Giovedì 23 febbraio,
dalle 18.30, al Fondo Verri – Presidio del libro di Lecce per la rassegna
“Incontri e Latitudini” l’incontro con l’opera del poeta, musicista e pittore
Vittorino Curci con il vernissage della mostra #Stookatzart e la presentazione
della raccolta di versi “Liturgie del Silenzio” edito da “La vita felice”.
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Un opera #Stookatzart |
Scrive Bruno Di Martino critico
e studioso di cinema sperimentale e videoarte: “Poeta,
musicista, performer, pittore, disegnatore, Vittorino Curci è una figura
versatile nel panorama della sperimentazione. Verrebbe da dire: peccato che non
si sia dedicato anche alle immagini in movimento, poiché avrebbe ulteriormente
arricchito il suo immaginario, peraltro già ricco visivamente. Basta scorrere
le sue opere grafico-pittoriche per comprendere la rete complessa di influenze:
Art Brut, espressionismo e surrealismo in primis, con sconfinamenti, citazioni,
prelievi dal mondo del fumetto e un gusto per l’impaginazione decisamente da
graphic designer, il tutto condito con un profondo senso dell’ironia. Dietro il
suo stile, ostinatamente primitivista e “brut” ma anche terribilmente attuale,
contemporaneo, si cela in realtà una straordinaria capacità di equilibrare
campiture cromatiche, segni, lettering, creando una vera e propria jam-session
totalmente ritmica e musicale. In questo senso il segno pittorico di Curci –
dove il colore e il bianco e nero si alternano o si sposano felicemente, in
alcuni casi declinando verso il monocromo – sembra essere un prolungamento
della sua attività di sassofonista. E, viceversa, le improvvisazioni musicali
estendono il suono verso altre dimensioni: lo spazio della pagina, il luogo
della performance. Si avverte fortissima la sua adesione alla poesia visiva e
sonora, aggiornata e ripensata, tuttavia, nell’era della post-modernità.
La fusione di
tutto ciò è un patchwork, un collage (tecnica che ritorna anche in alcune sue
composizioni pittoriche) solo apparentemente caotico, in realtà molto
calcolato. Singolare ed efficace nell’arte di Curci, il continuo bilanciamento
tra astrazione e figurazione, pennellata e segno stilizzato. Vedere esposte
tutte insieme le sue composizioni, amplifica ancor più questa architettura
visiva fatta di pesi e contrappesi, vuoti e pieni: anche se – a pensarci bene –
il vuoto davvero non esiste nel suo universo, anzi sembrerebbe che Curci sia
affetto da horror vacui. Ma rappresenta anche una sfida percettiva agli occhi
dello spettatore, risucchiato in un unico flusso continuo di segni e parole,
combinate in un sistema polifonico sospeso tra l’avanguardia futurista e l’immediatezza
della Street Art. Alcune opere, del resto, acquistano senso e assumono la forma
di un dialogo musicale, solo se “montate” grazie a un sapiente allestimento.
Così, dopo
aver divorato e bevuto le creazioni di Curci, si ha la sensazione netta che il
movimento non manchi affatto nel suo immaginario. Un immaginario squisitamente
audio-visivo”.
Poeta e sassofonista di musica improvvisata,
Vittorino Curci vive a Noci, in provincia di Bari, dove è nato nel 1952.
Collabora alle pagine culturali di diversi quotidiani pugliesi e alla rivista
«Nuovi Argomenti». Nel ’99 ha vinto il Premio Montale di poesia per la sezione
“Inediti”. Numerose le pubblicazione di poesia e prosa: La stanchezza della
specie (LietoColle, 2005), Un cielo senza repliche (LietoColle,
2008), Il frutteto (LietoColle, 2009), Il pane degli addii (La
Vita Felice, 2012). Ha anche pubblicato un libro di poetica, La ferita e
l’obbedienza (I libri di Icaro, 2008) e uno di racconti ispirati da luoghi
e personaggi della sua terra, Era notte a Sud (Besa, 2007). Fra le sue
recenti pubblicazioni, con La Vita Felice: Il pane degli addii (2012), Verso
i sette anni anch’io volevo un cane (2015).