Domenica 9 luglio 2017 al Fondo Verri si è tenuta la presentazione di Luogo del sigillo
(Fallone Editore, Giugno 2017) a cura di Carla Saracino.
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Alfonso Guida |
Luogo del sigillo, libro cardine dell’esperienza
poetica di Alfonso Guida, è una vera e propria discesa agli inferi,
paragonabile a Il Battello ebbro di Rimbaud, per il temperamento
poetico disperato eppure controllato, e alla collezione dei morti dell’Antologia
di Spoon River, per la sequenza dei ritratti umanissimi e tragici delle
persone conosciute nell’ospedale psichiatrico.
Luogo del sigillo si legge quasi come un romanzo,
eppure è un compendio di poesia altissima.
Alfonso Guida (1973) vive a San Mauro Forte.
Legato alle figure di Beppe Salvia, Dario Bellezza, Amelia Rosselli e Paul
Celan, suoi testi sono apparsi, tra le altre, sulle riviste Poesia e Forum
Italicum. Premi: Dario Bellezza per l’opera prima con la raccolta Il
sogno, la follia, l’altra morte (1998); Montale con la plaquette Le
spoglie divise [15 stanze per Rocco Scotellaro] (2002).
Pubblicazioni: per i tipi di Poiesis Il dono dell’occhio (2011)
e Irpinia (2012); Ad ogni passo del sempre (Aragno,
2013); L’acqua al cervello è una foglia (LietoColle,
2014); Poesie per Tiziana (Il Ponte del Sale, 2015).
Varie le plaquette: Via
Crucis, Note di terapia, Nous ne sommes pas les
derniers.
La Fallone Editore è una casa
editrice indipendente fondata nella primavera del 2017, pugliese per tassonomie
geografiche, e radicata nella storia e nella cultura millenarie di questa
terra, ma proiettata su una linea d’azione nazionale, sia per la distribuzione
del prodotto editoriale che per l’eterogeneità degli autori che intende
pubblicare.
Tra i segmenti di suo interesse, non solo prosa e
poesia, pilastri della Letteratura, ma anche saggistica, letteratura per
l’infanzia, scienze ermetiche e pubblicazioni a carattere vario, che spaziano
dalla cinotecnica alla musicologia, passando per le arti figurative, la
culinaria, la fumettistica e la botanica (per maggiori dettagli si rimanda al progetto editoriale).
Se è vero, come forse è vero, che ‘il talento fa
quello che vuole e il genio quello che può’ [C.B.], una casa editrice non può
che essere una fucina, luogo in cui si forgia e si è forgiati al fuoco sacro
del talento – che è dono di nascita e perciò divino – aristocraticamente
elitario e perciò antidemocratico – indimostrabile, se non nell’evidenza di sé,
e perciò innegabile.
Se è vero, come certamente è vero, che un libro
non è soltanto un oggetto, per quanto bello possa essere, ma ‘è anche un luogo
oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la
sola scelta di guarire o morire’ [G. Bufalino], la scrittura è un
attraversamento di sé, un disvelamento delle ombre che richiede coraggio:
chiede passi fermi e sguardo alto.
In questi passi, i primi, in questo sguardo alto
come il cuore, nasce la Fallone Editore.