Il poeta e musicista Matiah Eckhard
Martedì 23 agosto, dalle 20.00, al Fondo Verri
Comasia Acquaro e Angela Biancofiore
presentano il poema “Lontani canti sacri di dove sono nato”
di Matiah Eckhard
Scrive Angela Biancofiore: “Come piccole gocce di luce sulla pagina, Matiah ha distillato il suo percorso poetico. Il dolore gli ha reso la vita preziosa, la malattia ha aggiunto valore alla luce del sole, alla mano di un amico, ad uno sguardo d’amore. Poesie piene di luce, che sgorgano da un’intimità oscura dove forze incommensurabili si scontrano a piegare la vita del corpo.
La copertina del libro
Matiah Eckhard è nato a Montpellier il 7 gennaio del 1995, è stato poeta, pianista e compositore. Allievo del conservatorio di Montpellier nelle sezioni pianoforte e jazz, ha partecipato come pianista a numerosi concerti. In seguito ad una grave malattia, Matiah scompare il 10 gennaio 2014. Il suo libro di poesie “Lontains chants sacrés d’où je suis né, è stato pubblicato nell’aprile 2014 dalle edizioni Euromédia. Nel 2015 l’associazione Euromédia ha creato un premio di poesia annuale, il Concorso di Poesia Matiah Eckhard, destinato ai giovani poeti e compositori dai 12 ai 25 anni.
Ancora le parole di Angela Biancofiore a descrivere la poesia di Eckhard: “La parola si erge, al di sopra del dolore fisico, per ricordare la sua appartenenza a qualcosa di remoto e non ben definito: «lontani canti sacri». Una parola che diventa sempre più consapevole del suo canto segreto, quando il pensiero poetico esplora la pura presenza al mondo.
Nelle poesie, come pure gocce di luce, possiamo percepire qualcosa che va al di là del loro senso ordinario, quotidiano. Assistiamo ad un poderoso sforzo dello spirito teso verso la sua realizzazione : l’autore ci invita a leggere dentro, ci spinge a conquistare il segreto, l’intimo frutto nascosto dentro al guscio del linguaggio.
Sotto la pelle scalfita delle parole, ritroviamo un orizzonte immenso, senza limiti, « non inquinato dall’intelletto umano », e la lettura, come cammino iniziatico, ci guida verso uno spazio aperto che abbiamo perso e - per un attimo - dimenticato.
Ci addentriamo, assieme al poeta, in una sfera di vita oltre il tempo e lo spazio, dove il mondo si esprime essenziamente come scambio continuo di materia ed energia.
Il poeta intende collegarsi a questa visione del mondo, dove passato e futuro perdono la loro ragion d’essere, e dove soltanto esiste il presente della coscienza.
In questa nuova dimensione, l’io si dissolve per aprirsi all’altro, in un movimento ininterrotto di radicale generosità :
«dare se stessi come acqua da bere all’universo
immaginarsi nel dono di sé fuori da noi stessi.
Allora sono io quest’acqua che sgorga incessantemente dalla roccia
sotto la luce armoniosa.»
Matiah, profondamente poeta e musicista, vive la piena presenza poiché riesce a percepire il mondo come risonanza:
«Così vibrerò in armonia con l’universo,
diventerò una corda unica
ma compiuta nella lira cosmica.
Diventare un tutt’uno con il Cosmo ».
Ecco l’atto supremo: la parola esprime, in modo conciso e sublime, il gesto di liberazione dall’attaccamento al corpo e all’io. La poesia di Matiah si rivela come dono prezioso se abbiamo il coraggio di leggere dentro e di operare su di noi quella trasformazione profonda che ci permette di giungere alla piena presenza. Finalmente liberi dai concetti, possiamo prestare ascolto al puro suono del mondo”.