martedì 16 settembre 2014

La voce e il racconto di sé






Ha preso avvio, martedì 16 settembre, con il primo incontro nella Casa Circondariale di Lecce il laboratorio “La voce e il racconto di sé” curato dall’Associazione Culturale Fondo Verri, Presidio del Libro di Lecce, nell’ambito della III annualità del progetto Comunità Terapeutiche Diurne promosso dal Dipartimento di Dipendenze Patologiche della ASL di Lecce e dalla Regione Puglia (Quota regionale - Fondo nazionale di lotta alla droga DPR 309/90).
Il laboratorio di narrazione è rivolto agli utenti dei Ser.T. di Lecce, San Cesario di Lecce e ai detenuti tossicodipendenti in carico all’Unità Operativa del Ser.T. operante nella casa Circondariale di Lecce. Gli incontri si terranno il martedì e il venerdì dalle 15.30 alle 17.30 nella Casa Circondariale e i giovedì nelle sedi dei Ser.T. di Lecce e San Cesario.

Il progetto si muove in continuità con i motivi che hanno ispirato nel 2010-2011 il progetto “Raccontarsi” laboratorio realizzato presso il Ser.T. di Lecce, che ha portato alla pubblicazione del libro “Storiarsi, racconti dal Ser.T. di Lecce” (aprile 2011).
Nel corso del laboratori gli utenti del Servizio, con la direzione degli operatori dell’Associazione Culturale “Fondo Verri” e la collaborazione degli operatori del Ser.T., hanno “raccontato” la propria storia “conquistando” l’utilizzo della scrittura, della voce, del disegno, del corpo.
Le emozioni, il dolore, i sentimenti, il tempo trascorso e il tempo futuro, gli affetti, le distanze, le speranze, i pensieri, gli umori, gli amori, gli spazi vuoti, gli spazi riempiti, i silenzi, le parole dette, le parole rimaste in gola, tutto questo e molto altro ha dato vita ad un opera finale che, presentata in più occasioni pubbliche, è servita come leva di sensibilizzazione sulle complesse problematiche della tossicodipendenza e sui vissuti di chi, spesso suo malgrado, s’è trovato travolto dal vortice della droga.
Obiettivo del nuovo progetto è la costruzione di un audiolibro, che raccoglierà le storie e le speranze di quanti ogni giorno, in cura, tentano di riscattarsi da una vita consumata dall’illusione e dalla dipendenza.

Il laboratorio si concluderà nel gennaio 2015

Rinfranca raccontarsi, “esserci” in un tempo in cui la sovraesposizione mass-mediale confonde i contorni d'ognuno. Il racconto di sé, diventa terapia, cura all'inedia, al “no” che spesso induce a comportamenti spersonalizzanti. Riconosciamo nelle “dipendenze patologiche” e, più in specifico, nelle tossicodipendenze, meccanismi di auto annientamento - e di sottrazione del soggetto dai contesti sociali e di relazione - che “costruiscono” storie di vita che rimangono “senza più parole”.
Attraverso la narrazione si possono promuovere progetti per (ri-)educare (e formare) in modo “nuovo”, prestando attenzione alle “piccole” storie di ognuno, quelle che ogni persona vorrà condividere tentando attraverso la raccolta delle narrazioni, un quadro storico e generazionale della “dipendenza” direttamente coinvolgendo gli utenti e gli operatori del servizio.