Venerdì 19 febbraio, al Fondo
Verri, alle 19.00, nell’ambito dele inziative pubbliche della “Giornata
della Memeria della shoah e
degli stermini del novecento”, la presentazione di “Macchine per lo sterminio umano” atto teatrale ispirato dal racconto di F. Kafka “Nella colonia penale - 1914 / 1919”. Progetto e lettura di Renato Grilli per le musiche di Rocco Nigro, con la partecipazione di Rachele Andrioli.
Scrive il sociologo Zygmunt Baumann, in Modernità ed Olocausto: “Le
cerimonie commemorative e le solenni dichiarazioni non portano avanti nessuna
analisi dell'esperienza dell'Olocausto. Anche se sono di estrema importanza
perché mantengono viva l'attenzione della gente comune, non specializzata,
anche se cercano di sensibilizzare quanti non si sono mai posti il problema
dell'importanza della memoria storica, … tuttavia non riescono dove più conta:
nell’indicare i tratti ambigui del nostro moderno vivere “civile”, che la
possibilità di realizzarsi di quella
tragedia ha mostrato e non cessa di mostrare anche oggi…”
Scrive Richard
Lowell Rubenstein, il pensatore più complesso
e stimolante per quel che attiene la teologia, in “The Cunning of History”: “Il mondo dei campi di sterminio e la società da esso generatarivelano il
lato sempre più oscurodella civiltà ebraico-cristiana.
Una civiltà che significa schiavitù, guerre, sfruttamento
e campi di sterminio.Ma che significa anche igiene, alti ideali religiosi, arte
meravigliosa e musica squisita.
Dunque è un errore pensare che civiltà e crudeltà
selvaggia siano in antitesi.Oggi la crudeltà, come molti altri aspetti del
nostro mondo,è gestita in modo assai più avveduto che in passato,ma non ha
cessato e non cesserà di esistere.Creazione e distruzione sono aspetti
inseparabili di ciò che chiamiamo (la o le)
“Civiltà”…”