo S. Maria del Paradiso) a Lecce, accoglierà la presentazione ufficiale del saggio di Alice Bottega: “Lecce, dall’Ospedale dei gettatelli all’ufficio degli esposti” edito da Edizioni Esperidi. Introduce Mauro Marino giornalista, interviene Mario Cazzato architetto e storico, sarà presente Claudio Martino, editore.
Il tema dei bambini esposti a Lecce e Provincia è un tema lungo, complesso e dalle varie implicazioni e sfaccettature, trattato con attenzione e precisione dal punto di vista economico, demografico e pedagogico da moltissimi autori, dagli inizi del secolo ad ora, autori che hanno dipinto un quadro decisamente chiaro sulla questione. Il lavoro ha origine dalla ricerca storica svolta dall’autrice per il progetto di recupero di un antico palazzo nel centro storico di Lecce. A ciò si aggiungono le tracce, piccole e a volte struggenti, di storie di donne e bambini che hanno incrociato quel luogo.
L’autrice. Alice Bottega (Poggiardo 1983) vive in provincia di Lecce con il compagno e due bambini. Si è laureata in Rilievo e Analisi Tecnica dei Monumenti Antichi presso la Facoltà di Beni Culturali, indirizzo archeologico, dell’Università del Salento e Specializzata in Restauro Architettonico presso la Scuola Superiore ISUFI di Lecce. Ha collaborato alla pubblicazione di numerosi volumi sull’architettura locale e ha lavorato per anni come disegnatrice architettonica. Alla passione per l’architettura antica, la storia locale e le ricerche storiche e d’archivio ha aggiunto quelle per il turismo e l’accoglienza, diventando accompagnatrice e guida turistica e gestendo una struttura ricettiva.

#fondoverri #WeareinPuglia

venerdì 8 marzo 2019

Fabrizio Piepoli al Fondo Verri



Domenica 10 marzo, alle 19.30, al Fondo Verri
il concerto di Fabrizio Piepoli per la presentazione de “Il cedro e la rosa”

Domenica 10 marzo, alle 19.30, al Fondo Verri, Fabrizio Piepoli presenta il suo nuovo lavoro di ricerca musicale “Il cedro e la rosa”.
Un uomo solo in scena. La sua voce, circondata da molteplici strumenti, capace di estendersi dal registro baritonale a quello di contro-tenore. Una voce sofisticata, fluida che gioca continuamente con la propria identità, col maschile e il femminile, la ricchezza melismatica e il silenzio. Un canzoniere Mediterraneo, fra tradizione e modernità, dettato da una logica fortemente personale ed emozionale, che insegue gli echi di un comune antico melos in cui sacro e profano si fondono inestricabilmente.
Come in un giardino di cedri e rose, tarantelle e canti d’amore dal Gargano e dal Salento si intrecciano con struggenti fados portoghesi e dolci melodie sefardite, greche, libanesi, armene.
Antiche preghiere in aramaico e latino si fondono con canti rituali sufi e ortodossi. E nel mare di queste tradizioni naviga la sua appassionante scrittura d’autore, fortemente ispirata al passato e insieme proiettata in un sound moderno. Uno strumentario antico (santur persiano, l’harmonium indiano) e moderno (pianoforte, chitarre) dialoga incessantemente con loop machines e ‘ambient effects’, aprendo nuovi e sorprendenti scenari sonori.

Fabrizio Piepoli Cantante, polistrumentista, compositore, didatta della voce, attivo da più di vent'anni sulla scena musicale italiana. Formatosi intorno alla metà degli anni ’80 all’interno della scena rock new-wave ha parallelamente coltivato un interesse profondo per la musica antica e le tradizioni musicali di area mediterranea. Nella sua voce la ricercatezza sonora del pop d’avanguardia, i melismi delle tradizioni mediterranee e le eteree incursioni nel registro di contro-tenore si fondono con naturalezza. L’estensione, le nuances timbriche, il frequente ricorso alla tecnica del looping vocale sono completamente al servizio di un’espressività pulsante ed estatica. Attualmente impegnato nel progetto solista Il Cedro e la Rosa, che mescola canti sacri e profani tradizionali del Mediterraneo con composizioni originali, utilizzando uno strumentario che comprende santur persiano, shruti box, tamburi a cornice, chitarre, loop machines.

