Sabato 6 dicembre, dalle 18.30
Giovanni Invitto presenta la
poesia di Amleto Sozzo
Nel corso della serata letture
ad alta voce tratte
da “Bussa continuamente porta dopo porta” raccolta edita
nel 2013 e “Poesie” del 2014
Amleto Sozzo ha un grande amore. Il viaggiare. Le sue composizioni sono
una forma di viaggio, di scoperta, di conoscenza. Sono viaggi dell’anima che
gli hanno dato la percezione di un nuovo mondo, un mondo nel quale è una
stretta vicinanza, una integrazione tra ragione e sentimento vissuto, tra
poesia e riflessione di pensiero.
Scrive Giovanni Invitto, che ha curato l’introduzione delle due raccolte: “La
poesia di Amleto Sozzo non va sottovalutata, anche se apparentemente sembra
poco curata: senza punteggiatura, senza maiuscole ecc. Tutto ciò non è un
limite, in quanto è una scelta poetica ben precisa dell’Autore. Chissà perché,
leggendo queste poesie mi tornavano alla mente la pittura di Ezechiele Leandro
e il suo “Santuario della pazienza”, che, a parte la novità assoluta della
tecnica e della intuizione estetica, rappresenta quasi un ritorno
all’espressione naïve. Ma quello di
cui stiamo parlando è un naïf colto,
cioè la forma scelta dagli autori, sia Ezechiele sia Amleto, in piena sintonia
formale con le tematiche affrontate nei dipinti del primo e nei componimenti
del secondo.
La vita dell’autore, Amleto, è
una vita che potrebbe essere considerata e tradotta in romanzo del Settecento,
perché per lui l’esistenza è vissuta come un viaggio e il viaggio è vissuto
come la vera vita. Quando il viaggio non si può realizzare nella sua
materialità concreta, lo sostituisce la poesia e quella visibile venatura
filosofica di cui è composta. Quindi, anche la filosofia sostituisce i viaggi e
la filosofia antica è presente in questi versi, molto di più rispetto alle
citazioni dirette che pure ci sono.
Questo elogio del viaggio non
vuol dire che il poeta ripudi la propria terra, alla quale lancia tanti
richiami, né che opti per una vita quotidiana, ripetitiva e seriale. Ogni
giorno è un giorno nuovo, lo stesso luogo è sempre un altro luogo, gli stessi
alberi sono sempre nuovi alberi, la donna, compagna della sua vita, è ogni
giorno una donna nuova. Questa è la novità nella permanenza. Ed è ciò che fa
l’esistenza del Poeta come un palcoscenico che crea sempre meraviglie inattese
e mai ripetitività e consuetudine: è questo il miracolo della vera poesia”.