Ha preso
avvio, martedì 16 settembre, con il primo incontro nella Casa Circondariale di
Lecce il laboratorio “La voce e il racconto di sé” curato dall’Associazione
Culturale Fondo Verri, Presidio del Libro di Lecce, nell’ambito della III
annualità del progetto Comunità Terapeutiche Diurne promosso dal Dipartimento
di Dipendenze Patologiche della ASL di Lecce e dalla Regione Puglia (Quota
regionale - Fondo nazionale di lotta alla droga DPR 309/90).
Il
laboratorio di narrazione è rivolto agli utenti dei Ser.T. di Lecce, San
Cesario di Lecce e ai detenuti tossicodipendenti in carico all’Unità Operativa
del Ser.T. operante nella casa Circondariale di Lecce. Gli incontri si terranno
il martedì e il venerdì dalle 15.30 alle 17.30 nella Casa Circondariale e i
giovedì nelle sedi dei Ser.T. di Lecce e San Cesario.
Il
progetto si muove in continuità con i motivi che hanno ispirato nel 2010-2011
il progetto “Raccontarsi” laboratorio
realizzato presso il Ser.T. di
Lecce, che ha portato alla pubblicazione del libro “Storiarsi, racconti dal
Ser.T. di Lecce” (aprile 2011).
Nel corso del laboratori
gli utenti del Servizio, con la direzione degli operatori dell’Associazione
Culturale “Fondo Verri” e la collaborazione degli operatori del Ser.T., hanno
“raccontato” la propria storia “conquistando” l’utilizzo della scrittura, della
voce, del disegno, del corpo.
Le emozioni, il dolore,
i sentimenti, il tempo trascorso e il tempo futuro, gli affetti, le distanze,
le speranze, i pensieri, gli umori, gli amori, gli spazi vuoti, gli spazi
riempiti, i silenzi, le parole dette, le parole rimaste in gola, tutto questo e
molto altro ha dato vita ad un opera finale che, presentata in più occasioni
pubbliche, è servita come leva di sensibilizzazione sulle complesse problematiche
della tossicodipendenza e sui vissuti di chi, spesso suo malgrado, s’è trovato
travolto dal vortice della droga.
Obiettivo del nuovo
progetto è la costruzione di un audiolibro, che raccoglierà le storie e le
speranze di quanti ogni giorno, in cura, tentano di riscattarsi da una vita
consumata dall’illusione e dalla dipendenza.
Il laboratorio si
concluderà nel gennaio 2015
Rinfranca raccontarsi, “esserci”
in un tempo in cui la sovraesposizione
mass-mediale confonde i contorni d'ognuno. Il racconto di sé, diventa terapia,
cura all'inedia, al “no” che spesso induce a comportamenti spersonalizzanti.
Riconosciamo nelle “dipendenze patologiche” e, più in specifico, nelle
tossicodipendenze, meccanismi di auto annientamento - e di sottrazione del
soggetto dai contesti sociali e di relazione - che “costruiscono” storie di
vita che rimangono “senza più parole”.
Attraverso la narrazione si possono promuovere progetti per
(ri-)educare (e formare) in modo “nuovo”, prestando attenzione alle “piccole”
storie di ognuno, quelle che ogni persona vorrà condividere tentando attraverso
la raccolta delle narrazioni, un quadro storico e generazionale della
“dipendenza” direttamente coinvolgendo gli utenti e gli operatori del servizio.