Poeta & Vigneri per Sergio Endrigo


Sabato 9 marzo 2019, alle 21.00 al Fondo Verri
il concerto recital di Marco Poeta e Max Vigneri
per Sergio Endrigo.

Marco Poeta, chitarra e voce, con l’amichevole partecipazione di Max Vigneri, presenta al Fondo Verri, sabato 9 marzo 2019, alle 21.00, “1947 - A Sergio Endrigo. “Come vorrei essere un albero che sa, dove nasce e dove morirà” sono versi del grande autore nato in Istria, a Pola, il 15 giugno 1933 e scomparso a Roma, il 7 settembre 2005.

Il nome di Marco Poeta, amico e chitarrista di Sergio Endrigo, è per lo più sconosciuto ai non addetti ai lavori, ma è la sua carriera a parlare per lui. Chitarrista 60enne, Poeta è l’unico musicista non portoghese, a livello europeo, ad essere riconosciuto e considerato un vero fadista dai portoghesi; il “fado” è un genere di musica popolare tipico del paese iberico, in particolare della capitale Lisbona.

Marco Poeta nasce nel 1957 a Recanati, nelle Marche, cittadina che diede i natali al tenore Beniamino Gigli e al grande poeta Giacomo Leopardi. Inizia a suonare la fisarmonica all’età di 4 anni e la chitarra a 5 (quest’ultima sarà strumento che non lascerà mai più),  il tutto da totale autodidatta perché tutt’oggi non conosce e tanto meno legge l’ortografia musicale. Trascorre l’adolescenza musicale nelle balere; nella prima metà degli anni ’70 erano molto in voga. Suona in svariati night club proponendo sin da allora generi musicali particolarmente interessanti, interpretando con chitarra classica e voce la canzone napoletana antica, la bossa nova, autori come Bruno Martino e un po’ di Fado strumentale. A 20 anni il suo rapporto con la bossa nova si intensifica. Di lì a breve si dedica interamente a questo genere musicale, specializzandosi chitarristicamente nello stile di Baden Powell e vocalmente alla maniera di Joao Gilberto. A quei tempi fu un pioniere, poiché in Italia la bossa nova era un genere decisamente poco conosciuto.

Pierluigi Mele al Fondo Verri



Venerdì 8 marzo 2019, alle 19.30, al Fondo Verri
la presentazione del libro di Pierluigi Mele “La luna adesso” (Lupo)

“La Luna Adesso” (Lupo editore), il nuovo romanzo di Pierluigi Mele sarà presentato al Fondo Verri, venerdì 8 marzo 2019, alle 19.30. Dialoga con l’autore Mauro Marino.
Dopo il fortunato “Da qui tutto è lontano”, Pierluigi Mele torna al romanzo con una storia intensa e coinvolgente. Approfondendo temi a lui cari, quali il tempo e la memoria, l’autore con “La Luna Adesso”, ci conduce stavolta lungo una storia, quella dell’Alzheimer, trattata con profonda discrezione. Il racconto sonda, infatti, i rapporti che legano i protagonisti del romanzo alla memoria. Perché la malattia ha questa forza: ci costringe a fare i conti con noi stessi. La scienza lo conferma: alla perdita della memoria, sopravvive una sorta di nocciolo dell’amore, in grado di resistere alla fine. La storia si snoda tra Porto Selvaggio, la Sicilia e l’Africa, attraverso flussi temporali e narrativi spontanei, che riportano ai salti della memoria “ammalata”.

Pierluigi Mele è nato in Svizzera e vive nel Salento. Mette in scena spettacoli teatrali in armonia tra racconto e danza. Ha pubblicato i libri di poesia Lavare i fuochi (1995), Tramontalba (2003), Ho provato a non somigliarti (Lupo Editore, 2011) e il romanzo Da qui tutto è lontano (Lupo Editore, 2009).