Lo scrittore Stefano
Bonazzi al Fondo Verri
venerdì 1 giugno 2018, alle 20.00
presentato da Graziano
Gala
“E, comunque sia, si trema
sempre”: verrebbe voglia di scomodare le lettere di Kafka, il suo impetuoso
soffrire e dolersi, la sua paura per ciò che è stato e per ciò che può
inesorabilmente essere nel raccontare la storia del Davide Miriani di Stefano Bonazzi, una storia fatta di
convulsioni, panico e paura – tanta – di non essere mai all’altezza del caso di
specie.
Stefano Bonazzi, autore de “L’abbandonatrice”, romanzo edito
da Fernandel e fresco di ristampa, sarà in Puglia per due presentazioni delle
vicende che riguardano il protagonista Davide Miriani e i suoi compagni di
sventura: l’1 giugno a Lecce, presso il Fondo Verri dalle 20,00, accompagnato
dallo scrittore Graziano Gala, in compagnia della voce di Pasquale Santoro e
della chitarra di Marco Garofalo e il 2 giugno, alle 19,00, a Tricase presso la
Libreria “Marescritto”. Sarà questa l’occasione per fruire di un romanzo
definito da Amneris di Cesare in “Babette Brown” come “corale, capace di
raccontare il dolore attraverso gesti, parole e suggestioni, esaminare
sentimenti e sensazioni con precisione chirurgica e sezionarli, analizzandoli,
con meticolosità da autopsia.”
Il testo
inizia con un crollo, uno svenimento quasi provvidenziale, che consente al
Miriani la conoscenza di Sofia, figura totale e duratura negli anni a venire: i
due personaggi – anzi, vorremmo dire i tre, giacché subentra nella narrazione
la figura di Oscar, giovane pianista dall’umore vacillante – concretizzeranno
un rapporto di forte dipendenza e mutua assistenza in una Bologna universitaria fatta
di cenere, silenzi ed alcoliche distese di vetro. Passato scomodo, quello dei
tre, e futuro da decifrare mediante aspirazioni e professioni nelle quali arte
e bravura devono, talvolta, accompagnarsi ad una massiccia dose di fede laica e
strenua resistenza: Davide scatta, sviluppa e custodisce negativi, Sofia lascia
ogni sofferenza sul legno marchiandolo col fuoco e pirografandolo e Oscar
accarezza tasti bianchi e neri affidando a melodie tristi un’inquietudine
interna. Tre esistenze complesse, macchiate, che vanno ramificandosi, con un
sentimento – quello tra i due uomini – che coinvolge puntualmente, e
scivolosamente, la figura di Sofia: non basterà il suo abbandono e la sua scomparsa a
risolvere delle vite intricate dalla nascita.